Shakespeare è ancora protagonista al Globe Theatre di Roma con Pene d’amor perdute in scena dal 7 al 10 ottobre. Si tratta della prima commedia scritta dal drammaturgo, che presenta una prima “fioritura” di personaggi e situazioni tipicamente shakespeariane, che prenderanno compiutezza nella successiva produzione drammaturgica dell’autore.
Il sentimento domina incontrastato sulle vicende e rende questa commedia una sorta di dramma delle attese che si svolge nel regno di Navarra. E’ una fiaba musicale in cui l’Accademia Silvio D’amico collabora con la Politeama s.r.l.
Shakespeare: Pene d’amor perdute, l’officina drammaturgica del poeta
La commedia fu composta probabilmente tra il 1593 e il 1596, ma non si conosce la data della prima rappresentazione. Non sono molto certe le fonti, ma alcuni studiosi di Giordano Bruno hanno evidenziato che da Il Candelaio potrebbe essere stata ripresa la critica agli intellettuali pedanti e al petrarchismo, mentre da Lo spaccio della bestia trionfante, il tema della caccia al cervo. Tuttavia, gli studiosi di Shakespeare smentiscono queste ipotesi.
La rappresentazione è ambientata nel Regno di Navarra, sono inoltre presenti dei riferimenti storici alla contrattazione dell’Aquitania, una regione francese contesa dalla corona, che dopo la guerra dei Cento anni finì nelle mani dell’Inghilterra per poi ritornare di nuovo un possedimento francese.
La regia e l’adattamento di Pene d’amor perdute è di Danilo Capezzani, con la supervisione artistica di Luca De Fusco. La scena è nuda con due grandi lavagne ai lati e una sedia centrale. Una pedana rettangolare su ruota, introduce di volta in volta, a vista, i vari elementi scenici: ora una semplice sedia con la funzione di trono, ora una cattedra. Saranno sfruttate ampiamente tre botole per nascondere i tre personaggi che infrangeranno il giuramento.
Tutto fa pensare alla scuola ed effettivamente dalla messinscena traspare che tanto l’amore, quanto la cultura sono scuole di vita e non ci si può privare di uno dei due elementi. L’amore muove infatti la creatività umana, la creazione di poesie e aiuta a conoscere l’animo umano.
Le scritte a caratteri cubitali alla lavagna sottolineano il succedersi rapido e spesso labile degli eventi: Letteratura, dittatura, Cupido.
Shakespeare, Pene d’amor perdute: la trama
Il re di Navarra riunisce a corte due gentiluomini, Domain e Biron e i tre stringono un patto sul quale il sovrano fonderà le sue leggi. Per tre anni i tre uomini dovranno dedicarsi allo studio e dovranno evitare di incontrare le donne. Questo patto verrà esteso a tutto il regno. L’unico passatempo sarà costituito dai racconti sgangherati ed eroici di Don Armado. Biron è perplesso, ma nonostante ciò firma il giuramento. Tuttavia la visita della principessa di Francia, accompagnata dalle due nobili dame Rosalina e Caterina, costringe il re a rivedere quanto aveva in precedenza stabilito.
Anche Don Armado è segretamente tormentato dalle pene d’amore. E’ attratto dalla contadina Jaquinette, ma la sorprende col popolano Zucca e lo accusa di aver infranto il giuramento che è stato esteso per tutto il regno. Così il villano Zucca viene recluso e punito a pane e acqua.
Nel frattempo arrivano in visita la principessa di Francia, accompagnata dalle due dame Caterina e Rosalina. Queste ultime due confessano di conoscere Dumain e Biron. Ma in virtù del patto stabilito dal re, le tre donne vengono ospitate nel cortile e non a palazzo. Cupido comincia a colpire nel regno di Navarra e a far vacillare il patto. Il re è segretamente innamorato della Principessa e di nascosto compone canzoni e poesie, Biron è fortemente attratto dagli occhi di Rosalina: “due palle di pece nera”, mentre il timido e discreto Dumain compone versi per Caterina.
Dopo un esilarante gioco di smascheramenti e su proposta di Biron, i tre rompono il patto e cominciano a corteggiare le ragazze. Nel frattempo il gruppo di comici formato da Don Armado, il suo paggio Bruscolino, il Carabiniere Intronato, Zucca e Jaquinette mettono in moto tutti quei meccanismi di beffe ed equivoci che alimenteranno poi il futuro teatro di Shakespeare.
Zucca si trasformerà in un buffo “Ermes” contadino, poichè verrà liberato da Don Armado e incaricato da quest’ultimo di consegnare la lettera a Jaquinette. Subito dopo arriverà Biron che gli consegnerà un quaderno di poesie per Rosalina. Lo scambio di lettere da parte del servo si rivelerà un espediente drammaturgico dall’effetto esilarante.
Ancor più esilarante sarà il travestimento da gentiluomini russi del re, Biron e Dumain, che corteggeranno la dama sbagliata a causa dell’ulteriore beffa messa in atto dalle tre donne. Dopo i reciproci smascheramenti e confessioni ci sarà un altro divertente espediente del teatro shakeaspeariano: il modulo del teatro nel teatro.
Verrà introdotto in Pene d’amor perdute, come creazione di un momento leggero, come momento di avvicinamento delle coppie e infine come spartiacque tra le risate per la sgangherata messinscena e la notizia della morte del re di Francia che determinerà la decisione finale delle tre dame.
In Amleto il modello di teatro nel teatro è un mezzo utilizzato dal protagonista per smascherare il re Claudio, mentre nel Sogno di una notte di mezza estate, ci sarà un’altra sgangherata messinscena per ricomporre in allegria gli equilibri tra le coppie.
Questo è quanto recita il comunicato stampa:
“Una commedia sull’attesa, di un sentimento. E su come nella vita accada sempre che la realtà (che non ci piace) sia
difforme dall’immaginazione, della quale sempre si sogna la realizzazione.”
La commedia si apre infatti con la prospettiva di un’attesa: tre anni da dedicare solo allo studio, senza distrazioni verso il genere femminile. Quest’attesa viene poi infranta e le tre donne risponderanno imponendo ai rispettivi spasimanti un’altra attesa: l’attesa di un anno per il lutto del re di Francia.
E’ un finale aperto che sottolinea l’essenza stessa della vita fatta di sogni, desideri e attese.
Shakespeare: la messinscena e il cast di Pene d’amor perdute
Un cast di giovani attori e un testo che vibra di freschezza, passione e un pizzico di innocente irriverenza.
Siamo fatti della stessa sostanza dei sogni
Questo celebre verso shakespeariano risuona in questa commedia di Shakespeare, che si può definire quindi all’origine della poetica del drammaturgo, ma risuona anche in questi giovani attori che raccolgono importanti testimoni: Shakespeare, Proietti, l’esperienza in Accademia.
Un testimone raccolto in maniera brillante e una prova superata a pieni voti.
L’Assistente alla Regia è Valentina Rota, scene e costumi di Marta Crisolini Malatesta e la sua assistente è Laura Giannisi, la drammaturgia musicale è a cura di Paolo Coletta e l’insegnante di canto è Joana Estebanel Millian. La Direzione tecnica di Stefano Cianfichi, il Light designer Umile Vainieri e il Sound Engineer Daniele Patriarca.