Raffa è un omaggio coinvolgente e commovente alla vita straordinaria di Raffaella Carrà, un’icona intramontabile dell’intrattenimento italiano. Diretto da Daniele Luchetti, questo film offre uno sguardo approfondito in tre capitoli distinti, che tracciano il percorso incredibile della show woman dall’infanzia al culmine del successo e oltre.
La recensione di Raffa
La scelta di seguire un ordine cronologico si rivela un’ottima decisione, permettendo al pubblico di comprendere appieno l’enorme tragitto compiuto da Raffaella Carrà nel corso della sua vita e carriera. La regia di Luchetti cattura non solo la grandezza della sua fama, ma anche la sua umanità, evidenziando le sfide personali e professionali che ha affrontato lungo il percorso.
La narrazione avvincente, supportata da dettagli intimi e tocchi autentici nella sceneggiatura di Cristiana Farina e altri, rende il film coinvolgente per lo spettatore. L’interpretazione degli attori è straordinaria, soprattutto nel catturare la delicata e potente personalità di Raffaella Carrà.
La volontà ferrea della showgirl emerge nitidamente nel film, evidenziando la sua determinazione nel raggiungere il successo senza l’aiuto esterno. Il suo passaggio da una vita provinciale a Roma per frequentare il Centro Sperimentale, nonostante le sfide e la severità della madre, offre uno sguardo intimo sulle difficoltà e le decisioni cruciali che ha dovuto affrontare per realizzare i suoi sogni.
Luchetti cattura in modo magistrale la metamorfosi artistica di Raffaella Carrà, dall’oscillazione tra danza e cinema al suo trionfo nel mondo dello spettacolo televisivo. Il film attinge a momenti incantevoli, come l’home movie in bianco e nero che esalta la sua innata fotogenia, offrendo un ritratto affascinante e autentico di questa icona dell’intrattenimento.
Ho apprezzato molto come sia stata anche contestualizzata la figura della Carrà. Il regista, per passare da un un periodo storico ad un altro, ha inserito anche molti fotogrammi dei principali eventi storici (come il regime di Francisco Franco e la sua caduta). Ho amato anche il modo in cui gli autori hanno scandito il tempo utilizzando i più grandi successi della Carrà.
Una delle autrici, Barbara Boncompagni, ha dichiarato che avrebbero potuto raccogliere un’infinità di materiale e di interviste, ma a un certo punto hanno deciso di portare a termine il progetto. Gli episodi della vita artistica che mancano sono: il Festival di Sanremo 2001, il collegamento con l’Eurovision e il suo trionfale ritorno a The Voice. Ma vedendo Raffaella Carrà alle prese con le coreografie, le pubblicazioni e l’amore che dona alla gente, viene da chiedersi se dieci, venti o anche trenta puntate sarebbero state sufficienti a contenere il suo carisma e il suo talento. Raffa è sempre stata se stessa, e Raffa è una vertiginosa immersione nella poliedricità di una donna che ha sempre saputo essere se stessa e allo stesso tempo essere mille persone diverse.