Il Teatro delle Donne vanta ormai circa diciotto anni di onorato servizio a favore di quella cultura di prossimità di cui tanto si sente la mancanza.
L’avventura è iniziata nel 2002, quando la gestione del Teatro Manzoni di Calenzano viene assegnata, a seguito di una gara d’appalto, all’associazione culturale Teatro delle Donne, fondata nel 1991 e che grazie all’intraprendenza insita nel suo stesso DNA, attraverso la presidente Cristina Ghelli, ha voluto tentare il grande passo, riuscendo così a vedersi assegnata una sede che finalmente permettesse di trasformare in realtà tanti sogni e progetti.
Con il Teatro delle Donne un’esperienza culturale tutta al femminile
Nel 2004 tra i quei sogni e progetti nel cassetto, nei locali del Teatro delle Donne, prende il via un’importante iniziativa: la scuola di scrittura teatrale voluta e diretta da Dacia Maraini.
Un’esperienza entusiasmante che si sviluppa e matura tra quelle stesse mura entro le quali, incerto ma determinato, un piccolo gruppo di coriacee donne, muoveva i primi passi non verso il loro ma verso il sogno di tutti.
E siccome quando si sogna ad occhi aperti bisogna fare i conti con la realtà, si è arrivati al momento dello scoccare della mezzanotte disneyana per quanto riguarda la concessione dell’appalto, prontamente, fin troppo, chiamato a riscossione da parte del comune di Calenzano.
Di fatto però il motivo del contendere non riguarda questo aspetto che l’associazione culturale Teatro delle Donne apertamente riconosce come lecita e doverosamente applicabile ma chiede all’amministrazione comunale, una proroga per consentire la naturale conclusione della stagione teatrale come accade alla Fenice di Venezia, All’Arcinboldi di Milano e in qualsiasi altro teatro lungo la penisola sia esso dal nome altisonante come quelli citati o più anonimo.
Ora, con lo stop a tutte le attività culturali di questo tipo è ovvio che nessuno all’interno del Teatro delle Donne si sogna di contrapporsi o disattendere ma guardando positivamente, come è giusto che sia ad una risoluzione del problema pandemico, il Teatro delle Donne non potrebbe riaprire i battenti e concludere la stagione teatrale nei tempi e modi previsti nel resto dei teatri italiani.
Sembra però che la neo eletta amministrazione comunale di Calenzano non voglia sentire ragione e non demorde neanche dietro il certo ammanco di entrate che l’associazione Teatro delle donne perderà come fondo dell’unione europea per aver iniziato e portato a termine una completa stagione teatra e la cifra non è certo poca.
Si parla di un rimborso spese che sembra aggirarsi intorno alla cifra di novantottomila euro. Una boccata d’ossigeno per una, per quanto laboriosa, associazione culturale.
A sostegno di tale richiesta, ovvero lo ricordiamo, il consenso di poter portare a termine le stagione teatrale, in questo momento subordinata anche al nuovo scenario internazionale in tempo di coronavirus, è stato chiesto a gran voce, oltre che da tutte le maestranze che ormai al Teatro delle Donne sono di casa ma anche da personaggi del mondo della cultura e dello spettacolo che hanno anche lavorato nel teatro stesso.
Tante le personalità che hanno voluto prestare il loro contributo in aiuto al Teatro delle donne.
Da Dacia Maraini a Isabella Allende passando per Amanda Sandrelli che in questo teatro si è esibita.
La comunicazione è stata data dalla stessa Presidente, unitamente alla scrittrice Dacia Maraini in data 3 novembre attraverso un canale social al fine di spiegare a tutti e al meglio, senza rischio di fraintendimenti, qual è la situazione.
Certo che ripensando all’intera vicenda direi che stride da cima a fondo come le ruote ferrose di una vecchia locomotiva bloccate in frenata sulle rotaie.
I tempi della burocrazia per quanto sterili e distaccati dalla realtà, vengono gestiti sempre dall’intelletto umano che ne detta l’incipit causando poi a catena quella reazione o serie di esse tali da farla sembrare giusta o maligna.
Ci auguriamo che si accenda un cono di luce su questa vicenda che un po’ di buona volontà potrebbe portare ad una soluzione crediamo efficace per tutte le parti in causa.