Nell’aria di Isola Sacra, sul territorio dell’odierno comune di Fiumicino, lungo le sponde del fiume Tevere, nell’ultimo tratto in piano che lo separa dal mare, sorgevano le antiche Terme di Matidia.
Nella giornata dell’8 settembre sono ufficialmente cominciati i lavori di recupero dell’intera area che attualmente e da tantissimi anni, troppi, versa in uno stato di abbandono indecoroso e oltre che ricoperta da una fitta vegetazione, l’intera area, nel tempo, è stata oggetto di depositi occasionali quali gli immancabili rifiuti solidi destinati allo smaltimento complesso.
Le Terme di Matidia dagli antichi splendori a discarica
Un buona notizia a cui si è arrivati anche grazie al lavoro delle piccole associazioni di volontari del territorio che, specialmente negli ultimi anni, hanno lavorato alacremente e non senza difficoltà per tentare di riaccendere i riflettori dell’interesse pubblico sull’intera area delle Terme di Matidia.
E sembra finalmente che il momento sia arrivato con l’impegno formale da parte delle istituzioni di avviare un puntuale recupero dell’intera area, al fine di renderla fruibile sia agli studiosi che ai visitatori, sperando che la vicinanza con l’aeroporto internazionale Leonardo Da Vinci possa in qualche modo incentivare la presenza di pubblico in quella che sarà la nuova area archeologica e che affiancherà quella già esistente del porto di Traiano.
Mi auguro che l’iniziativa, sulla carta pregevole e di grande importanza, non venga relegata ad un unico momento di visibilità mediatica iniziale, al fine esclusivo di attrarre l’attenzione sul virtuoso impiego di risorse pubbliche impiegato per le Terme di Matidia che poi nel tempo possa calare in termini di concretezza come già successo in passato.
Un complesso risalente al II secolo d.C. il cui ritrovamento risale agli anni settanta dello scorso ventesimo secolo, per un caso propriamente fortuito; a causa di ordinari lavori di edilizia privata vennero alla luce interessanti resti che fin da subito fecero pensare ad un complesso strutturato benché si pensasse che nell’intera zona di Isola Sacra, oltre alla Necropoli di Porto non si fossero mai sviluppati stanziamenti urbani.
La scoperta delle Terme di Matidia cambiarono l’idea storica di Isola Sacra
La scoperta del sito archeologico delle Terme di Matidia, per la prima volta, portò a sovvertire la teoria che la zona fosse in epoca romana solo un’area fertile adibita coltivazione, contribuendo a potenziare le ricerche in un ambito che era stato evidentemente trascurato.
La presenza accertata delle Terme di Matidia nell’aera, fornisce una chiara indicazione che lo sviluppo socio economico in zona era quello propriamente di un agglomerato urbano vivace e alla stregua di degli altri vicini o sviluppatisi nell’entroterra.
Isola Sacra dunque cambia il suo volto storico e abbandona l’idea di sé di una zona dedita solo alle coltivazioni che facesse da raccordo tra vicina Ostia, il centro abitato di Porto e Roma.
Un lembo di terra lambito dal mar Tirreno, racchiuso dalle acque del fiume Tevere che nell’ultimo tratto si divide formando di fatto l’Isola Sacra, grazie alla costruzione da parte dei romani di un canale artificiale che collegasse il porto di Claudio al mare; un’area di circa 12 chilometri quadrati, sui quali si pensava appunto non fossero sorti complessi urbani, data l’assenza di ritrovamenti archeologici che potessero far pensare il contrario fino alla scoperta delle Terme di Matidia concomitante con il ritrovamento di altri edifici e palazzi imperiali.
Si affiancherà dunque alla Necropoli già riportata alla luce, quella di Porto, un nuovo complesso archeologico del valore inestimabile; ci auguriamo che ciò avvenga nei tempi giusti se non brevi e certamente iCrewPlay Arte, con te che ormai sei un affezionato lettore, seguirà lo svolgersi dei lavori sperando di essere tra i primi a dare notizia della conclusione degli stessi.