Questa è la storia di Skuma e delle sirene di Taranto diventate sue amiche, narrazione che affascinò lo scultore Francesco Trani che volle così donare alla città di Taranto un omaggio, ispirato dalla bellezza panoramica del paesaggio marino.
Le sculture, seppur realizzate in cemento marino, resistente all’ azione corrosiva dell’ acqua e della salsedine, dopo 20 anni di esposizione marina, hanno necessitato di un doveroso restauro, effettuato dal loro stesso creatore, che ha riportato lo splendore del bianco cementizio marino assimilabile quasi ad un marmo, aggiungendo un omaggio floreale simbolo della rinascita.
Chiunque passi dal lungomare di Taranto viene affascinato ed incuriosito dalla bellezza di queste sirene di Taranto, di queste donne semplici, dall’ aspetto pudico, ma seducenti ammaliatrici, figure mitologiche-religiose derivanti dalla mitologia greco-romana.
In particolare vengono colpiti dalla quasi solitudine e tristezza di una di queste sirene, che la legenda identificherà con il nome Schiuma, Skuma in tarantino.
Il restauro delle sirene di Taranto
A Taranto si punta sul turismo e sulle bellezze del patrimonio artistico-culturale- paesaggistico, per riprendere in mano un paesaggio e l’ arte che per molto tempo sono stati messi in secondo piano per dare importanza ad un colosso che ha degradato il paesaggio e la vita della città.
Obiettivo del Piano Operativo Triennale 2020-2022 dell’ AdSP MI e dell’ Amministrazione comunale, è recuperare e valorizzare l’ arte e la cultura legate al paesaggio, tra i tanti progetti iniziati che porteranno ad un grande risultato, uno di questi è stato proprio la rivalutazione porto-territorio, con la restaurazione delle sirene che sono attrattive culturali ed artistiche, parte dei beni materiali ed immateriali, legata alla tradizione, del patrimonio tarantino.
Grazie al sostegno dei materiali per il restauro dell’ AdSP MI, lo scultore Francesco Trani ha deciso di restaurare in maniera completamente gratuita le sue sirene e di omaggiare Taranto donando scogli fioriti, 160 fiori che rappresentano la rinascita.
La leggenda di Skuma e le sirene di Taranto
La storia narra di Skuma, una giovane e bellissima donna sposata, che vive un episodio particolare, proprio quando le sirene attirate dal litorale tarantino decisero di scegliere Taranto come loro dimora.
La donna, dotata di bellezza fatata, passava spesso giornate da sola chiusa in casa, a causa della lontananza del marito dovuto al suo lavoro da pescatore.
Riceveva spesso delle avance da tantissimi uomini, ma seppur fedele al marito, col tempo sentitasi trascurata, cedette ad una di queste proposte.
Al ritorno a casa del marito la donna gli confidò tutto, e questa confessione provocò l’ira dell’amato il quale prese la moglie e la portò in barca e sapendo della sua incapacità nel nuotare la affogò in mare.
La donna venne, però, salvata dalle sirene che videro tutta la scena e notando la sua estrema bellezza la trasformarono in sirena chiamandola Skuma, dono delle onde.
Il marito pentito del gesto, tornava disperato tutti i giorni e le notti nello stesso punto in cui lo aveva compiuto, le sirene riconoscendolo lo fecero cadere in mare.
Venne salvato da Skuma che chiese pietà alle sirene.
L’ uomo avendo visto tutta la scena ed essendo a conoscenza della presenza della moglie iniziò ad escogitare un piano per salvarla da questo destino.
Seppe da una fata che l’ unica cosa che potesse salvare la moglie sarebbe stato prender l’ unico fiore di corallo bianco dal giardino delle sirene.
Ma come poteva fare? Pensò all’ aiuto di Skuma.
Andò nello stesso punto con la barca e gridò il nome della moglie, il loro incontro si concluse in un tenero abbraccio.
Così il pescatore rivelò la soluzione a Skuma, la quale escogitò una strategia che misero in atto.
L’ uomo attirò l’attenzione delle sirene in modo tale che Skuma potesse rubare il fiore e portarlo alla fata la quale agitandolo fece sollevare una grande onda che trascinò via le sirene.
Skuma e l’amato si risvegliarono in riva al mare, uniti finalmente, forse, per la prima volta.
Un’altra versione della leggenda vuole che questa grande onda si portasse via anche il marito di Skuma, così la donna rimasta vedova indossò il vestito monacale.
Ecco perchè una delle antiche torri del Castello Aragonese di Taranto si chiamava Torre della Monacella.
Francesco Trani
L’ incredibilità di Francesco Trani sta nella sua semplicità.
È conosciuto nella città per le sue fantastiche sirene di Taranto ma anche per i suoi gustosissimi gelati.
Abile gelatiere ed abile scolpitore, fonde la sua passione su più arti insieme.
“Il mio lavoro sarà visibile dalla ringhiera della Città Vecchia e darà una nota caratteristica esclusiva di Taranto tra le città europee, continuando a raccontare da questo tratto di costa una storia suggestiva amata da grandi e piccini.
La leggenda di Skuma.
Il racconto narra della moglie di un pescatore, che in un momento di debolezza, tradì il marito; lui la gettò in mare in un momento d’ira, ma poi si pentì dell’insano gesto.
La donna però fu salvata dalle sirene, che affascinate dalla sua incredibile bellezza, la incoronarono loro regina col nome di Skuma (Schiuma) perché era stata portata dalle onde”.
“Le Sirene di Taranto sono tre dalle notevoli dimensioni, infatti pesano 2500 kg ciascuna, sono costruite in fusione di cemento marino per resistere più a lungo possibile alla salsedine.Il restauro ha comportato un intenso impegno, che mi ha tenuto impegnato al netto delle incognite, per circa 70 giorni lavorativi.Ho voluto dare loro anche un nome, per meglio raccontare leggende e suggestioni antiche: Ethra, Satyria e Skuma.”