Non si può purtroppo restare impassibili dinanzi ad un simile argomento, cercherò così di limitarmi ad includere i miei pensieri nell’indignazione generale che questo movimento ha riscosso e a parlare del movimento digitale più assurdo del secolo Renoir sucks at painting.
Esistono dal 2015 e sono poco conosciuti alla gente, si è gia parlato di loro tra indignazione ed approvazione, ma il movimento degli haters di Renoir sucks at painting continua ad affermarsi e crescere sempre più.
Chi sono?
Sono letteralmente gli odiatori di Renoir, persone che considerano l’arte di Renoir, amatissimo e grandissimo pittore impressionista, non degna di essere esposta nei musei tanto che premono per la sua cancellazione.
Tutto questo è arrivato all’attenzione della pro-pro-nipote di Renoir , Genevieve , che ha espresso il suo giudizio su questo movimento che sta riscuotendo molto successo.
L’indignazione generale
E’ capitato a tutti di guardare in un museo o in un libro d’arte un dipinto e pensare “Questo l’avrei saputo fare anche io!” oppure “E questa la chiami arte?”.
Accade per la diversa concezione del “bello”, per diversi fattori che prendiamo in considerazione.
Ma che questa disapprovazione diventi odio comune tanto da sfociare in un “movimento digitale fotografico di odiatori” riguardante uno dei celebri artisti dell’Impressionismo, è davvero sconcertante.
L’arte o la si ama o la si odia, ma come è possibile odiare l’arte?
Si può accettare il parere contrario, ma per guardare l’arte, per osservare e criticare un dipinto, bisogna essere aperti mentalmente, mettere da parte il “bello soggettivo” e il “bello oggettivo”, guardare con la mente e capire con gli occhi.
Questo movimento anti-Renoir, è sicuramente nato dall’odio comune di alcuni giovani per degli ideali che condividono all’interno di questo gruppo, è un’odio che hanno tentato di digitalizzare attraverso la divulgazione di “foto con facce disgustate” davanti ai quadri di Renoir, (visibili nella loro pagina Instagram di Renoir sucks at painting)
Ahimè, non è rimasto un gruppo di nicchia, ma è probabilmente poi sfociato solo in una “moda”, la moda del secolo, una moda digitale dell’arte del farsi vedere. Sappiamo benissimo che il XXI secolo è il secolo non del “bello”, non dell’arte bella, ma “del farsi vedere”, del prendere “like”, del “mi piace digitale”, per fare parte di una comunità, di una moltitudine di persone fatta solo di numeri e non di presenze.
Ma se questo movimento coinvolge anche i bambini che devono di per sè affacciarsi all’arte e farsi un opinione generale del mondo e del bello, non si può che fare un sospiro e sperare che i genitori riprendano la loro potestà genitoriale ed insegnino la vera cultura ai loro figli e non l’ incultura dell’internet e del mondo digitale “del farsi vedere”.
Renoir sucks at pianting: il movimento digitale
E’ iniziato tutto nel 2015 quando l’attuale spoke-person del movimento, Max Geller radunò delle persone per protestare davanti al Museum of Fine Arts di Boston con dei cartelli che citavano “We’re not iconoclasts Renoir just sucks at painting” e “God hates Renoir”
Così i membri del movimento Renoir sucks at painting iniziarono a far comprendere al popolo il loro disprezzo per Renoir, protestando davanti al Museum of Fine Arts di Boston che contiene opere del noto artista
Renoir sucks at painting è un movimento digitale diffusosi grazie ad Instagram. La pagina dedicata al movimento ad inizio 2015 comprendeva ben 2.400 follower, ad oggi, invece, è arrivata ad una soglia di 14,600 mila follower, da notare la crescita spropositata del movimento.
“Mucchi vuoti carichi di calorie!”- Geller
Il movimento Renoir sucks at painting è nato da un’ispirazione di Max Geller dopo aver visitato la Barnes Foundation di Philadelphia,
Geller per giustificare la sua motivazione alla domanda sul perchè non apprezza Renoir risponde:
“Perché così tante persone pensano che sia bravo? Hai guardato i suoi quadri?
“Nella vita reale, gli alberi sono belli. Se prendi il dipinto di Renoir penseresti che gli alberi siano solo una raccolta di scarabocchi verdi “
“Renoir è considerato un buon pittore perché il suo lavoro è presente nei musei”
Ma chi è realmente Geller?
Geller il fondatore di Renoir sucks at painting
Forse non sarebbe così tanto cono
L’attivismo di Geller spesso impiega tattiche non tradizionali, attingendo a performance art, riferimenti eruditi e ironia per provocare disagio sociale senza esprimere un’agenda politica esplicita.
La sua arte performativa, d’altra parte, si basa spesso su metodi di attivismo, offuscando qualsiasi distinzione tra arte e politica
Ha spesso sfruttato il progetto Renoir Sucks at Painting nella copertura mediatica per il movimento BDS e altre cause sociali.
Il commento di Genevieve, la pro-pro nipote di Renoir
Questa manifestazione anti-Renoir fece notizia, tanto da arrivare all’attenzione della pro-pro nipote di Renoir che commentò un post pubblicato dalla pagina Instagram del movimento.
“Quando il tuo bis-bis-nonno dipinge qualcosa del valore di 78,1 milioni di dollari … allora puoi criticare. Nel frattempo, è lecito dire che il libero mercato ha parlato e Renoir non ha fatto schifo alla pittura “.
Geller, che trasformò il suo commento in un proprio post sull’account, scrisse:
“Penso che sia uno degli argomenti più assurdi e folli per qualsiasi cosa, l’idea che dovremmo lasciare che il libero mercato imponga la qualità”.
Genevieve ribattè dicendo:
“Penso che Max Geller potrebbe effettivamente essere il più grande fan di Renoir di tutti e ha solo un modo molto divertente di dimostrarlo”, dice. “Sembra davvero essere commosso dai [dipinti] e penso che questo sia davvero il punto dell’arte”.
Geller ha fondato tutto il movimento sulla passione dell’odio per Renoir, tanto da suggerire al Museum of Fine Arts di Boston di sostituire le sue tele, mentre si ritiene “agnostico” nei confronti degli altri artisti.
“La decisione di appendere Renoir al Museum of Fine Arts quando ci sono capolavori letterali di veri maestri nel magazzino del museo rappresenta un atto di terrorismo estetico”, ha detto.
Ovviamente e per fortuna non ha mai avuto risposta dal sito museale.
Renoir l’artista
Chi è l’artista preso di mira dal movimento Renoir suck at painting? E’ ovviamente Renoir, l’amatissimo artista impressionista. E’ buffo vedere come questo movimento digitale considerato “rivoluzionario” e “contro-forma” si accanisca contro un’artista che ha rinnovato l’arte accademica dell’Ottocento, era egli stesso un rivoluzionario e un vero artista e amante dell’arte.
Pierre Auguste Renoir inizò il suo avventuroso viaggio nella pittura affacciandosi alla pittura accademica, era però restio nel seguire gli insegnamenti e le regole del tempo e soprattutto di dipingere al chiuso.
Da sempre ha sentito il bisogno di rappresentare il “bello”, il “bello” inteso non solo per quello che gli occhi vedono ma per quello che il cuore sente. Non voleva dipingere solo il ricordo ma tutto ciò che vedeva nel momento stesso in cui lo vedeva. E soprattutto amava dipingere “en plein air” all’aperto, metodo fondamentale sperimentato insieme ad altri pittori del secolo anti-accademici che fondarono l’Impressionismo, movimento artistico inizialmente non visto di buon occhio.
Dipinse tanto e di tutto, il suo ritmo di creazione pittorica era incessabile, non si fermò nemmeno quando fu colpito da una grave malattia che lo accompagnò per tutta la vita: l’artrite, che gli deformò gli arti soprattutto le mani.
Incapace di dipingere in maniera tradizionale per i tanti dolori e per la deformazione, Renoir non si arrese e si fece legare i pennelli ai polsi per poter continuare a dipingere. Nonostante il grave problema dipinse tanto. La sua ultima opera fu “Le bagnanti” in formato 110×160, dopo averla terminata con il pennello legato alle mani, subito dopo si spense per complicazioni polmonari.
Si esatto, parliamo proprio dell’opera raffigurata nella “foto disgustata” di una follower del gruppo, che ha avuto la felice idea di coinvolgere anche una bambina, forse basterebbe un po’ più di empatia ed informazione per capire il vero valore della tela.
Solo conoscendo l’animo dell’artista e la sua devozione alla pittura e la sua concezione del bello, si può capire quanto questo movimento “contro-forma” in realtà di anticonformista non ha granchè, i veri artisti hanno davvero rivoluzionato l’arte non denigrando nessuno ma mettendosi all’opera e cambiando i canoni classici ed accademici della valutazione pittorica.