La Chiesa di San Giorgio Maggiore si trova a Napoli, città divenuta nel tempo un po’ custode di inaspettati ed affascinanti tesori nascosti.
Un intreccio di storia, arte e bellezza che ti porterà, se avrai il coraggio di osare, a togliere quel sottile velo di mistero che avvolge questa città, per certi aspetti così enigmatica.
L’affresco misteriosamente nascosto nella Chiesa di San Giorgio Maggiore, che viene annoverata tra le quattro chiese per prime edificate a Napoli, simbolo di una concreta testimonianza di arte Paleocristiana, appare e scompare a seconda che si tiri o lasci la corda del meccanismo che guida i movimenti del pannello anteposto.
L’antica Chiesa di San Giorgio Maggiore è intitolata al martire guerriero che nella cristianità è senz’altro una grande figura di riferimento, di indubbia suggestione poiché la sua storia è legata al mito del Drago, simbolo fiabesco dell’eterna battaglia tra il bene e il male.
La Basilica di San Giorgio Maggiore fu edificata per volere dell’allora vescovo di Napoli Saverio, nel periodo che va tra la fine del IV e l’inizio del V secolo d.C. e il suo culto viene fatto risalire al primo miracolo di San Gennaro, quando cioè per la prima volta si attribuì al Santo di aver permesso la liquefazione dei santi grumi.
Raggiunto l’altare maggiore della chiesa di San Giorgio Maggiore, contornato da una fila di colonne bianche disposte a semicerchio, voltandoti appena, potrai notare due grandi capolavori dell’ arte napoletana del seicento.
Due grandi tele di Alessio D’Elia, sono diametralmente sistemate una di fronte all’altra; nel lato sinistro il soggetto è la vita di San Severo, mentre nel lato destro è raffigurata in tutta la sua grandezza la battaglia di San Giorgio e il Drago.
Proprio dietro la battaglia di San Giorgio e il Drago si nasconde il dipinto misterioso
Un corposo telaio con cerniere, su cui è fissata la tela di Alessio D’Elia, si apre attraverso piccole manovre agevolate da una corda che ne permette la rotazione completa come la pagina di un libro, svelando il meraviglioso affresco sottostante.
Tale dipinto, per la sorpresa e le modalità del ritrovamento è anche detto dipinto nascosto.
E’ perfettamente integro e il suo ritrovamento è avvenuto grazie ad un restauro svolto di recente ed è stato da subito sorprendente anche per gli addetti ai lavori, notare l’inalterata brillantezza dei colori.
Questo misterioso affresco di San Giorgio e il Drago, fu realizzato da Aniello Falcone, nel periodo intorno al 1645 e il suo valore artistico è stato classificato di spiccata importanza.
L’opera di San Giorgio e il Drago, trasmette una forte spinta emotiva in chi guarda con un raffronto suggestivo che accompagna lo spettatore a rammentare leggende cavalleresche dei miti medievali.
Perché l’affresco di San Giorgio e il Drago sia stato nascosto per tutto questo tempo è un mistero che ricercatori e storiografi hanno cercato di indagare arrivando a diverse conclusioni tra cui non mancano di certo le ipotesi più fantasiose e improbabili.
In posizione dominante, protagonista dell’intera scena è un superbo cavallo bianco che drizzandosi sulle zampe posteriori, tenuto a briglie dal valoroso San Giorgio qui ritratto esattamente nell’attimo in cui trafigge con una lancia, il grande drago che ha davanti.
Il drago è rappresentato con le fattezze mitologiche di una creatura impegnata nell’ultimo atto di un feroce combattimento.
Accanto alle zampe del mostro, sono raffigurati quelli che probabilmente sono gli avanzi dei pasti precedenti. Resti che consistono in carcasse di giovani innocenti. In secondo piano invece, rispetto alla figura centrale, viene rappresentata una donna nell’atto di una fuga disperata dai cui occhi strappare tutto il terrore.
Il mito narra di San Giorgio che riesce a sconfiggere il Drago, salvando così lafiglia del re che stava per essere sacrificata e di conseguenza libera l’intera popolazione della città di Selem dalla continua minaccia della mostruosa creatura.