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Alla Scala di Milano incombe l’ombra della chiusura

Paola Mastracco 5 anni fa Commenta! 5
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Alla Scala di Milano si respira aria di grande incertezza per le ultimissime comunicazioni diramate dallo stesso ufficio stampa del Teatro Milanese che in una nota, inviata anche al comparto sindacale dei lavoratori, ha dichiarato la momentanea sospensione delle prove fino al prossimo due novembre.

Precedenti proteste dei lavoratori della Scala di Milano, avevano di fatto portato ad un controllo sistematico  per tutti coloro che lavorano stabilmente nella struttura e nella giornata di ieri è stato reso noto che tali controlli periodici davano esito positivo per nove elementi del coro e due professori d’orchestra della sezione dei fiati, unici a non indossare i dispositivi di protezione individuali poiché impedirebbero l’uso dello strumento.

Viste queste positività, il protocollo è scattato immediatamente, mettendo in quarantena tutto il coro, i professori d’orchestra del gruppo dei fiati e sospendendo le prove fino al prossimo tampone, programmato per tutti il due novembre.

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Misure senz’altro necessarie ma che gettano tutti i lavoratori del settore in un clima di estrema incertezza su quello che sarà l’immediato futuro.

Intanto per la Scala di Milano si prospetta uno scenario reale che nell’immediato pone seri dubbi sulla chiusura della stagione, portata quest’anno avanti con le difficoltà che tutti conosciamo e che non appartengono esclusivamente al settore dello spettacolo e della cultura.

La tempistica in cui sono emersi i casi positivi tra gli elementi della Scala di Milano, lasciano purtroppo pensare che l’incertezza a questo punto sembra gravare anche sulla prima della nuova stagione, già in programma per il sette dicembre.

Al momento non ci sono dichiarazioni in merito da parte del Direttore della Scala di Milano ma tutto lascia intendere che si stia pensando con grande preoccupazione anche a quell’evento che da sempre rappresenta un momento importante per la città di Milano ma anche per l’intera Nazione.

La Scala di Milano nel suo ruolo di doppio palcoscenico, culturale e sociale

A meno di altri impegni istituzionali, alla prima della Scala di Milano è sempre stata presente la più alta carica dello Stato nella persona del Presidente della Repubblica che partecipando in veste ufficiale, ha sempre preso posto, con il suo seguito, nel palco d’onore, quello che attraverso i secoli fu occupato da regine, principesse e dall’Imperatrice Sissi, quando accompagnò l’Imperatore Francesco Giuseppe in una difficilissima visita che scatenò la protesta serrata dell’aristocrazia milanese per l’indipendenza dall’Austria.

Proteste di questo tipo hanno sempre e da sempre caratterizzato la prima della scala di Milano e negli anni, la piazza antistante il Teatro è diventata a sua volta un palcoscenico esterno sul quale sono state rappresentate tutte le più forti proteste sociali che di volta in volta rappresentavano quello che con più forza voleva essere evidenziato agli occhi dell’intera Nazione.

Le proteste in taluni casi hanno avuto espressioni molto forti arrivando a comportamenti che talvolta hanno sminuito la vera anima del messaggio che si tentava di far emergere, esprimendosi con tafferugli, lancio di uova e oggetti, fino ad arrivare a quella che resterà sempre nella memoria collettiva la protesta più singolare e colorita mai andata in scena ad una prima.

Marina Ripa di Meana, personaggio mondano,  non nuova ad atteggiamenti sopra le righe,  si presentò completamente nuda, rivolgendo la sua protesta contro le ospiti della prima della Scala di Milano che arrivavano in pelliccia.

Per anni il suo slogan fu ripreso e riproposto anche dalla stessa autrice del gesto plateale:

Questa è l’unica pelliccia che sono orgogliosa di indossare

Insomma non semplicemente un Teatro quello della Scala di Milano e non una semplice prima la sua ma da sempre cartina tornasole di un momento storico e di una società a tutto tondo nei suoi vari aspetti.

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