Ancora oggi gli scavi di Pompei non smettono di stupirci. Infatti, sono stati tre scheletri all’interno di un panificio. Dalle indagini è emerso che si tratta dei corpi di due donne e di un bambino.
Scavi di Pompei, scoperti 3 scheletri in un panificio
Durante gli scavi nella Regio Nona a Pompei, gli archeologi hanno scoperto tre scheletri in una domus del sito archeologico, fino ad ora inesplorata. Gli scheletri appartengono a due adulti e a un bambino, che, secondo gli storici, si sarebbero rifugiati in un panificio durante l’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. Uno dei scheletri è stato lasciato nell’area, mentre gli altri due sono stati trasferiti nei laboratori per ulteriori studi.
Vicino ai resti, gli archeologi hanno trovato un forno che, secondo le analisi, avrebbe potuto contenere tra i 40 e 50 pani. Tuttavia, manca una macina per il grano nell’area circostante al panificio, probabilmente rimossa nel XIX secolo durante gli scavi borbonici. Le pareti dell’area sono adornate da numerosi affreschi risalenti al IV stile, l’ultima fase pittorica di Pompei prima dell’eruzione del Vesuvio. Al centro di uno di questi affreschi, che verrà sottoposto a lavori di restauro, è stata identificata la rappresentazione del mito di Dafne e Apollo.
Il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, ha dichiarato:
“Questi continui ritrovamenti ci fanno capire quanto ancora c’è da svelare a Pompei. Adesso si sta concludendo felicemente il Grande progetto Pompei, ma noi abbiamo già discusso su come dare seguito. La cosa che dobbiamo assolutamente evitare è che il degrado possa tornare in questo luogo. E quindi occorre assicurare finanziamenti costanti sia per andare avanti con gli scavi, e concepire anche nuovi allestimenti museali, sia preservare questo luogo tenendo presente che c’è ancora molto da svelare ai nostri occhi e alla ricerca storica”.
Il direttore del Parco archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel, ha continuato:
“Il ritrovamento di tre vittime dell’eruzione ha messo insieme una squadra composta di archeologi, antropologi, sismologi e archeobotanici che lavorano insieme per cavare il massimo dei dati da questi rinvenimenti. Proprio perché il Grande progetto Pompei è stato un successo notevole vogliamo andare oltre ed evitare di tornare a una situazione per cui abbiamo bisogno di un finanziamento straordinario, lavorando invece nell’ottica della conservazione e cura del patrimonio”.