Il Covid-19 continua a mietere vittime nel mondo dell’arte. Dopo la chiusura di musei, quadri sigillati e mostre rimandate, anche gli artisti risentono della crisi. E’ il caso dell’artista Takashi Murakami, che sul suo profilo Instagram ha dichiarato bancarotta.
Takashi Murakami in un video di 15 minuti, postato su Instagram, racconta ai due milioni di fan la storia “spezza-cuore” della sua catastrofe economica: di come cioè sia arrivato praticamente sul lastrico e costretto a sospendere molte delle sue produzioni. L’acclamata star dell’arte contemporanea ha dovuto interrompere anche il lungometraggio di fantascienza Jellyfish Eyes Part 2 Mahashankh su cui era al lavoro da ben nove anni.
Jellyfish Eyes Part One era uscito negli Usa e in Giappone nel 2013 e “non era stato un gran successo dal punto di vista finanziario“, spiega Murakami, che tuttavia aveva continuato a spendere e spandere sul progetto nel tentativo di realizzare uno dei suoi “sogni di infanzia“.
Murakami, nella descrizione del video, specifica che questo blocco nella produzione del lungometraggio sarà solo una parentesi e che è intenzionato ad inseguire i suoi sogni infantili fantascientifici.
Murakami appare nel video in uno dei suoi studi mentre alle sue spalle sono al lavoro alcuni assistenti. L’artista dichiara di distribuire una serie di videoclip, che saranno diffusi per evitare la catastrofe economica:
Con l’improvviso arrivo del Coronavirus la mia società è alla bancarotta. Forse avrà un effetto catartico sugli spettatori vedere la storia del fallimento dello stupido Murakami. Per dirla in breve, sono uno sciocco essere umano per il quale felicità è pensare ai sogni di fantascienza dell’infanzia.
Murakami: l’artista visionario e fondatore dello stile Superflat
Murakami è nato a Tokyo nel 1962 ed è oggi l’artista giapponese più influente a livello internazionale. Contribuisce sicuramente il fatto che sia un artista poliedrico che passa dalla pittura alla scultura fino all’arte grafica e alle collaborazioni commerciali con molta facilità.
Nel panorama dell’arte contemporanea, Murakami non e’ solo uno degli artisti più celebri del momento: e’ anche un. beniamino della moda Streetwear, protagonista di fortunate collaborazioni di successo con stilisti di serie A come Louis Vuitton, Virgil Abloh, Comme des Garçons e Supreme.
A Murakami si deve l’introduzione del termine Superflat e della corrente artistica ad esso collegata. rappresenta un movimento artistico postmoderno, influenzato dai manga e dagli anime. Basato sulla compressione dell’Ukiyo-e (il tipico stile artistico bidimensionale giapponese), con l’estetica kawaii e quella di anime e manga.
Definito come una forma giapponese di Pop Art, il Superflat è diventato un fenomeno internazionale, infiltrandosi in tutte le aree della cultura, dall’arte pura a quella commerciale. Con il super-piatto, l’artista giapponese vuole mettere sotto i riflettori anche la cultura di massa e la piatta superficialità della cultura del consumo.
I critici d’arte l’hanno definito l’Andy Warhol giapponese, ma nelle sue creazioni non troviamo Marilyn Monroe o le zuppe Campbell’s, bensì ci sono i personaggi di manga e cartoni animati.
Murakami è anche ideatore di progetti con Kanye West, Pharrell Williams e Billie Eilish. Con quest’ultima ha realizzato il videoclip del singolo You should see me in a crown. Non è un video banale e scontato, ma molto più simile ad cortometraggio animato che ad una clip musicale: un alter ego della Eilish si trasforma in un gigantesco ragno mutante, circondato dalle più tipiche creature manga dell’artista.
Kaikai Kiki, Mr. Dob e le margherite kawaii
Takashi Murakami, da sempre vicino alla crescita artistica dei giovani, ha fondato nel 1996 la Hiropon Factory, predecessore della KaiKai Kiki (2001). La Factory Kaikai Kiki è una scuola-studio dove gli allievi e discepoli imparano la storia dell’arte antica giapponese e possono creare liberi da qualsiasi problema finanziario, crescendo e facendosi conoscere.
La compagnia rappresenta una serie di artisti internazionali di spicco tra cui Aya Takano, Chiho Aoshima, Mr., Kazumi Nakamura, Emi Kuraya e Yūji Ueda.
La Factory giapponese si pone l’obiettivo di scoprire e coltivare artisti, sostenerli e migliorare il valore del loro lavoro. Inoltre ha lo scopo di sviluppare e produrre arte moderna originale e opere d’arte in senso lato. Rappresentativa di uno stile kawaii (carino) fin dal nome, come logo ha una margherita multicolore sorridente.
Le margherite col sorriso standard di una emoticon sono kawaii (carini e delicati) solo all’apparenza, ma al contempo identificano un brutto presentimento dell’artista: il passaggio ad un mondo sempre più instabile e catastrofico.
Murakami non perde occasione per difendere tutto ciò che è kawaii e la cultura otaku, che l’artista stesso vive come un modo per uscire dalla monotonia e dalla tristezza della quotidianità. In difesa di questo stile e di questo pensiero, crea il suo alter-ego: Mr Dob.
Mr. Dob è un simpatico topolino dai tratti tondeggianti, rappresentato in varie versioni. Questa rappresentazione per Murakami è il simbolo dei quella cultura giapponese infantilizzata, che a suo dire caratterizza il Giappone.
Chissà quante altre opere e idee ha l’artista giapponese in serbo per gli amanti anime, manga e per tutto ciò che è kawaii. Per saperlo, ci toccherà aspettare e intanto ammirare tutto il suo lavoro pittorico, scultoreo e interattivo.