“Lasciatemi cantare con la chitarra in mano”. Quante volte abbiamo sentito questo ritornello, divenuto negli anni un simbolo di italianità all’Estero?
Queste note continueranno a risuonare nella memoria per definire un’epoca e per continuare a scrivere la storia della musica italiana. Un tumore si può protrarre per molto tempo per minacciare un corpo, ma non potrà mai distruggere la memoria di ciò che la persona ha rappresentato in vita.
Parlo di Toto Cutugno, celebre cantautore, compositore, paroliere che all’età di 80 anni appena compiuti si è spento il 22 agosto all’ospedale San Raffaele di Milano, dove da tempo era ricoverato. Erano anni che si stava curando per un tumore alla prostata che attraverso le metastasi aveva intaccato anche i reni. I funerali avranno luogo giovedì 24 agosto alle ore 11 a Milano, presso la Chiesa dei Santi Nereo e Achilleo.
Oggi ripercorrerò la carriera di Toto Cutugno, un altro importante tassello nella storia della nostra musica.
Toto Cutugno le sue origini, la scintilla della musica, le prime band
Figlio di un Sottufficiale di Marina, che con tutta la famiglia si era trasferito a La Spezia per ragioni di lavoro, Toto Cutugno si avvicinò alla musica molto presto grazie all’influenza dello stesso padre che era un suonatore di tromba. Padre e figlio suonavano nella stessa banda di La Spezia e il piccolo Toto all’età di 9 anni cominciò a suonare il tamburo. Più tardi, da autodidatta imparò a suonare la batteria. Non poteva permettersi un piano ed imparò la fisarmonica.
Arrivano gli anni 60. Grazie alla fascinazione che i Beatles esercitavano allora su intere generazioni, cominciarono a formarsi le prime band musicali e Toto non rimase immune al fascino di questa esperienza musicale. Toto e i Rockers, Ghigo e i goghi e nel 1965 Toto e i Tati furono alcune delle band dove il giovane Cutugno si inserì come batterista. Con quest’ultima ottenne un contratto con la Carosello Records, Inoltre con il brano Questo fragile amore, cominciò anche la sua carriera di autore.
Successivamente formò il gruppo degli Albatros con i quali cominciò anche a cantare. Nel 1976 con gli Albatros partecipò a Sanremo e nello stesso anno si esibì al Festivalbar ottenendo grandi successi. Ma fu l’incontro con il celebre autore di Azzurro, Vito Pallavicini, che determinò una svolta nella sua carriera.
Gli esordi da solista
Sempre nel 1976 accanto alla sua attività nella band Albatros, unì la carriera di solista con la pubblicazione di un 45 giri che passò inosservato Come ieri, come oggi, come sempre/Ragazza madre.
Nel 1977 pubblicò il brano Donna donna mia, la sigla del programma di Mike Bongiorno, Scommettiamo?
Nello stesso anno scrive Soli per Adriano Celentano, brano che conquista le classifiche.
Nel 1979 incide il suo primo album Voglio l’anima, con l’etichetta Carosello records.
La vittoria a Sanremo con Solo noi nel 1980
Nel 1980 Toto Cutugno fece il suo esordio sul palco dell’Ariston come solista ed ottenne il primo posto con Solo noi. Da quel momento cominciò a scrivere i testi e non solo la musica, concluse la collaborazione con Pallavicini, ne cominciò un’altra con Cristiano Minellono e Claudia Mori e scrisse un altro successo per Celentano, Il Tempo se ne va.
L’Italiano al Festival del 1983
Il brano che arrivò quinto fu destinato a diventare il più celebre di Cutugno. Scritto insieme a Minellono fu proposto a Celentano che rifiutò. Fu Gianni Ravera a convincere Toto ad interpretarlo. Il brano inoltre divenne popolare grazie alla votazione popolare del Totip.
In quegli anni partecipò al Festival di Sanremo raggiungendo spesso il secondo posto. Nel 1984 secondo posto con Serenata, nel 1985 scrisse per Luis Miguel Noi ragazzi di oggi, che si classificò seconda, nel 1986 con Azzurra malinconia, ma si classificò quarto.
Nel 1987 si classificò ancora secondo con Figli, ma come autore presentò anche Io amo per Fausto Leali, Il sognatore per Peppino Di Capri, Canzone d’amore per i Ricchi e Poveri.
Inoltre cominciò la carriera di conduttore per Domenica In per la quale scrisse la sigla Una domenica italiana.
Nel 1988 partecipò di nuovo, ma con la vittoria di Massimo Ranieri con Perdere l’amore, Toto si classificò di nuovo al secondo posto con Emozioni. Di nuovo al secondo posto nel 1989 con Le mamme.
Scrisse anche Io per le strade di quartiere per Franco Califano, Per noi e Se non avessi te per Fiordaliso, La fine del mondo per Gigi Sabani.
Dal 1989 al 1992 lavorò come conduttore nel programma Piacere Rai 1 del quale scrisse la sigla, accanto a Piero Badaloni e Simona Marchini.
Partecipò di nuovo a Sanremo nel 1990 con Amori e si esibì in coppia con Ray Charles, ma si classificò ancora secondo.
Nel 1990 partecipò all’Eurovision Song Contest a Zagabria con Insieme: 1992 e ottenne la vittoria.
https://www.youtube.com/watch?v=mLOLRNSQttY
Nel 2005 andò di nuovo al Festival di Sanremo con Annalisa Minetti con il brano Come noi nessuno al mondo, classificandosi di nuovo al secondo posto.
I suoi tour nell’Est europeo lo resero un ambasciatore della melodia italiana nel mondo.
La malattia.
Nel 2007 Cutugno scoprì di avere un tumore alla prostata. Nel 2008 Pippo Baudo lo invitò a Sanremo dove si classificò al quarto posto con Un falco chiuso in gabbia.
Il 12 febbraio 2013 partecipò come ospite a Sanremo dove ricevette il premio alla Carriera e cantò insieme al Coro dell’Armata Rossa, nel Blu dipinto di Blu e l’Italiano.
Nel 2019 è stato tra i giudici del programma Ora o mai più.
La redazione di Icrewplay Arte si unisce al cordoglio per la scomparsa dell’artista.