Sekhmet è la dea dalla testa leonina, che gli abitanti dell’Antico Egitto più di tutte temevano. Già dal suo nome percepiamo il suo carattere forte e la sua temuta ed immensa potenza. Il nome di Sekhmet deriva dalla parola egizia sekhem che significa potenza, avere controllo, con l’aggiunta del suffisso femminile t. Il suo nome è traducibile come la Potente.
Rappresentata con il colore rosso, simbolo del sangue versato per lei dagli uomini, Sekhmet era la divinità della guerra e incarnava i raggi del sole. Era venerata anche come dea guaritrice. Forse era la divinità più temuta, perché rappresentava lo strumento della vendetta di Ra contro l’empietà degli uomini imponendo l’ordine del mondo. Era temuta non solo in vita, ma anche nel Duat, l’aldilà dell’Antico Egitto.
Era una dea tanto spietata, quanto benevola. Per placare l’ira della sanguinaria Signora del terrore, la sua classe sacerdotale celebrava ogni giorno dell’anno, al mattino e al pomeriggio, un rituale davanti a una diversa statua della divinità.
Per celebrare la potenza di Colei davanti a Cui perfino il Male trema, a Bologna è stata inaugurata la mostra: Sekhmet, la Potente. Una leonessa in città, a cura di Daniela Picchi.
In questa mostra, potrete ammirare le numerose statue della dea leonessa. Tutte le statue sono state scolpite raffigurando la dea in maniera statica, probabilmente per evitare che, durante gli spostamenti, si potesse rompere e quindi provocare l’ira della divinità.
Sekhmet, la Potente: la collaborazione tra il Museo Archeologico di Bologna e il Museo Egizio di Torino
Dal 7 luglio 2021 al 31 dicembre 2023 un’ospite di eccezionale rilievo troverà dimora presso il Museo Archeologico di Bologna grazie al progetto espositivo Sekhmet, la Potente. Una leonessa in città, a cura di Daniela Picchi.
L’iniziativa è resa possibile dalla generosa collaborazione con cui il Museo Egizio di Torino ha concesso in prestito uno dei suoi capolavori più rappresentativi: una statua colossale di Sekhmet, materializzazione terrestre della temibile divinità egizia con testa di leonessa e corpo di donna, di cui il museo torinese conserva una delle più grandi collezioni al di fuori dell’Egitto, composta da 21 esemplari.
Divinità dalla natura ambivalente, al contempo di potenza devastatrice e dispensatrice di prosperità, la dea venne raffigurata in varie centinaia di statue per volere di Amenhotep III, uno dei faraoni più noti della XVIII dinastia (1388-1351 a.C.), allo scopo di adornare il recinto del suo “Tempio dei Milioni di Anni” a Tebe Ovest.
Alcuni studiosi ipotizzano che il gigantesco gruppo scultoreo fosse composto da due gruppi di 365 statue, una in posizione stante e una assisa per ogni giorno dell’anno, così da creare una vera e propria “litania di pietra”, con la quale il faraone voleva pacificare Sekhmet tramite un rituale quotidiano. La regolarità dei riti in suo onore servivano infatti a placarne l’ira distruttrice che la caratterizzava quale signora del caos, della guerra e delle epidemie, trasformandola in una divinità benevola e protettrice degli uomini.
Nella collezione egizia del Museo Civico Archeologico di Bologna è presente il busto di una di queste sculture che – grazie al confronto con la Sekhmet seduta in trono proveniente dal Museo Egizio di Torino – potrà così riacquistare, almeno idealmente, la propria integrità creando una proficua occasione di confronto e ricerca scientifica.
La statua sarà esposta nell’atrio monumentale di Palazzo Galvani e andrà ad arricchire un importante repertorio di materiali lapidei, sia di proprietà civica, tra i quali un raro busto in marmo di Nerone, sia di proprietà statale, che la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara ha depositato presso il museo.
Dall’alto dei suoi 2,13 metri di altezza, la figlia di Ra potrà così accogliere il pubblico e introdurlo alla visita della collezione egizia, continuando a svolgere la funzione protettrice per la quale era stata commissionata.
Al suo cospetto, il visitatore potrà rivivere la stessa emozione che il sacerdote dell’antico Egitto doveva provare quando entrava nel cortile del Tempio per pronunciare il nome della “Potente” e invocarla nelle sue preghiere per placarla e propiziare ogni estate la fertile esondazione delle acque del Nilo.
Informazioni per visitare la mostra
Gli orari di apertura al pubblico della mostra sono:
- lunedì, mercoledì h 10.00-13.00
- giovedì, venerdì h 15.00-19.00
- sabato, domenica, festivi h 10.00-19.00
Per l’acquisto dei biglietti, invece, ci si può rivolgere al seguente link.
Per i prezzi:
- Il prezzo del biglietto intero è di € 6
- Il biglietto ridotto € 3
- È previsto un ridotto speciale di € 2 per i ragazzi di età compresa tra i 18 e i 25 anni
- Il biglietto è gratuito per i possessori di Card Cultura