Dal 3 ottobre 2025 al 4 gennaio 2026 lo Spazio Extra del Maxxi di Roma ospita Sveva Caetani – Forma e Frammento, un’esposizione che riporta alla luce la vicenda artistica e personale di una figura spesso rimasta nell’ombra della sua illustre famiglia. Curata da Chiara Ianeselli, la mostra presenta oltre 200 opere, documenti e materiali d’archivio, con l’obiettivo di restituire la complessità di un’artista che ha intrecciato simbolismo, introspezione e memoria familiare.
Sveva Caetani, l’artista “ritrovata”
Quando si parla dei Caetani, il pensiero corre subito a Papa Bonifacio VIII, il pontefice che nel 1300 istituì il primo Giubileo, o a Leone Caetani, tra i più grandi islamisti del Novecento. Pochi invece conoscono la storia di Sveva Caetani (Roma, 1917 – Vernon, Canada, 1994), figlia di Leone e artista la cui vita fu segnata da esperienze drammatiche e da un lungo isolamento.
Alla morte del padre, nel 1935, la madre Ofelia sviluppò gravi disturbi psichiatrici e impose a Sveva un confinamento forzato di 25 anni nella casa di Vernon, in Canada. In quella clausura, Sveva trovò rifugio nello studio intenso di letteratura, filosofia e scienza, trasformando la conoscenza in uno strumento di resistenza e rinascita.
Recapitulation, il ciclo della vita

Il cuore dell’esposizione è Recapitulation, un ciclo di 47 acquerelli ideato nel 1975 e completato in 14 anni. Strutturato sul modello della Divina Commedia, questo percorso visivo racconta la sua esistenza come un viaggio interiore in cui l’artista scelse di farsi accompagnare dal padre Leone. Colori, simboli e figure si intrecciano in un’opera che diventa autobiografia e visione universale allo stesso tempo.
“Il suo lavoro – spiega la curatrice Chiara Ianeselli – è complesso e profondamente segnato dall’influenza del padre. In Recapitulation Sveva compone la sua storia personale, restituendo al pubblico un percorso che attraversa arte, filosofia e spiritualità”.
Una mostra che unisce ricerca e memoria
Accanto agli acquerelli, la mostra presenta anche una sezione documentaria che approfondisce la vita della famiglia Caetani, con materiali provenienti da archivi prestigiosi come la Biblioteca dell’Accademia Nazionale dei Lincei e Corsiniana e la Fondazione Leone Caetani. Tra i pezzi esposti spicca un busto di Bonifacio VIII, prestito della Fabbrica di San Pietro in Vaticano, che richiama le origini secolari della famiglia.
Secondo la presidente del Maxxi, Emanuela Bruni, “questa è una mostra innovativa anche per l’Italia. Raccontare Sveva Caetani significa colmare un vuoto nella storia dell’arte e offrire al pubblico la possibilità di conoscere una figura di grande profondità intellettuale”.
L’arte come resistenza
Il percorso al Maxxi non è soltanto un omaggio a un’artista riscoperta, ma anche una riflessione su come l’arte possa diventare strumento di resilienza e trasformazione. Nei suoi anni di isolamento, Sveva Caetani ha saputo trasformare la solitudine in creatività, dando vita a opere che oggi trovano un riconoscimento tardivo ma necessario.
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