22 anni fa, la Galleria d’arte moderna Ricci Oddi di Piacenza, subì un gravissimo furto, un quadro del famoso pittore austriaco Gustav Klimt, si trattava del “Ritratto di Signora“.
Il quadro faceva parte del “periodo maturo” dell’artista, definito anche “terza fase klimtiana”, una fase in cui il pittore trasse ispirazione da Van Gogh, Monet, Matisse e Toulouse-Lautrec. La tavolozza divenne più colorata e le figure rappresentate più spontanee e meno sofisticate di quelle del “periodo aureo”, quest’ultimo, il periodo, probabilmente più conosciuto dell’artista, definito così proprio per l’uso preponderante del color oro e del quale opere come “il Bacio” e “Giuditta” ne sono famose dimostrazioni.
Il trafugamento del quadro, fu un giallo irrisolto degli anni ’90, nonostante le indagini massive, volte al recupero della preziosissima opera, le tracce si persero e il quadro sembrava dileguato nel nulla. Si sollevarono persino voci sull’uso della tela per riti satanici.
Eppure dopo 22 anni, un addetto alla pulizia del muro della Galleria, in un pertugio dell’intercapedine, trova un sacco nero, che contiene una tela e che sembra essere proprio il tanto ricercato quadro. Probabilmente il quadro non aveva mai veramente lasciato il museo, forse i ladri, visto il clamore della sparizione dell’opera d’arte, attendevano solo il momento giusto per recuperarlo e venderlo, a qualche facoltoso collezionista privato.
La polizia sta indagando, ovviamente, e visto che l’ultimo tassello del puzzle è tornato al suo posto, chissà, forse godremo di qualche altro colpo di scena?!
Intanto, gli esperti stanno studiando la tela per appurarne la veridicità ed accertarsi che sia esattamente il dipinto sottratto. La prima valutazione appare positiva, poiché a detta del direttore della galleria Massimo Ferrari, sul retro ci sono una ceralacca e dei timbri originali. Tuttavia non è finita qui, il mistero di questo quadro sta anche al suo interno, infatti sotto il dipinto che si vede all’esterno, ce n’è un altro, sempre un ritratto di donna, che sembrava anch’esso sparito nel nulla e che invece, Klimt stesso, aveva coperto con questa ultima, magnifica versione. La scoperta, ad opera di una ricercatrice di Piacenza, Claudia Maga, era stata fatta pochi giorni prima del furto. Forse questa curiosità aveva acceso le brame dei ladri e di un ipotetico mandante del furto. Fatto sta, che alla luce di questa scoperta, la garanzia che l’opera sia autentica, sarà il risultato dell’esame approfondito che rivelerà anche il quadro sottostante.
Intanto, noi amanti dell’arte, ci godiamo questo intrigo alla “Occhi di Gatto“, sperando che venga assodato, che quello ritrovato sia il Klimt autentico, per poterlo rivedere esposto in Galleria.