Parliamo oggi di una “nuova prima volta” di nome Rea Fair.
Siamo a Milano, fabbrica del vapore, proiettati nel futuro: nei tre giorni che vanno dal 30 ottobre al primo novembre.
No, non stiamo vaneggiando, siamo invece felici di approdare a questa fantastica notizia che scavalca il lockdown attuale e ci apre finalmente uno sguardo sul poi.
Ma di cosa si tratta? Rea fair chiama 100 artisti indipendenti per una nuova, dirompente fiera all’insegna dell’arte emergente.
Rea Fair, parliamone
Concepita da REA ARTE – Associazione Culturale No profit – per dar luce a 100 selezionati artisti emergenti, la fiera è un invito all’azione dedicata agli indipendenti e l’essenza della visione di sette curatori. Una visione che viene definita “radicalmente nuova” e che sfida l’industria ad adottare nuove tattiche operative.
I collezionisti e i visitatori, infatti, sono invitati apertamente a “scavalcare il sistema” e prendere parte a transazioni peer-to-peer dirette.
Si tratta chiaramente di una concezione di tipo provocatorio, volta alla sfida di un sistema che ha sempre visto partecipi Gallerie ed intermediari.
Con la collaborazione di istituzioni pubbliche e accademie d’arte, REA ART da vita a un nuovo modello di fiera, interessata a creare opportunità e valore aggiunto sia per chi fruisce l’arte che per chi la produce.
Possiamo fare qualche considerazione in merito al ‘modello paradossale’ ideato dall’associazione – fondata da giovani ragazze attive nel panorama artistico contemporaneo – che pone il suo obiettivo sull’esclusione del ‘gallery-made’.
Aiutare gli artisti emergenti a muovere i primi passi in un mercato in cui – finora – era più rilevante il nome rispetto alla qualità, può rivelarsi dannoso per la futura reputazione dell’emergente. Ma, la responsabilità di credere nel proprio lavoro, nel proprio talento e il confronto diretto con la realtà sarà certamente una palestra e uno specchio per testare e valutare l’effettiva funzione dell’arte senza filtri o paradossalmente l’effettivo valore aggiunto che, con il senno di poi, una galleria avrebbe potuto apportare all’immagine, alla vendita e alla presentazione delle opere.
Riteniamo questa sfida interessante e coraggiosa e come sempre, sarà il mercato e il prezioso feedback del fruitore – più o meno preparato – a stabilire quanto l’idea sarà vincente.
La qualità di un’opera d’arte è una questione di marketing? Di certo non mancheranno polemiche e recriminazioni ma, che tu sia d’accordo o meno, la direzione è questa: I protagonisti sono freelance – gli artisti indipendenti considerati “talenti emergenti” di arti visive – provenienti da contesti accademici che – selezionati da attenti curatori – potranno partecipare alla fiera gratuitamente ed approdare alla libera e diretta vendita delle loro opere in un contesto tra i più quotati: la fabbrica del vapore di Milano.
Le mostre dei selezionati, saranno curate in loco e grazie a tecnologie tra le più innovative sarà possibile strutturare, parallelamente, un efficiente sistema di vendita online.
Ma non sono finite le sorprese: per questa prima edizione di Rea Fair, l’organizzazione prevede anche un premio interno.
Rea Fair 2020: open call
Per questa prima edizione di Fiera, l’organizzazione apre le iscrizioni a Pittura, disegno, scultura, media miste, fotografia, digital art, video e street art.
L’open call è aperta: dead Line fissata al 31 maggio e l’annuncio dei selezionati, dichiarato entro il 20 luglio 2020. Nonostante l’iscrizione preveda un contributo spese di 15,00 euro, noi di ICrewPlay Arte, pensiamo davvero ne valga la pena e ti lasciamo il link diretto al modulo di candidatura.
Come funziona la selezione
Il 20 luglio verranno annunciati i 100 artisti selezionati dal comitato curatoriale (che non dovranno sostenere alcun costo aggiuntivo di partecipazione).
Tra questi, saranno ulteriormente scelti i 10 migliori che avranno la possibilità di prendere parte ad una mostra di 2 settimane allestita a Milano.
L’artista ritenuto vincitore verrà poi premiato con il REA! Art Prize.
L’associazione – senza scopo di lucro – s’impegna inoltre a reinvestire tutti gli introiti di fiera sul lavoro futuro degli artisti in mostra, per contribuire e sostenere la loro futura produzione.
Idea bellissima, finalmente! Sono artista indipendente del vetro, che lavoro da molti anni , mi piacerebbe partecipare ma immagino la mostra sia dedicata solo ai giovani amergenti.