I resti di una chiesa paleocristiana sono stati scoperti e portati alla luce ad Appiano sulla Strada del Vino, in provincia di Bolzano. La chiesa ritrovata risale al V-VI secolo, epoca durante la quale il cristianesimo ha conosciuto una rapida diffusione in Alto Adige.
Scoperta una chiesa paleocristiana ad Appiano
Un notevole reperto è emerso ad Appiano sulla Strada del Vino, nell’area di Bolzano, dove sulla collina del Lamprecht sono stati rivelati i resti di un’antica chiesa paleocristiana risalente al V-VI secolo. Questo periodo storico è noto per aver testimoniato una diffusione accelerata del cristianesimo nell’Alto Adige. La chiesa, che si è scoperto essere stata ricostruita a seguito di un devastante incendio, offre un’interessante finestra sulla storia di quella fase.
La rivelazione di questa straordinaria scoperta è il risultato di un meticoloso scavo archeologico guidato dall’Ufficio Beni Archeologici della Soprintendenza Provinciale per i Beni Culturali della Provincia Autonoma di Bolzano. Il lavoro sul campo è stato supervisionato da Catrin Marzoli, direttrice dell’ufficio, e le operazioni di scavo sono state condotte dalla ditta ASAR di Gino Bombonato.
L’importanza di questa scoperta risiede nella capacità di gettare luce su un’epoca critica in cui il cristianesimo stava guadagnando terreno nella regione. Tale reperto, testimone mutevole del passato, svela la resilienza della comunità di allora, che ha ricostruito la struttura dopo la devastazione dell’incendio. Questo ritrovamento arricchisce la narrazione storica dell’Alto Adige e ci connette alle vite e alle storie di coloro che hanno plasmato questa terra nei primi secoli dell’era cristiana.
L’impegno e la dedizione dell’equipe di archeologi, guidati da Catrin Marzoli, e la cooperazione con la ditta ASAR di Gino Bombonato hanno portato alla luce un tassello fondamentale del puzzle storico dell’Alto Adige. Questo straordinario ritrovamento non solo arricchisce la comprensione della storia locale, ma sottolinea anche l’importanza di preservare il nostro patrimonio culturale per le generazioni future. L’antica chiesa paleocristiana rappresenta un collegamento tangibile con il passato e ci invita a riflettere sullo sviluppo e sulla trasformazione della nostra società nel corso dei secoli.
Ma non è tutto: lungo il lato esterno occidentale della chiesa sono state infatti scoperte circa venti sepolture: sono stati trovati individui di sesso maschile e femminile tra cui neonati, bambini e adulti. Il campo di sepoltura si trova in un corridoio delimitato dalla chiesa e da un altro edificio. Sembrerebbe trattarsi di un’ampia cisterna per l’acqua con un soffitto a volta.
“Ora l’interrogativo interessante”, osserva la soprintendente provinciale, Karin Dalla Torre, “è se castrum Appianum, menzionato nel VIII secolo dallo storico Paolo Diacono, autore della Storia dei Longobardi, sia da collocarsi proprio sulla collina del Lamprecht”. Il ritrovamento lascia infatti margine per questa ipotesi: sappiamo che sulla collina del Lamprecht, nelle vicinanze di Ganda di Sopra e a poca distanza delle famose “Buche di ghiaccio”, era collocato un castrum, ovvero una fortificazione utilizzata dalla popolazione locale come luogo di rifugio dopo la caduta dell’Impero Romano, durante le incursioni di popolazioni germaniche. I Franchi, nel 590, furono i protagonisti di una violenta incursione lungo la valle dell’Adige, durante la quale distrussero diversi impianti fortificati, proprio come quello della collina del Lamprecht.
“Ogni scoperta archeologica”, ha dichiarato l’assessora provinciale, Maria Hochgruber Kuenzer, “è come una tessera di un mosaico che ci permette di ricostruire e comprendere il passato”.