L’imperfetto, undicesimo album in studio di Renato Zero, rilasciato il 24 agosto 1994, rappresenta per l’artista, l’album della rinascita, dopo un periodo di crisi creativa.
Renato Zero è dunque l’istrione della canzone italiana, in quanto porta in scena delle storie, interpreta un personaggio e crea un mondo di sogno che è quello della “Zerofollia”.
Con L’imperfetto, siamo di fronte ad un Renato Zero intellettualmente più maturo, che ha trasformato l’irriverenza in un grande cuore pulsante e che ha dato voce agli ultimi.
L’album è stato registrato presso lo studio Fonopoli di Roma ed è stato prodotto da Renato Zero e Phil Palmer. I due si conobbero nel Regno Unito dove Renato era andato nel 1989, per cercare nuovi stimoli ed ispirazioni. Phil Palmer collaborò con grandi artisti internazionali come Paul Mc Cartney, Bob Dylan, Frank Zappa, Elton John, Eric Clapton, Dire Straits, George Michael, Robbie Williams.
Dalla loro collaborazione nacque l’album Voyeur, pubblicato nel 1989.
Renato Zero, Imperfetto, ma vero
L’album si apre con Amando Amando, un atto d’amore per il suo pubblico, per la sua città e la musica. Aria di pentimenti riflette il clima della Seconda Repubblica post tangentopoli e post mani pulite.
Sotto le maschere ci sono delle Facce, più o meno autentiche. Il protagonista sceglie di difendere la sua autenticità con dignità e fierezza.
Roma malata è di una struggente malinconia, grande poesia e ancora molto attuale. Felici e perdenti a differenza degli altri brani ha dei ritmi funky e parla di coloro che arrivano sempre ultimi nelle sfide delle vita, che fanno fatica ad andare avanti e ad arrivare a fine mese. Il brano è stato molto passato in radio per promuovere e fare da traino all’album.
Bella gioventù è un omaggio, non solo a noi ragazzi degli anni 90, appartenenti alla generazione X, ma alla gioventù come stato d’animo che non deve mai abbandonarci:
“Se il biondo sfuma e l’acne va via, da quella malattia tu non guarire più”
Nei giardini che nessuno sa, poetica ballad, scritta con Danilo Riccardi, si rivolge a tutti coloro che vivono ai margini, disabili o anziani, abbandonati nelle case di cura. Digli no è un invito rivolto alle donne a ribellarsi contro ogni forma di violenza e di abuso.
L’ultimo guerriero sembra una canzone profetica che sembra cogliere quei segni del declino che si è manifestato negli ultimi anni. Un guerriero sconfitto si aggira solitario in un mondo che si avvia verso il disastro ambientale e le malattie senza riuscire a frenare questa corsa disastrosa ed inesorabile del tempo.
Chi è stato scritto insieme a Dario Baldan Bembo e riassume il senso dell’album. Amare è impegnativo, è un’azione che impegna tutta l’anima e non si sa dove ci condurrà, ma viviamo in un’epoca nella quale si uccidono le fiabe e l’innocenza:
Se quelle storie ci unissero
Se quegli orrori bastassero Se non ci fosse più Chi ha tanta voglia di uccidere Se tu mi lasciassi ancora entrare In quei segreti tuoi Forse potrei immaginarmi altre favole Potrei riordinare le nuvole Se solo ritroverai il coraggio di vivere
Attraverso il coraggio di riscrivere storie, di continuare a dare amore, superando il clima di odio è possibile creare altre favole, dalle ceneri del sangue sparso e dell’innocenza uccisa.
L’album è stato rimasterizzato nel 2019 senza perdere la sua grande attualità. Se vuoi aggiungere un frammento prezioso al tuo mondo Zerofolle, puoi trovarlo disponibile su Amazon.