Una sinagoga che anche a prima vista, l’occhio critico ed abituato degli addetti ai lavori, ha giudicato poter aspirare ad essere una tra le più antiche fin ora ritrovate.
La scoperta è avvenuta pena qualche giorno fa in Galilea e precisamente nell’abitato di Migdal, città che accolse i natali di Maria Maddalena e sembra avvenuta proprio il giorno 21 dicembre scorso.
E’ certo che òa sua datazione possa risalire a prima della distruzione del Secondo Tempio.
Ma la cosa che getta un velo di mistero su quanto accaduto è che all’unanimità gli esperti già da ora, tendono con fermezza a datare i resti del ritrovamento proprio all’epoca di Gesù, quindi sulla scorta di tali affermazioni non si può che porre l’accento sul fatto che una siffatta scoperta sia avvenuta proprio a ridosso del Santo Natale.
Fu per congettura umana o per mano divina una sinagoga sia tornata alla luce proprio ora?
Al momento di certo c’è solo che la scoperta ha un immenso valore archeologico e non solo per la storia del giudaismo.
Da quanto già emerso e da una prima sommaria ricostruzione, la sinagoga presenta una una base planimetrica quadrangolare ed è in basalto e calcare.
E’ certo sia una Sinagoga di circa 2000 anni fa, che corrisponderebbe esattamente al periodo di vita terrena di Maria Maddalena.
Ad essere però più precisi, tale sinagoga è come accennato prima, di fatto la seconda rinvenuta in zona, coincidenza questa che spalanca le porte ad un secondo mistero, forse più coriaceo del primo che pone l’accento su cosa significhi oggi e soprattutto cosa abbia significato in passato l’aver edificato esattamente due sinagoghe, due realtà religiose pressoché nello stesso fazzoletto di Terra Santa.
E’ la prima volta nello stesso insediamento.
Cosa c’è di misterioso sotto?
Al momento nessuno sembra disposto a parlare ma è evidente che da questa scoperta sensazionale e dall’inestimabile valore archeologico sentiremo ancora parlare a lungo e crediamo offrirà più di uno spunto per molteplici approfondimenti.
Questo sito archeologico, nel suo complesso di enorme importanza, è citato e negli scritti dello storico ebreo-romano Flavio Giuseppe, e nei Vangeli, dove tra l’altro è nominato per essere stato il posto dove nacque Maria Maddalena.
A dare un primo contributo esplicativo sui resti della sinagoga ritrovata è l’archeologa Dina Avshalom-Gorni:
I reperti rinvenuti offrono, secondo quanto riferito da , una degli autori degli scavi, una nuova visione della vita religiosa ebraica di quel periodo.
La sinagoga è di basalto e gesso, e comprende una sala principale e due stanze laterali: trovata anche una panchina in pietra.
A sorreggere il tetto erano sei pilastri e solo di due di questi sono state trovate le basi.
Le pareti erano ricoperte di intonaco e decorate con colori vivaci.
Una piccola stanza all’estremità sud della sala principale aveva uno scaffale che, a giudizio degli archeologi, potrebbe essere stato usato per conservare i rotoli della Torah
Migdal, che però va detto, nella toponomastica moderna è nota con il nome di Magdala, ad un esame grammaticale compare con il suo nome, come radice del nome della Maddalena e sempre secondo l’archeologa Avshalom-Gorni, è plausibile pensare che essa stessa, coeva alla datazione della sinagoga tornata alla luce, possa aver partecipato con tutta la sua famiglia, ai riti religiosi che vi si svolgevano.
Attendiamo con trepidazione i prossimi sviluppi circa lo scioglimento dell’ennesimo nodo del mistero.
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