ENEA e Istituzione Bologna Musei sono lieti di annunciare una collaborazione finalizzata all’ottenimento di rilevazione dati per il monitoraggio della soddisfazione e della fruizione di opere d’arte in ambiti museali.
Il tutto è stato reso possibile grazie alla sperimentazione e allo sviluppo di metodologie informatiche fondate su applicazioni di Intelligenza Artificiale e Big Data.
Chi è ENEA? Di cosa si occupa?
ENEA è un ente pubblico di ricerca italiano che opera nei settori dell’energia, dell’ambiente e delle nuove tecnologie a supporto delle politiche di competitività e di sviluppo sostenibile.
Da oltre 20 anni si spende per la conoscenza, la conservazione, lo sviluppo e la fruizione del patrimonio artistico e culturale italiano attraverso l’uso di tecnologie all’avanguardia, strutture di prova complesse, elevata capacità di elaborazione ed interpretazione dei risultati.
ENEA & Istituzione Bologna Musei danno il benvenuto a ShareArt
Questo percorso di applicazioni informatiche nel ambito dei beni culturali si concretizza con la nascita del sistema ShareArt per il quale il Dipartimento Sostenibilità dei Sistemi Produttivi e Territoriali di ENEA ha scelto come partner di progetto l’Istituzione Bologna Musei.
A tal proposito, infatti, il sistema museale civico di Bologna appare come il contesto ideale per sperimentare e applicare direttamente sul campo la realizzazione di repository di informazioni eterogenee e personalizzate nelle fasi di acquisizione dati, conservazione e documentazione.
Cos’è ShareArt?
ShareArt (sviluppato dal 2016) è in grado di misurare il gradimento di un’opera d’arte grazie alla condivisione di informazioni non interrogando direttamente gli utenti, ma monitorando la registrazione degli indicatori nel tempo.
Una misura resa possibile dall’utilizzo di nuove tecnologie: in particolare una applicazione tipica dei Big Data capace di ottenere informazioni esplorando grandi quantità di dati differenti.
ENEA e Istituzione Bologna Musei: una nuova partnership
La collaborazione tra ENEA e Istituzione Bologna Musei si inserisce nel campo di ricerca e sviluppo dei Big Data – di grande interesse per la Regione Emilia-Romagna, impegnata nella realizzazione di un progetto concentrato nel Tecnopolo di Bologna una potenza di calcolo e un expertise di supercalcolo, Big Data e Intelligenza Artificiale di rilevanza internazionale.
Attraverso una telecamera il sistema ShareArt rileva automaticamente i volti che guardano nella sua direzione acquisendo, contestualmente, una serie di informazioni relative al comportamento nell’osservazione delle opere d’arte come, ad esempio, il percorso compiuto per avvicinarsi all’opera, il numero di persone che l’hanno osservata, il tempo e la distanza di osservazione, il genere, la classe di età e lo stato d’animo dei visitatori che osservano.
L’applicazione al mondo dell’arte di questo sistema, che cambiando la prospettiva rivolge la telecamera dall’opera verso il pubblico in modo che rilevi i volti che la osservano all’interno di un percorso museale, in una mostra temporanea, in una galleria o in un sito archeologico, consente di monitorare, tramite la generazione di dati oggettivi, il gradimento e la fruizione da parte dell’osservatore dell’opera e degli spazi antistanti la stessa – queste le parole degli esperti ENEA Stefano Ferriani, Giuseppe Marghella, Simonetta Pagnutti e Riccardo Scipinotti.
In aggiunta a questa informazioni, il sistema ShareArt può essere utilizzato, in questa fase di emergenza Covid-19 per aumentare la sicurezza degli ambienti museali rilevando il corretto utilizzo della mascherina e il distanziamento dei visitatori, attivando, in tempo reale, un segnale visiva per ricordare il rispetto delle disposizioni vigenti.
Il sistema è costituito da una serie di dispositivi di acquisizione dati, attualmente disponibili sul mercato a costi contenuti.
Questi, grazie alla telecamera integrata raccolgono le informazioni e le inviano a un server centrale per l’elaborazione e la memorizzazione.
Un’applicazione web consente la consultazione dei dati, consentendone un’analisi multidimensionale interattiva con tecniche OLAP (On-Line Analytical Processing).
ShareArt rispetto ad altre sistemi di tracciamento del pubblico dei musei non richiede alcuna attività da parte del visitatore o alcun dispositivo da indossare che, agendo sul suo comportamento naturale, influenzerebbe i dati raccolti alterandoli.
Inoltre, la tecnologia utilizzata è compatibile con il regolamento GDPR sul rispetto della privacy perché non acquisisce né conserva dati associabili a una persona fisica o indicanti la sua posizione geografica.
Per dare inizio al progetto sono state indicate le Collezioni Comunali d’Arte di Palazzo d’Accursio di Bologna le cui sale contengono un ricco patrimonio di dipinti, sculture, arredi e suppellettili che si sono insediati negli anni grazie alle donazioni di magistrature cittadine e collezioni private.
I primi dispositivi (installati nel luglio 2020) hanno consentito di strutturare una rete più estesa di monitoraggio che interesserà 20 opere provenienti dello stesso museo.
In tal modo si potranno raccogliere sufficienti dati per valutare il comportamento dei visitatori.
Gli algoritmi Big Data consentiranno di estrarre una serie di informazioni che mettono in relazione la fruizione delle opere con caratteristiche dei visitatori.
Risulta evidente come i dati raccolti costituiscano un capitale informazionale molto prezioso per gli operatori museali, che possono così analizzare, con dati concreti, le modalità di fruizione delle opere esposte, evidenziando punti di forza, eventuali criticità, possibili miglioramenti utili per ottimizzare l’esposizione delle opere stesse e il percorso di visita, misurando poi gli effetti delle azioni intraprese.
ENEA e Istituzione Bologna Musei: verso il futuro
Uno degli aspetti che ritengo importante sottolineare è come nello sviluppo del progetto la collaborazione tra le professionalità scientifiche e tecniche di ENEA e quelle curatoriali museali dell’Istituzione Bologna Musei sia stata sempre molto fluida e facile. Credo che in ciò abbia contribuito l’approccio razionale nei confronti delle sfide e il comune atteggiamento di orientamento al risultato – sottolinea Maurizio Ferretti, direttore Istituzione Bologna Musei.
Attualmente per musei, archivi e biblioteche è fondamentale trarre vantaggio dall’uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione.
Questo, infatti, non rappresenta solo una possibilità, ma una vera e propria necessità che garantisca un futuro di conservazione e condivisione pubblica delle proprie risorse.
Grazie alla partnership con ENEA nel progetto ShareArt, l’Istituzione Bologna Musei ha l’opportunità di ampliare le attività di raccolta dati del pubblico per ciò che concerne la percezione e l’interazione verso i propri spazi, confermando una significativa apertura ad un tipo di approccio più innovativo offerto dalle tecnologie digitali.
Non solo il modo di osservare, ma anche come si arriva all’opera, quanto la si osserva. Sono comportamenti che aiutano i curatori dei musei a comprendere meglio i comportamenti dei visitatori e i ricercatori ad approfondire le dinamiche della percezione del gradimento attraverso la raccolta e la elaborazione di un grande numero di dati. È un percorso affascinante e siamo soddisfatti di poterlo affrontare con una istituzione scientifica di eccellenza come ENEA.