La vendita della collezione di Thomas e Jordan Saunders ha riscritto la storia del mercato degli Old Masters. Con un incasso totale di 65,4 milioni di dollari nelle due giornate d’asta del 21 e 22 maggio 2025 da Sotheby’s, si tratta della più preziosa collezione di pittura antica mai venduta in un’unica sessione. Ma dietro i numeri ci sono aneddoti, scelte coraggiose, e una visione collezionistica che ha attraversato decenni.
Sette record e tante sorprese in sala d’asta
Tra i lotti più contesi spicca una natura morta di Jan Davidsz. de Heem, battuta per 8,8 milioni di dollari, nuovo record per l’artista. Luis Meléndez ha superato ogni aspettativa con un Still Life del 1760 aggiudicato a 6,3 milioni, mentre Frans Post, con il suo paesaggio brasiliano scoperto in un fienile del Connecticut, ha raggiunto i 7,4 milioni, quasi il doppio del suo precedente primato.
Anche altri autori hanno ottenuto ottimi risultati: la coppia di ritratti di Frans Hals ha incassato 7,9 milioni, mentre il rarissimo Adriaen Coorte con le sue fragole ha raggiunto quota 2,9 milioni. Il top lot? Due vedute veneziane firmate Francesco Guardi, vendute per 10,5 milioni: opere acquisite dai Saunders nei primi anni Duemila, durante un’asta in cui “mentre un altro collezionista usciva per un panino, noi ci siamo presi i quadri”, come ha ricordato Jordan Saunders.

La collezione come atto d’amore (e d’istinto)
Quella dei Saunders non è una raccolta costruita solo a colpi di portafoglio. È il frutto di una relazione diretta con le opere, con chi le ha custodite e con chi le ha cercate per loro. Il trait d’union di tutto è George Wachter, storico presidente di Sotheby’s Americas, che li ha guidati per oltre vent’anni nella scelta dei pezzi più significativi.
Wachter ha scovato per loro tesori nascosti in collezioni private, come il Meléndez tenuto sotto un letto da un collezionista riluttante a venderlo, o il Frans Post annerito dalla fuliggine che, una volta restaurato, si è rivelato una delle vedute più nitide della natura tropicale del Seicento.
Un’eredità costruita senza fretta
La forza di questa collezione sta nella sua coerenza estetica e nella passione autentica dei suoi proprietari. I quadri, oggi passati in nuove mani, raccontano non solo la grande pittura europea tra XVI e XVIII secolo, ma anche una visione del collezionismo come percorso culturale, emotivo, persino avventuroso.
Tra le opere spiccano:
- Gerrit Dou, Man Writing in an Artist’s Studio (1631–32), un interno intimo e riflessivo.
- Adriaen Coorte, Wild Strawberries in a Kraak Wan-Li Bowl (1704), un esercizio di poesia pittorica.
- Frans Hals, Boy Playing the Violin and Girl Singing (ca. 1620s), un frammento di vita musicale.
- Luis Meléndez, Still Life with a Cauliflower…, simbolo di opulenza domestica e tecnica pittorica sublime.
Tutte opere che, come ha detto Wachter, “non hanno bisogno di essere messe in ordine: ognuna è un highlight.”
Dal mercato all’eredità culturale
La vendita della Saunders Collection non è solo un caso da manuale per gli storici dell’arte e del collezionismo. È anche un invito a guardare oltre il valore economico, verso ciò che rende davvero unica una raccolta: le storie, i percorsi, le intuizioni. Il loro esempio dimostra che raccogliere opere non è solo possederle, ma viverle. E, se serve, seguirle fino sotto un letto o dentro una soffitta impolverata.
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