Sul colle Esquilino a Roma, il 1 marzo del 375 a.C., venne costruito il Tempio di Giunone Lucina, considerata dagli antichi romani la protettrice delle partorienti. Il luogo sacro doveva essere dedicato ai Matronalia, una festività romana dedicata alle donne che avevano contribuito alla cessazione della guerra e che si celebrava sin dai tempi di Romolo.
Si narra infatti che durante il famoso “Ratto delle Sabine”, nello scontro tra Romolo, re dei Romani e Tito Tazio, re dei Sabini, Ersilia, moglie di Romolo, insieme alle altre donne sabine si erano frapposte con grande coraggio tra i contendenti.
Il Tempio di Giunone Lucina e le Matronalia
In seguito però vennero celebrate esclusivamente le matrone romane, donne sposate che avevano cittadinanza romana, il cui compito era quello di prendersi cura della Domus, di gestire la servitù in quanto era esentata dai lavori domestici ed agricoli, con l’eccezione del telaio. Ella si occupava inoltre dell’educazione dei figli, ma non poteva ricoprire cariche pubbliche.
Durante i Matronalia però si invertivano i ruoli in quanto le matrone servivano il banchetto alle loro schiave.
Ogni 1 marzo le donne romane portavano fiori e incenso al Tempio di Giunone Lucina e facevano voti per i loro mariti, affinchè ottenessero la gloria in battaglia. Nello stesso giorno gli uomini facevano dei doni alle mogli e alle madri. Poichè Giunone Lucina era protettrice delle partorienti, quel giorno venivano celebrate le nascite.
Se gli uomini tornavano vittoriosi dalla battaglie, le donne elogiavano pubblicamente i mariti. Se il marito veniva sconfitto da un esercito di poco superiore, la donna si vestiva a lutto e non si presentavano al Tempio.
Di questa festa ne troviamo testimonianza in Ovidio
“Portate fiori alla dea; questa dea ama le piante in fiore;fate corone di fiori da mettere intorno alla testa.Dite: ‘O Lucina, tu ci hai dato la luce’.Dite ‘Tu sii propizia al desiderio delle partorienti’.“Ferte deae flores; gaudet florentibus herbis
haec dea; de tenero cingite flores caput.
Dicite: “Tu nobis lucem, Lucina dedisti”;
Dicite: “Tu uoto partorientibus ades”.
Tempio di Giunone Lucina: storia di un culto pagano
Secondo Varrone il culto era già diffuso nei boschi ed era stato istituito da Tito Tazio, il re dei sabini. Non ci sono riscontri archeologici del Tempio, ma secondo alcune fonti storiche, Varrone nel De lingua latina afferma che poteva trovarsi sul monte Cispio, uno delle tre alture che compongono il colle Esquilino e dove attualmente c’è la Basilica di Santa Maria Maggiore.
Samuel Ball Platner in Aedes Junonis Lucinae, in A Topographical Dictionary of Ancient Rome, Londra, Oxford University Press (1929, pagg. 288-289) afferma che il tempio poteva trovarsi ad Ovest dell’attuale Basilica di Santa Maria Prassede e a Nord Ovest rispetto alla Torre Cantarelli. Lo studioso afferma che proprio in questa zona era stata trovata un’antica iscrizione relativa alla fondazione del culto.
Nel 190 a.C. il timpano e le porte del Tempio furono danneggiate da un fulmine.
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