100 illustrazioni inedite del noto artista surrealista Salvador Dalì sulla Divina Commedia potranno essere ammirate alla Galleria Civica “G.B Bosio” di Desenzano del Garda dal 4 settembre 2021 al 12 ottobre 2021.
Cosa c’entra Salvador Dalì con Dante? Non smette mai di stupirci Dalì.
Molto spesso conosciamo soltanto le opere base, quelle più famose, le più popolari, ma se si va a fondo se si esplora nella vita di ogni artista si scoprono tantissimi particolari.
E come poteva una personalità così contorta come Dalì non meravigliare, sorprendere.
Dalì è uno degli artisti più rivoluzionari che ci siano mai stati e con una personalità strabiliante.
Il suo carattere, tutto da contestare, sposava il giusto e l’errato, rivoluzionario e pacifista, politico ed apolitico allo stesso tempo.
Pensando alla stravaganza di Dalì non può che nascere un sorriso sul volto.
E come le sue inedite cartoline di Natale prodotte in serie, ora spuntano le sue 100 illustrazioni sulla Divina Commedia.
Salvador Dalì e la Divina Commedia
Nel 1957 venne proposto a Dalì dall’Istituto Poligrafico dello Stato Italiano, di realizzare una serie di 100 dipinti che rappresentassero il viaggio di Dante della Divina Commedia.
Il tempo massimo che gli venne dato fu 8 anni per completare la serie, con la pubblicazione nel 1965 in edizione limitata delle sue opere, per celebrare il settecentesimo anniversario dalla nascita di Dante Alighieri.
Dalì irriverente com’era iniziò a dedicarsi alla progettazione e alla realizzazione di tali opere fino a quando venne bloccato dallo stesso Istituto Poligrafico dello Stato Italiano a causa dell’opinione pubblica che suscitò contestazioni.
Non si riusciva ad accettare il perché un Istituto Italiano avesse dato la commissione ad un’artista straniero per realizzare opere di un letterato italiano.
Cosi l’Istituto si vide costretto a tagliare i rapporti con Dalì.
Dalì, però, continuò ugualmente a realizzare le sue opere non discostandosi dalla sua arte e, quindi, aggiungendo alle rappresentazioni dei racconti sulla Divina Commedia l’onirico e il surrealismo.
Terminò la serie nel 1964. Nelle sue opere ispirate alla Divina Commedia rappresenta il viaggio dantesco di Inferno, Purgatorio e Paradiso attraverso la sua linea stilistica, evidenziando le caratteristiche del surrealismo con figure molli, ragni giganti, figure strane oniriche, volti, ossa volanti.
In queste rappresentazioni la mano di Dalì è inconfondibile, perché tutti questi soggetti riportano alle sue indimenticabili opere come La Persistenza della Memoria o l’Apparizione del volto di Afrodite di Cnido.
La lettura della Divina Commedia con le opere dell’artista assunse un aspetto insolito, irreale, dove la parte introspettiva del viaggio di Dante e poetica incontra l’ignoto, il diverso, rendendo il viaggio un vero sogno dal punto di vista psicanalitico dove appaiono immagini oniriche.
Le illustrazioni presenti alla mostra della Galleria Civica G.B Bosio di Desenzano del Garda sono state prese dal catalogo pubblicato a Firenze realizzato riproducendo i dipinti di Dalì con 3.500 blocchi che vennero intagliati per ben 5 anni.
E così, come Dalì avrebbe dovuto celebrare il settecentesimo anniversario dalla nascita di Dante con le sue opere, ci troviamo adesso nell’anno del settecentesimo anniversario dalla morte di Dante a mostrare l’arte di Dalì, quella commissione che gli fu tolta indegnamente ma che lui con caparbietà continuò a realizzare.
Informazioni sul sito del comune: Comune di Desenzano del Garda – GALLERIA CIVICA “Giovan Battista Bosio”
Info galleria: Galleria Civica Gian Battista Bosio – Home | Facebook
Galleria Civica G.B Bosio di Desenzano del Garda
La Galleria Civica di Desenzano del Garda è situata nel Palazzo Todeschini, una struttura cinquecentesca del 1570, eretto da Giulio Todeschini.
Fino agli anni ’70 fu una casa comunale successivamente nei primi del Novecento venne dedicata al pittore Gian Battista Bosio, bresciano di nascita ma desenzanese di adozione, e adibita a Galleria.
Gian Battista Bosio era un pittore dal carattere solitario ed introverso che ben rifletteva le sue emozioni sull’arte. Conosciuto poco nel versante bresciano, Bosio si rifugiò per un po’ di anni nel versante del Garda, dove trovò un’insenatura quella del Vo’ che diventò il suo soggetto principale, una natura incontaminata e solitaria come il suo animo.
Le sue opere sono per lo più custodite da collezionisti e privati, la maggior parte al nipote anch’egli pittore Virgilio Vecchia, al quale Bosio fece da maestro.