Certamente è in primis il tesoro dei record perché a memoria d’uomo un ritrovamento così sostanzioso non era mai stato riportato alla luce.
Diciamo però che questa è solo una delle caratteristiche legate al tesoro di Varna, come ormai in tutto il mondo è conosciuto e neanche a dire il vero tra le più intriganti, sebbene sette chilogrammi di oro puro siano in grado di far roteare le orbite a chiunque, addetti ai lavori e non.
Ma andiamo per gradi e ti invito a seguirmi passo passo in questo racconto che alla fine troverai, te lo assicuro, decisamente avvincente e ricco di particolarità.
Parafrasando in modo spensierato certa terminologia prettamente turistica, inizierei senz’altro con il dire che Verna è una graziosa e ridente cittadina lambita dal Mar Nero che prende il suo nome direttamente dalla regione in cui si trova il suo territorio.
A sua volta fu la città di Varna a dare il nome al popolo che fu stanziale in quei luoghi tra il 4.600 a.C. e il 4.200 a.C.
A tutt’oggi però non ne sappiamo di più, poiché storiografi ed archeologi non hanno mai avuto sufficienti elementi per caratterizzare la completa natura di quella popolazione.
Al tramontare della loro civiltà, quasi ricoperti da un velo oscuro, i resti dell’intera città caddero nell’oblio del ricordo come delle testimonianze scritte e davvero misteriosamente non se ne seppe più nulla.
Questo fino agli anni 70 del secolo scorso quando l’immancabile complicità di uno scavo per tutt’altro motivo riaffiorò una necropoli, una come tante deve aver pensato l’operaio di nome Raycho Marinov che proprio il giorno della scoperta stava lavorando con l’escavatore.
Sulle prime il ritrovamento non destò neanche un po’ di sano entusiasmo, forse c’era anche dell’umano risentimento a fronte di un’inevitabile rallentamento dei lavori iniziali commissionati per fini urbanistici.
Così fino alla tomba numero 43, scoperchiata la quale, si può certamente affermare che nulla più fu come prima.
Un tesoro dal valore inestimabile definito il più antico del mondo
Al suo interno giaceva un maschio adulto attorniato da ricchezze indicibili, scenario al di là di ogni immaginazione.
L’uomo infatti era spropositatamente agghindato da gioielli, di così antica datazione da poter essere definiti i primi monili in oro mai ritrovati nella storia dell’uomo.
Un ritrovamento dunque che piano piano aveva assunto i toni sensazionalistici della scoperta unica nel suo genere che però diede comodamente adito all’apertura di molteplici altri scenari legati al tesoro ritrovato.
Primo fra tutti chi fosse quell’uomo, l’occupante della tomba numero 43 e del perché naturalmente fosse stato sepolto con tutto quell’oro.
In effetti, il completamento dello scavo nel sito diede a dito a comprendere come quel posto fosse davvero speciale perché a fronte delle circa 300 tombe rinvenute, gli oggetti funerari furono contati in complessivi 22.000 manufatti a cui vanno aggiunti circa 300 oggetti in oro del peso complessivo che le autorità indicarono tra i 6 e i 7 chilogrammi d’oro.
Le altre reliquie includevano oggetti in rame, strumenti di selce, monili confezionati con conchiglie di molluschi mediterranei, ceramiche, lame di ossidiana e perline.
Qualcosa di insperato ed impensabile era ormai realtà archeologica su un, fino ad allora anonimo, tratto di costa del Mar Nero.
non misterioso ma direi proprio inquietante che nonostante gli sforzi e le ricerche, non sia ancora stato individuata l’area in cui probabilmente sorgeva l’abitato dove si svolgeva la vita dell’intero popolo di Varna
Ora il tesoro di Varna sta girando tutto il mondo, come patrimonio dell’intera civiltà umana e realmente milioni di persone hanno visitato le mostre in cui è stato esposto da protagonista assoluto.
Una curiosità fra tutte, la televisione giapponese ha fatto addirittura un lungometraggio sul tesoro di Varna per meglio veicolare il messaggio su quanto sia stata realmente sensazionale tale scoperta.
A ragione ormai, si è cominciato a parlare, in riferimento al tesoro di Varna, di tracce della prima civiltà in Europa, una vera e propria ideale prima pietra nell’approfondimento della storia umana dal ritrovamento della piccola grande Lucy.
Gli scavi archeologici presso Varna proseguono tutt’ora, perché la scoperta della necropoli di Varna e il suo Tesoro, ha sollevato diversi interrogativi per provare a rispondere ai quali le vengono dedicati con ciclicità, autorevoli simposi scientifici nella speranza di carpirne qualche segreto in più.