In Svezia sono stati rinvenuti i resti di un antico romano, scoperta che ha dell’incredibile e che ha fatto sobbalzare più di uno studioso alla notizia.
Ad occuparsene gli studenti dell’università di Uppsala, impegnati in una campagna di scavi nell’area di Buttle Änge, sito archeologico che ha già restituito molti reperti e per questo famosissima in tutta la Svezia e non solo.
Il ritrovamento tanto raro quanto inatteso è stato vissuto con trepidante pathos da tutti gli studenti presenti.
Uno di loro, Gustav Randér così riferisce al quotidiano Dagens Nyhetercosì di aver vissuto quei precisi momenti:
Ero presente quando sono stati trovati il femore e un pezzo dell’osso dell’anca. Bisogna stare molto attenti quando si recupera questo tipo di materiale, perciò abbiamo dovuto rimuovere il terreno con molta cura usando i pennelli. Alla fine abbiamo rinvenuto degli speroni ai piedi e, quando abbiamo iniziato a pulire il ventre dello scheletro, è stato rinvenuto un pezzo di bronzo, che abbiamo continuato a spennellare con cura”,, descrivendo l’esperienza come “assolutamente fantastica”
Un’esperienza fuori dall’ordinario sia per gli addetti ai lavori che per gli appassionati in genere che per un rinvenimento del genere su territorio di Svezia, devono attendere, statisticamente parlando, un lasso di tempo di almeno trent’anni.
Un’immensità se paragonato all‘intero territorio italiano nel quale i ritrovamenti di reperti sono all’ordine del giorno.
Quale verità nascondono i resti rinvenuti in Svezia?
Che è stato un ritrovamento di per sé sensazionale, lo abbiamo sottolineato, quello che ora andremo insieme a cercare di scoprire è di cosa si tratta ma soprattutto come sia arrivato fin lì.
Come il più classico dei romanzi gialli, bisogna in primo luogo analizzare gli elementi a disposizione per cui si può senz’altro dire che la terra ha restituito alla luce uno scheletro, una spada e degli speroni tutti riconducibili come datazione all’età del ferro.
Molto interessante fin da subito è apparsa la spada, della lunghezza di circa 80 centimetri e con definite guarnizioni in bronzo che presentava alla base dell’impugnatura una cesellatura raffigurante una ghianda, il tutto corredato di fodero ben conservato ma solo in parte.
Sappiamo da fonti scritte del mondo mediterraneo che i popoli germani, quindi anche gli scandinavi, prestavano sovente servizio nell’esercito romano. Quindi è molto probabile che questa persona abbia imparato la tecnologia delle armi dai romani
Ulteriori dettagli sul proprietario della spada rinvenuto in Svezia e ritrovato proprio accanto ad essa , rimangono al momento frammentari e imprecisi oltre che decisamente scarsi.