Auguri Roma, auguri Capitale d’Italia, auguri città eterna, Roma caput mundi.
In questo giorno di festa, in cui la città vede il suo 2776° Natale, voglio scordare il 2020 come anno di quarantena e di pandemia, voglio pensare alla città come è e sarà per sempre, perché questa città ha visto guerre, invasioni, pestilenze eppure è ancora qui, con i suoi quasi 3000 anni di storia, a regalare le emozioni di un tempo.
Per gli inglesi oggi è il compleanno della defunta Regina Elisabetta, per i romani è il compleanno della loro amata Roma.
Chi viene a Roma (ti scrivo da qui), se la porta nel cuore. Non si può rimanere indifferenti a tanta bellezza, a tanta storia, a tanti colori e a tanta vita.
Roma è “tanta”, come si potrebbe dire di una bella donna formosa, perché i tuoi occhi a Roma si perdono negli infiniti scorci, nei paesaggi, nelle viuzze, nei monumenti maestosi.
Ci sei mai stato a Roma?
Sappi che per parlare di Lei, potresti perderti, per l’opulenza, la forza che trasmette, la caoticità che ti attanaglia.
Io inizierò con Trastevere. La zona è di quelle veraci, se un romano con orgoglio ti dice: sono un trasteverino DOC, è perché era la zona popolare più amata, quella raccontata da Rugantino (il celebre film con Claudia Mori e Adriano Celentano) per intenderci. I vicoli sono colorati e vivaci, a terra i classici sanpietrini, consumati dai milioni di passanti, in migliaia di anni. La sera trovi una moltitudine di locali, di gente che passeggia, di artisti di strada che suonano e si esibiscono, di turisti che si godono i davanzali fioriti, i piccoli palazzi, le botteghe d’arte. Trastevere il cui nome deriva dal latino trans Tiberim (al di là del Tevere) è una zona che è stata annessa alla città principale dall‘Imperatore Augusto tra la fine e il primo secolo d.C..
Furono diversi i “VIP” (quelli importanti davvero) dell’antichità, a scegliere la quattordicesima regione di Roma, tra cui il grande Giulio Cesare. Passeggiare per Trastevere è come girare in un presepe, in un museo e in una festa, tutto contemporaneamente.
Le piazze di Roma: ti faccio da Cicerone
Potrei tracciarti un itinerario da seguire, ma comunque potrei rischiare di farti perdere qualcosa, perché Roma è un susseguirsi di storie e racconti in ogni angolo della città. Così tenterò l’impossibile, per mostrarti l’imperdibile, quello che lascia a bocca aperta anche i romani che hanno la città a disposizione tutti i giorni.
Voglio condurti nelle piazze che tanto la contraddistinguono, una più bella dell’altra e una diversa dall’altra. Rechiamoci a Piazza Navona. Il cuore si apre insieme alla Piazza, la vista si catalizza sulla Fontana dei Quattro Fiumi di Gian Lorenzo Bernini. La forza dell’acqua inneggiata in 4 statue grandiose, degne del famoso scultore. La grandezza dei Papi manifestata nell’arte del Rinascimento e del Barocco invade i sensi dell’osservatore. Anche questa piazza nacque sotto l’Impero Romano (85 d.C), con Domiziano, in origine era uno stadio che ospitava 30’ooo spettatori.
Sono certa che non te ne vorresti andare, vorresti scattare innumerevoli foto ad ogni dettaglio delle fontane, alla chiesa di Sant’Agnese in Agone, ai bei balconi che si affacciano sulla piazza, ma devo condurti in un altro magico luogo: Piazza di Spagna.
Probabilmente l’avrai vista in moltissimi film, in tantissime foto, ma non è lo stesso, dal vivo Piazza di Spagna toglie il fiato. La scalinata di Trinità dei Monti, inaugurata nel 1725 da Papa Benedetto XIII in occasione del Giubileo e finanziata dai francesi e che conduce dalla piazza alla Chiesa, è famosa nel mondo intero.
Ha visto sfilare le donne più belle del mondo, i personaggi più importanti della terra e milioni di persone che se ci vanno una volta, fanno di tutto per tornarci. 136 scalini che conferiscono alla piazza una magnificenza che non può lasciare indifferenti. Anche qui troviamo l’altrettanto famosa Fontana della Barcaccia del Bernini che eseguì insieme al padre Pietro e, se sei amante del Romanticismo, non puoi perderti la casa-museo di John Keats e del suo amico Percy Bysshe Shelley. Il poeta Keats visse e morì in quella casa, nella quale sono custoditi i suoi libri, le sue epistole… è meraviglioso affacciarsi dalla finestra di quella casa, vedere Piazza di Spagna e godere di una delle viste più belle di Roma che avrà certamente ispirato il poeta.
Ci sono molte altre piazze per Roma che meritano assolutamente di essere visitate, come Campo de’ Fiori dove nel 1600 fu arso per eresia il filosofo e frate domenicano Giordano Bruno. Oggi, proprio dove il grande pensatore è stato ucciso, si erge un monumento a lui dedicato, una statua in bronzo di Ettore Ferrari inaugurata il 9 giugno 1889. La statua fu oggetto di un contenzioso politico-religioso, infatti prima dell’inaugurazione papa Leone XIII minacciò di abbandonare Roma per rifugiarsi in Austria, se la statua fosse stata mostrata al pubblico. Il Primo Ministro italiano, che era allora Francesco Crispi, rispose:
Se Sua Santità dovesse andare via dall’Italia non potrà più tornare.
Il Vaticano non digerì la questione della statua e all’epoca dei Patti Lateranensi, siglati tra Benito Mussolini e Pio XI l’11 febbraio 1929, chiese al Duce di rimuoverla, Mussolini però non accettò.
L’ultima piazza che ti voglio indicare, non tanto per la bellezza artistica, perchè le precedenti lo sono indiscutibilmente di più, ma che è un punto nevralgico per lo Stato italiano è Piazza Venezia. Da questa piazza Mussolini faceva i suoi discorsi e in questa piazza è stato eretto il Vittoriano meglio conosciuto come l’Altare della Patria. Questo monumento, affascina più per l’imponenza che per la bellezza, fu costruito in onore di Vittorio Emanuele II e fu inaugurato nel 1911 in occasione dei 50 anni del Risorgimento Italiano è possibile visitarlo anche dall’interno e la vista è incredibile, il centro storico di Roma è tutto a portata di sguardo.
Roma antica: dai Fori Imperiali al Colosseo.
Roma antica è quella che tutto il mondo ci invidia, il primo vero grande impero, quello che col contributo di Giulio Cesare aveva dominato l’Europa e tutto il Mediterraneo. L’Italia e tutto il mondo conosciuto erano Roma.
Questa grandezza è visibile passeggiando per via dei Fori Imperiali. La via fu voluta da Mussolini, il quale fece radere al suolo le case che erano state costruite a ridosso del prestigioso sito archeologico.
Oggi è un grande viale, percorribile a piedi, che mostra i Fori di Roma: il più antico era quello di Giulio Cesare. La piazza fu inaugurata nel 46 a.C. e includeva la Curia che era la sede del Senato e un tempio dedicato a Venere. Cesare veniva dalla Gens Julia, ovvero la stirpe che proveniva da Enea e che quindi era imparentata con la dea Venere. Giulio Cesare usava vantarsi di questa sua discendenza divina che assieme alle sue capacità politiche e belliche serviva ad accrescere il suo consenso tra i cittadini romani. I fori erano costruiti sopratutto per questo: acquisire consenso, così conoscendo la storia della Roma antica, ci rendiamo conto di quanto quello che viviamo quotidianamente nella politica odierna sia solo un retaggio, per altro di basso livello, di quello che accadeva allora.
A seguire, in ordine cronologico, fu costruito il foro di Augusto. Inaugurato nell’anno 2 d.C. Giulio Cesare, come è noto, fu ucciso da alcuni senatori romani, all’interno delle Curia, sobillatori contro di lui furono Bruto e Cassio. I sostenitori di Cesare però, tra i quali Ottaviano Augusto e Marco Antonio gli diedero la caccia, sostenuti da una parte del Senato e dalla plebe. Lo scontro finale avvenne nella Battaglia dei Filippi, nella quale la morte di Cesare fu vendicata. In onore della vittoria, Augusto fece costruire questo importante foro. Anche questa opera fu un proclama di se stesso, il foro infatti era arricchito da opere e statue che omaggiavano la famiglia Giulia, egli infatti fu adottato da Giulio Cesare.
Continuiamo col terzo foro, esso viene chiamato Tempio della Pace, Foro della pace o Foro di Vespasiano. Anche questa edificazione avvenne per fini auto-celebrativi, ovvero la conquista di Gerusalemme per mano di Vespasiano. L’assedio di Gerusalemme nel 70 d. C. fu il culmine della Prima Guerra Giudaica che portò Roma a governare il Medio Oriente. Questo foro inaugurato 4 anni dopo, ci ricorda ancora quella pagina di storia, anche se un incendio lo distrusse parzialmente e fu, in parte, ricostruito nel III secolo.
Tra il foro Di Augusto e quello della Pace, fu costruita da Domiziano una piazza che fosse da collegamento ai due e che sostituisse la strada dell’Argileto. L’opera fu terminata nel 89 d.C. sotto Nerva e dal quale prese il nome.
Infine, l’ultimo foro, il più ambizioso, è il Foro di Traiano. Gli scavi per questo foro furono grandi. Traiano pagò i lavori di sbancamento con i soldi entratigli grazie alle campagne che aveva vinto in Dacia e la totale sottomissione e annessione della zona all’Impero; che nel foro vengono debitamente celebrate.
L’arte di Roma antica non è tutta qui, c’è molto di più, ma la città è vasta e qui vogliamo solo celebrarla per la sua festa, tuttavia n0n posso non nominare in questo breve excursus degli imperdibili il Colosseo, o come mi piace definirlo: sua maestà il Colosseo. Da qualsiasi parte tu lo veda comparire all’orizzonte, esso è imponente e bellissimo. Dai Fori imperiali è la perla che completa il tutto, se lo vedi uscendo dalla metropolitana ti abbaglia nella sua imponenza, se imbocchi via di san Gregorio, giri la curva e sta lì a svettare tra i pini marittimi.
Il Colosseo è l’anfiteatro più grande del mondo (conosciuto anche come Anfiteatro Flavio), la sua capienza è stimata dalle 50 mila alle 87 mila persone. Nel 1980 l’UNESCO lo ha inserito della lista delle opere patrimonio dell’umanità ed è annoverato nelle nuove 7 meraviglie del mondo. Vespasiano iniziò la sua costruzione nel 71 d.C. e Tito lo inaugurò nell’80 d.C. Domiziano gli apportò successive modifiche. Anche questa opera si annovera tra quelle autocelbrative degli imperatori romani, che amavano fare le cose in grande e credevano che il popolo si tenesse “buono”e lontano dalla politica con gli spettacoli. Secondo quanto diceva il poeta latino Giovenale:
duas tantum res anxius optat
panem et circenses»due sole cose ansiosamente desidera:
pane e giochi circensi»
Il riferimento è al popolo romano, ti ricorda qualcosa?
Ciao Roma
Voglio lasciarti all’ultima opera che merita di essere vista. Una fontana la cui bellezza è impareggiabile e che tutto il mondo ci invidia. Il cinema l’ha scelta diverse volte come location per scene indimenticabili, ma la scena più famosa è quella de La Dolce vita di Fellini, in cui Anita Ekberg ci fa il bagno e che spesso, molti turisti hanno tentato di imitare, non senza conseguenze.
La fontana si addossa alla facciata di Palazzo Poli, su progetto di Nicola Salvi. E’ un’opera tardo barocca che ha come tema predominante il mare. Il Bernini aveva ridisegnato l’estetica dell’intera piazza e avrebbe dovuto occuparsi anche della fontana, ma la decadenza della famiglia Barberini ne bloccò i lavori.
Ho voluto concludere con te, questo piccolo itinerario tra le bellezze di Roma con questa fontana perché tra i romani gira una leggenda:
se volgi la schiena alla Fontana di Trevi, lanci una moneta alle tue spalle e quella finisce nella vasca della fontana, vorrà dire che nell’arco della tua vita potrai fare ritorno a Roma.
Siccome le bellezze della città da me elencate, sono solo pochissime rispetto alle tante meraviglie che essa custodisce, ti consiglio di tirare la monetina per farvi ritorno e goderla ancora più a fondo.