Oggi 14 Febbraio, è San Valentino, la festa degli innamorati. Sono ormai decenni che la festa cristiana che celebra questo santo si è trasformata nella festa dell’amore e sono secoli che l’amore viene rappresentato, sotto ogni forma, in moltissime opere d’arte.
Uno dei più celebri artisti, nonché uno dei maggiori esponenti del Barocco italiano, è Gian Lorenzo Bernini, pittore, scultore e architetto di grandissimo talento e fama.
Nato a Napoli nel 1598, era figlio di Pietro Bernini, uno scultore tardo manierista. Proprio grazie al padre, Gian Lorenzo si avvicinò alla scultura esprimendo un talento davvero grande per la professione. Quando la famiglia si trasferì a Roma, Bernini figlio poté assistere ai lavori per la costruzione della Cappella Paolina in Santa Maria Maggiore ed è qui che iniziò la sua formazione come architetto.
Ben presto Gian Lorenzo iniziò a lavorare da solo, dando prova delle sue grandi capacità tanto da essere chiamato, appena ventenne, dal Cardinale Scipione Caffarelli-Borghese, uno dei personaggi più influenti della Roma dell’epoca, per compiere delle sculture su sua commissione. È proprio a questo periodo risalgono alcune delle più celebri e belle opere del Bernini.
Quando Papa Urbano VIII salì al soglio pontificio iniziò uno dei periodi più floridi della carriera del Bernini che, divenendo l’artista ufficiale del Papa, si vide affidare incarichi di prestigio come l’esecuzione di una serie di fontane pubbliche, eseguite in importanti piazze di Roma.
Fu così che Gian Lorenzo divenne il direttore dei lavori per la fabbrica di San Pietro in Vaticano, eseguendo opere eccelse e immortali come il grande baldacchino posto al di sopra di quello che si crede sia il punto dove vengono conservate le spoglie di San Pietro.
La carriera del Bernini fu sfolgorante, tranne che per il breve periodo del pontificato di Papa Innocenzo X, il quale affidò gli incarichi più importanti ad altri artisti, lasciando Gian Lorenzo a committenze meno influenti.
Quando, però, Alessandro VII divenne Papa, Bernini tornò in auge. Ebbe una sfolgorante carriera, durante la quale eseguì le opere scultoree e architettoniche più belle e conosciute di tutta Roma. Lavorò perfino per il re sole Luigi XIV, dovendosi così trasferire per un breve periodo in Francia.
Morì a Roma nel 1680, alla veneranda età di 82 anni. Le sue spoglie sono conservate nella chiesa di Santa Maria Maggiore.
Un po’ di San Valentino nelle opere del Bernini
Enea, Anchise e Ascanio è un gruppo scultoreo eseguito dal Bernini tra il 1618 e il 1619. È il primo (in ordine cronologico) scolpito dall’artista e rappresenta l’amore nei confronti della propria famiglia.
La città di Troia è stata appena invasa dagli Achei, sta bruciando e, chi può, scappa. È questo il caso del prode Enea che riesce ad afferrare il padre Anchise, anziano e indisposto, e a portarlo con sé sulle spalle. Lo stesso fa col piccolo Ascanio, suo figlio, che, nella rappresentazione del Bernini, lo segue reggendo tra le mani il fuoco conservato nel tempio di Vesta, simbolo di una nuova rinascita in quella che sarà la città di Roma, che verrà fondata dallo stesso Enea.
Questo gruppo scultoreo è un simbolo fortissimo di amore: rappresenta, infatti, quel sentimento puro e disinteressato che un uomo prova nei confronti di un genitore, colui che lo ha cresciuto senza mai chiedere nulla in cambio, e nei confronti di un figlio, un essere puro e innocente che dipende totalmente dalla forza (fisica e morale) del padre. Dunque, un amore infinito e spassionato.
Il gruppo rappresentante il Ratto di Proserpina è stato eseguito da Gian Lorenzo tra il 1621 e il 1622. L’opera fu commissionata dal Cardinale Scipione Borghese ed eseguita con marmo di carrara. Rappresenta un mito greco: Plutone (Ade per i greci), il dio degli inferi, non riesce a trovare nessuna donna che sia disposta a sposarlo e a vivere con lui nel regno dei morti. Per cui, dopo varie delusioni, si innamora di una donna e decide di rapirla e di costringerla a vivere con lui. La scelta cade su Proserpina (Persefone per i greci) la figlia di Cerere, dea delle messi e dei raccolti.
L’artista, in questa scultura, rappresenta proprio il momento del rapimento. Plutone afferra Proserpina la quale, per quanto si dimeni, non riesce a liberarsi dalla presa possente del dio. La resa del marmo, che sembra quasi carne umana, fa sì che questa sia una delle sculture più belle mai realizzate dal Bernini.
In questo caso è rappresentato un altro tipo di amore: un amore violento, un sentimento di possessività, un fervore “malato” che acceca Plutone e gli fa compiere un gesto così insano. Ma non è anche questa, a modo suo, una forma d’amore, per quanto intollerabile e scellerata?
Il gruppo scultore di Apollo e Dafne completa questa carrellata sull’ amore attraverso le opere di Gian Lorenzo Bernini. Il tema trattato è il seguente: Cupido, il dio dell’amore, per vendicarsi della superbia del dio Apollo lo trafigge con una delle sue frecce e lo fa innamorare della bellissima ninfa Dafne. Al contempo, però, trafigge Dafne con una delle sue frecce dell’odio facendo sì che la ninfa non possa mai ricambiare i sentimenti del dio che si struggerà di amore per lei.
La scena rappresentata dal Bernini è l’epilogo di questa triste vicenda amorosa: Dafne, estenuata dalle attenzioni di Apollo, chiede agli dei di essere trasformata in un albero in modo che il suo corpo non possa più essere oggetto di desiderio per nessuno. Gli dei la accontentano e la trasformano in un albero d’alloro.
Apollo, che nel frattempo la sta inseguendo, riesce ad afferrarla proprio nel momento in cui sta avvenendo la trasformazione, ma si ritrova ad abbracciare un albero. Piange lacrime amare e decide che, da quel giorno, la pianta di alloro adornerà le tempie degli eroi e dei poeti.
Il Bernini qui rappresenta un’ulteriore forma di amore. Se pur all’ inizio animato da un sentimento puro e sincero, Apollo diventa ossessionato dal rifiuto di Dafne, tanto dal costringerla a compiere un gesto così estremo. Questa forma di amore ossessivo non ha portato gioia a nessuna delle due parti coinvolte, in quanto consistente in un tipo di amore insano.
I tre gruppi scultorei sono oggi presso la Galleria Borghese di Roma e sono tra i pezzi più pregiati della collezione.
Ed ecco che, attraverso le sue sculture, Gian Lorenzo Bernini, forse senza nemmeno esserne intenzionato, ha rappresentato varie forme di amore. In fondo durante la festa di San Valentino non si celebrano tutte le sfaccettature dell’amore?
Per ulteriori informazioni consultare il sito di Galleria Borghese al seguente link: https://galleriaborghese.beniculturali.it/.
Caro Icrewer, a questo punto non ci resta che augurarti un buon San Valentino!