Dopo due mesi di chiusura forzata e di decreti restrittivi, finalmente i musei ritornano a vivere. Da oggi, 17 gennaio, alcune regioni si colorano di giallo, ciò significa che da domani, 18 gennaio, i musei di queste regioni potranno riaprire nei giorni feriali. Fra i tanti musei, un’importanza rilevante ha il Museo Nazionale di Matera.
I musei delle regioni Toscana, Molise, Basilicata, Campania, Sardegna e la provincia autonoma di Trento sono pronti a riaprire al pubblico, nel rispetto delle misure di sicurezza, che già quest’estate abbiamo visto attuare.
Riapertura del Museo Nazionale di Matera
Grazie all’ultimo Dpcm, del 16 gennaio 2021, le regioni, che si trovano nella zona gialla, avranno il privilegio e la fortuna di poter riaprire i propri musei. Finalmente la cultura e la conoscenza possono ritornare a respirare e a far respirare gli amanti del sapere e del patrimonio artistico italiano. Prima fra tutti Matera, che è stata Capitale europea della Cultura nel 2019, che riapre il suo Museo Nazionale.
Il Museo Nazionale di Matera comprende il Museo Archeologico Domenico Ridola e il Museo di Arte Medievale e Moderna di Palazzo Lanfranchi. Il Museo Nazionale di Matera è di recente istituzione, nasce nel dicembre 2019 ed esprime in maniera compiuta il luogo di culto della città dei Sassi.
Il Museo Nazionale di Matera mescola in un’anima sola il Museo Archeologico Nazionale Domenico Ridola, istituito nel 1911, che custodisce pregevoli testimonianze dalla preistoria all’arte greco-romana, e il Museo Nazionale di Arte Medievale e Moderna della Basilicata, nato nel 2003, che si articola in tre sezioni: Arte del territorio, Collezione Camillo d’Errico, Arte contemporanea con le opere di Carlo Levi e Luigi Guerricchio.
Un Museo che rappresenta un viaggio nel tempo partendo dalla preistoria, passando per il passato remoto e più recente verso il futuro.
Con la definizione di Basilicata in zona gialla, stabilita dal Ministero della Salute, l’accesso ai musei sarà consentito dal lunedì al venerdì, sempre nel pieno rispetto delle normative anti-Covid. La direttrice del museo di Matera, Annamaria Mauro, ha spiegato:
Lavoriamo per fare del Museo nazionale di Matera un museo inclusivo, aperto alla città, alla collaborazione con università, artisti, studiosi, associazioni, operatori, per accrescere fruizione e offerta culturale.
Queste parole si trasformeranno in azione per chiunque domani, e ne i giorni successivi, si appresterà a far visita ai due musei. Infatti, si sta lavorando, al potenziamento dei servizi: dalla biglietteria al book shop, dai punti di ristoro al biglietto unico per l’accesso ai due musei, ubicati su un versante della città frequentato dai turisti e a ridosso dei rioni Sassi.
I visitatori troveranno le novità maggiori al Museo Archeologico Nazionale Ridola, il museo più antico della Basilicata, fondato dal medico archeologo Domenico Ridola nel 1911. L’accesso avverrà dal portone principale e con un percorso che ripercorre la storia del museo, dal fondatore ai maggiori direttori come Eleonora Bracco che negli anni hanno contribuito ad arricchirlo, passando per la sezione della preistoria con reperti provenienti da villaggi neolitici del territorio, corredi funerari e le «ricostruzioni» di ambienti e manufatti del tempo, che costituiscono motivo di attrazione per studenti e studiosi.
Al piano superiore il nuovo spazio per gli incontri, in sicurezza, e gli allestimenti dedicati alla Magna Grecia con vasellame a figure rosse di pregevole fattura. In corso d’opera l’allestimento di ambienti da destinare a fruitori non vedenti.
Palazzo Lanfranchi, che ospita il Museo Nazionale di Arte Medievale e Moderna della Basilicata, in primavera sarà oggetto di un progetto di intervento di riqualificazione e di potenziamento delle funzioni. I visitatori, intanto, potranno ammirare l’offerta tradizionale del museo incentrata al pianterreno dal telero di Carlo Levi Lucania ’61, da mostre fotografiche antropologiche, e ai piani superiori dalla corposa collezione delle sezioni Arte Sacra (Dipinti su tela, tavola, statue lignee), Collezionismo (quadreria Camillo D’Errico, tele di scuola napoletana del Seicento e del Settecento) e Arte contemporanea (opere di Carlo Levi e Luigi Guerricchio in particolare).
Questa è la prima di una lunga serie di riaperture, con la speranza che curino e colmino la voglia di cultura dell’Italia.