Per la nostra rubrica di Arte e Cultura giapponese entriamo nel mondo del cosplay e cerchiamo di conoscere la cosplayer più misteriosa che esista: Reika Arikawa. Questo, ovviamente, è il nome utilizzato dalla ragazza, della quale non si conosce neppure il suo vero nome.
La cosplayer Reika Arikawa
Sono molti i suo fan che le hanno dedicato un’infinità di pagine e fanpage. Il suo profilo Twitter ha superato gli 85 mila follower. Sui suoi profili social mostra piccole anteprime dei suoi progetti. La cosplayer confeziona da sola i suoi abiti e gli accessori utili per rendere il suo personaggio sempre più fedele al manga, gioco o anime ispirato.
Nella sua carriera ha creato e riprodotto più di 500 costumi, alcuni semplicissimi e ricreati in poche ora, altri complessi e costosi. Il suo personaggio preferito è Hijikata Toshizo di Hakuoki, che ha interpretato 38 volte.
Cos’è il cosplay
Cosplay (コスプレ kosupure) è un neologismo sincratico giapponese formata dalla fusione delle parole inglesi costume (“costume”) e play (“gioco” o “interpretazione”) che indica la pratica di indossare un costume che rappresenti un personaggio riconoscibile in un determinato ambito e interpretarne il modo di agire.
Il cosplay si è legato indissolubilmente alla cultura nipponica, al punto di essere creduto originario del Sol Levante. Difatti il personaggio rappresentato da un cosplayer appartiene spesso al mondo dei manga e degli anime, molto diffusi nel paese asiatico, ma non è raro che il campo di scelta si estenda ai tokusatsu, ai videogiochi, alle band musicali, particolarmente di artisti J-pop, J-Rock, K-Pop o K-Rock (musica pop e rock giapponese o coreana), ai giochi di ruolo, ai film e telefilm e ai libri di qualunque genere e persino alla pubblicità.
A causa della sua natura eterogenea, il cosplay viene praticato in maniera sensibilmente differente nei vari stati in cui si è diffuso, ma il terreno principalmente calcato dai cosplayer è quello delle convention del settore. Una piccola nicchia in questo campo è costituita dai doller, il termine che indica un attore dilettante di kigurumi. Questi cosplayer indossano maschere (che li fa definire in giapponese anche animegao, ovvero “faccia da anime”) e una calzamaglia completa per trasformarsi completamente nel loro personaggio.
Una definizione adottata in certi casi è quella di cross-players, da “cross-dressing” e “cosplayer”: si usa talvolta per indicare coloro che abitualmente realizzano cosplay di personaggi del sesso opposto rispetto al loro. Non si tratta comunque di una vera e propria nicchia del cosplay, ma di una definizione a volte usata in modo improprio e non accettata da tutti gli appassionati. Molte cosplayer giapponesi si incontrano ogni domenica ad Harajuku, quartiere di Tokyo, dove decine di ragazze e ragazzi si incontrano per mostrare i propri vestiti ai turisti incuriositi e ai fotografi.