Il mese di gennaio è un mese ricco di eventi particolari e caratteristici, e in questi giorni sono in atto i preparativi per il Toh-shiya (freccia che passa), una cerimonia che si svolge al tempio buddhista Sanjusangen-do. Questa cerimonia vede come protagonisti decine di giovani nipponici di venti anni.
Gara con l’arco in Giappone: il Toh-shiya
Intorno al 15 gennaio a Kyoto ha luogo il Toh-shiya, una cerimonia eccezionale al tempio buddhista Sanjusangen-do, durante la quale decine di giovani arcieri di entrambi i sessi, abbigliati in abiti tipici, si sfidano in una competizione di tiro con l’arco tradizionale giapponese. Generalmente, la prima competizione dell’anno si svolge la domenica più vicina al 15 gennaio, quest’anno si terrà il 17 gennaio.
Sono circa 2000 gli arcieri, provenienti da tutto il Giappone, che si iscrivono alla competizione del Toh-shiya per celebrare il loro ingresso nell’età adulta. Competono l’uno contro l’altro in gruppi di sei, per tirare frecce a quattro bersagli a sessanta metri di distanza, ogni arciere ha due frecce e due minuti. Gli arcieri che colpiscono il bersaglio con entrambe le frecce passano al round successivo.
Un raduno ricco di colori perché, per questa particolarissima cerimonia, i giovani partecipanti indossano tutti kimono con la più eccezionale raffinatezza visiva, in contrasto con la sobrietà degli outfit dei giovani. La spiritualità e la forza del momento verranno messe in risalto anche grazie all’incredibile arredo offerto dal tempio Sanjusangen-do, che, con i suoi 120 metri, è l’edificio in legno più lungo del mondo.
Ci sono stati quattro eventi distinti al concorso:
- L’ Hyaku-i ( cento colpi) l’arciere che ha colpito il bersaglio con il maggior numero di 100 frecce è stato dichiarato vincitore.
- Il Sen-i (mille colpi) l’arciere che ha colpito il bersaglio con il maggior numero di 1000 frecce è stato dichiarato vincitore. Nel 1827, un bambino di 11 anni di nome Kokura Gishichi colpì con successo il bersaglio 995 volte sparando da metà della distanza della sala.
- Gli Hiyakazu (numero di frecce in un giorno) i ragazzi che non avevano ancora celebrato il loro Genpuku, o cerimonia di maturità, potevano competere in questo evento. Gli arcieri devono sparare quante più frecce possibile per un periodo di 12 ore durante il giorno. Nel 1774, il terzo anno dell’era An’ei , Masaaki Noro, un tredicenne di Kishu, scagliò 11.715 frecce e quasi tutte colpirono il bersaglio.
- Lo Ōyakazu (letteralmente tante frecce) si dice che questo evento risalga all’era Keichō (1596 – 1615). Gli arcieri devono sparare quante più frecce possibile per un periodo di 24 ore, scagliando una media di 10.000 frecce. Il 26 aprile 1686, Wasa Daihachiro di Kishu sparò con successo 8.133 frecce su 13.053 con una media di 544 frecce all’ora, o 9 frecce al minuto, e divenne il detentore del record.
I campioni vengono premiati appendendo un certificato nel tempio che mostra il loro nome, l’età, il numero di frecce tirate e la data della competizione.
Cenni sulle origini
Si racconta che in passato i maestri arcieri riuscivano a colpire i loro obiettivi attraverso lo spazio di 120 metri. Esattamente tra le estremità nord e sud del tempio di Sanjusangen-do. Nell’anno 1688, il 26 aprile, il samurai Wasa Daihachiro entrò nella storia raggiungendo l’impresa di mettere 8.132 frecce nel bersaglio durante questa competizione, con un totale di 13.053 frecce sparate.
Per organizzare un viaggio a Kyoto, appena possibile e senza pandemia, vi consiglio di seguire i consigli di una guida, senza perdere altre manifestazioni, come il Toh-shiya.