Di Shamsia Hassani ci siamo già occupati, in un precedento articolo (lo trovi a questo link), è una street artist che ama usare le bombolette sulle mura delle case di Kabul, devastate dalla guerra , quando riesce, perchè purtroppo vivendo e lavorando a Kabul, spesso non le è possibile uscire.
Tuttavia sulla sua pagina Facebook, ieri, è apparsa una nuova creazione, si tratta di un’opera di impatto, come le altre, ma che questa volta, a differenza delle altre, tocca anche la nostra storia, poichè anche lei si esprime sul coronavirus e sul significato che questa parola sta dando a tutti noi.
Shamsia Hassani: un’ opera sul coronavirus
L’opera si presenta con una donna vestita di blu, in equilibrio, quasi danzando, su un mare di palline rosse con la caratteristica “corona” del covid19, il quale apparentemente sotterra un piccolo carroarmato in basso.
La donna, come tutte le donne di Shamsia Hassani, non ha la bocca, ma si intuisce che ha un desiderio nel cuore, perchè in volo, partito dalla sua mano c’è un Tarassaco comune, meglio conosciuto come soffione e che è il simbolo del desiderio riposto, un desiderio piccolo, quasi invisibile, che si mimetizza col grigiore della città.
La donna è nelle opere di Shamsia Hassani la protagonista indiscussa, e questa protagonista, regala al vento il desiderio che la guerra si blocchi grazie ad un piccolo essere, senza DNA, che sta mietendo molte vittime in tutto il mondo (40.000 a ieri di cui più di 12000 solo nel nostro paese) il coronavirus, per l’appunto.
In questi giorni sono rimbalzate sui social notizie secondo cui la natura stia dando una boccata d’ossigeno grazie al blocco delle molte attività nel mondo intero: smog notevolmente ridotto nelle aree maggiormente inquinate, animali che si prendono spazi ormai dati per persi (hai visto il video dei delfini nel porto di Cagliari?), i canali di Venezia limpidi come nemmeno 30 anni fa si sono mai visti e dulcis in fundo… guerre bloccate.
Purtroppo, pare che il blocco delle guerre sia una fake news, nella quale la nostra Shamsia Hassani aveva probabilmente riposto speranza.
La macchina bellica non si ferma di fronte a nulla e se osservi bene il murales dell’artista, noterai che il carroamato ha superato la moltitudine di “bombe rosse” arrivando a destinazione, ovvero alla fine della strada nel quadro.
Un dipinto simbolico, senza dubbio, in ogni più piccolo aspetto. Il blu, da sempre archetipo di libertà (non a caso i giovani amano i blue-jeans) converge l’attenzione dello spettatore, focalizzandola sull’abito della donna che a passo di danza vola centrale nel dipinto, tentando di consegnare alla città di Kabul (appena accennata dietro in grigio) la speranza del soffione.
La protagonista del murales, che potremmo chiamare “donna speranza”, balla in equilibrio sul coronavirus, che dal rosso fiammante e dalla dimensione, ricorda molto una bomba. Una bomba di rappresentazione classica, con gli spuntoni che partono dalla sfera, conoscendo l’incisività nel racconto di questa artista, il parallelo, non può essere un “caso”. Anche il colore del covid19 è simbolico: il rosso è da sempre il colore del sangue e anche della guerra.
Un doppio messaggio: siamo in guerra e abbiamo una pandemia in corso. La speranza vola comunque alta, la speranza non muore mai, ma la guerra, nonostante tutto procede, imperterrita senza voltarsi indietro. Il carroarmato arriva sulla sua strada tracciata alla fine del quadro, ha solo una piccola particella di virus che tenta di fermarlo. Ci riuscirà?
Brevi cenni sull’Afghanistan, patria di Shamsia Hassani
Lo scorso 29 marzo in Afghanistan, Talebani e USA firmano un accordo che sancirebbe il ritiro delle truppe statunitensi dal terreritorio afghano a patto che i Talebani scongiurino l’accrescimento di cellule terroristiche e che migliorino i diritti delle donne.
Un accordo che fa sperare, ma che in realtà genera timori e preoccupazioni, sopratutto tra le donne stesse, non è una novità che i Talebani abbiano una visione della vita della donna troppo ristretta.
A questi timori si aggiunge l’emergenza del coronavirus, poichè anche la sanità afghana non sarebbe in grado di gestire l’emergenza sanitaria che comporta il contagio da covid19. Per il momento ufficilamente si sa di 120 casi accertati, ma il dubbio è che superino già i 100 mila.
Shamsia Hassani, in un solo quadro racconta tutto questo. Nelle sue opere ci sono forza espressiva e narrativa uniche, che la rendono davvero una grande artista che merita assolutamente di essere ricordata.