La Testa di Marmo che noncurante dei passanti, da centinaia di anni sovrasta una delle piazze più belle del mondo nasconde nel suo essere, più di qualche mistero.
Innanzi tutto, la posizione, né di risalto né occultata quasi che chi l’ha messa lì non avesse come intento principale quello di renderla visibile agli occhi dei passanti, quanto forse il contrario, permettere cioè in senso lato alla Testa di Marmo di partecipare alla vita che quotidianamente si svolge sotto i suoi marmoreo sguardo.
Neanche a dirlo, secoli di inquietante presenta dall’alto hanno ingenerato sulla su di essa il fiorire di storie e leggende, legate alla vita del tempo in cui si pensa che sia comparsa per la prima volta su quel muro.
Una caratteristica che la rende senz’altro unica e per questo un po’ inquietante è che compare solitaria ed in una posizione della facciata del palazzo in cui ti aspetteresti di trovare nulla.
Invece c’è una misteriosa Testa di Marmo la cui storia è nota ai romani perché tramandata di generazione in generazione e da un certo punto, raccontata anche ai turisti che ne hanno fatto succulento bottino, racconto di punta del loro viaggio in Italia, perché è innegabile che, avvolto da un velo di mistero, tutto è più interessante.
Una Testa di Marmo in ricordo di un oste giustiziato
Siccome non c’è aneddoto su Roma in cui non c’entri anche un Papa, comincio con il dirti che la storia del nostro mistero di oggi inizia con Papa Sisto V, proprio quello della Cappella Sistina.
Nome che per altro non fu scelto da nessun successore e forse un pochino questa storia potrebbe aver contribuito a che tutti in futuro desistessero.
Siamo nella seconda metà del cinquecento in una Roma in cui anche i muri avevano orecchi e le cospirazioni, a qualsiasi livello, erano all’ordine del giorno.
Si racconta che, consapevole di ciò, Papa Sisto V amasse indossare abiti popolani e confondersi tra la folla al fine di verificare di persona quanto fosse rispettato dal suo popolo.
Un giorno, mentre si stava intrattenendo come un normalissimo avventore di passaggio in un’ osteria di piazza Navona, ebbe modo di ascoltare chiaramente i discorsi di un oste, il quale, inconsapevole della presenza di Papa Sisto V a pochi metri da lui, rivolse aspri giudizi verso il potere papale.
L’oste, in quella sventurata circostanza, si lamentò, insultando ripetutamente il Papa, in riferimento ad una nuova tassa imposta sul vino e che proprio trovava ingiusta.
Sembra che Papa Sisto V non palesò la sua presenza in quel frangente, anzi, temendo di essere scoperto, lasciò quei luoghi poiché tutto sommato aveva già sentito abbastanza.
Il giorno dopo lo stesso oste, nell’aprir bottega, trovò un patibolo davanti alla sua bettola e questo, anziché rattristarlo per l’imminente esecuzione che si sarebbe evidentemente tenuta da lì a poco, ne fu invece contento, perché pregustava un buon guadagno per la gente che si sarebbe assiepata lì vicino.
Nella realtà il patibolo si rivelò essere destinato proprio alla sua testa, che venne così tagliata.
Il povero oste infatti fu fatto arrestare e giustiziato sul momento.
Si dice che suoi amici, per ricordare quel drammatico atto e la memoria dell’oste, decisero di far sistemare un ritratto dell’amico inserendolo nel muro.
Ancora oggi quella Testa di Marmo si trova lì, in ricordo di un’ingiustizia senz’altro, qualcuno dice che è anche un monito e un consiglio a non parlare in modo sconsiderato di nessuno davanti agli sconosciuti, mentre talaltri propendono per sottolineare come non bisogna avere mai paura di esprimere le proprie idee.
Quale sia la ragione è ancora un mistero ma potrebbe essere che tutte le teorie elencate, sul motivo della presenza della Testa di Marmo affacciata su Piazza Navona siano in qualche modo tutte un po’ vere.