Trenta bauli di cui non si conosce origine ma soprattutto il contenuto preciso, è questo il mistero che insieme ad altri di diversa natura sembra aver dato vita ad un vivace e non solo dibattito internazionale riguardante alcune vicende vaticane.
La nostra rubrica, ormai da qualche anno indaga circa i misteri che possano interessare direttamente o marginalmente l’arte in generale, lasceremo quindi da parte tutto ciò che non riguarda espressamente tale argomento, consapevoli che per affrontare determinate dinamiche bisogna averne una conoscenza non certo approssimativa ma per quanto possibile diretta.
Per quanto riguarda i trenta bauli contenenti pezzi d’arte, la notizia è giunta fuori dalle mura vaticane come certa, suscitando essenzialmente una certa curiosità tra gli addetti ai lavori, gli appassionati e i cittadini tutti che dell’arte hanno fatto un loro interesse legato al tempo libero.
Ci limiteremo qui a riportare i fatti così come sono stati divulgati dalle fonti ufficiali, sperando di accompagnarti in qualità di lettore della nostra rubrica in una tua personale ricerca critica circa la vicenda in questione.
Versione ufficiale dunque alla quale però non disdegneremo di affiancare quel sottile sibilo, quasi impercettibile che fa della vox populi un credibile, anche se parziale, momento di plausibile verità.
Trenta bauli, un monsignore come tanti e centinaia di reperti
Il racconto di questa storia non può prescindere dal nominare Monsignor Michele Basso la cui recentissima morte ha scoperchiato sembra non un vaso di Pandora, o forse si, ma per l’esattezza trenta misteriosi bauli contenenti opere d’arte.
Una questione questa che era nota da tempo ma che era stata in qualche modo tenuta a bada con dichiarazioni misurate senza troppo nascondere ma neanche dire.
Consapevoli che l’innata velleità umana porti troppo spesso a far perdere il senso della prospettiva, in questa sede non ci occuperemo neanche del perché o per come un monsignore abbia costruito negli anni un tesoretto così interessante ma da tenere segreto relegato in trenta bauli nelle segrete del Vaticano.
Sull’argomento sembra che se ne stiano occupando alcuni degli organi competenti al fine di acclarare alcune particolarità che secondo le parti in causa meritano un approfondimento.
Ci preme in questa sede però mettere in luce un mistero nel mistero riguardante il Cretere di Eufronio, importante testimonianza di arte etrusca la cui vicissitudine con il passare degli anni non ha brillato per limpidezza.
Il fatto che all’interno della collezione, se così vogliamo momentaneamente chiamarla, dei trenta bauli di Monsignor Basso, ci sia una copia del cimelio etrusco non impensierisce più di tanto; quello però che fin da subito è apparso decisamente singolare al ritrovamento dei trenta bauli è stata la datazione di tale copia o riproduzione che dir si voglia poiché male si incastra con la storia finora conosciuta dell’originale.
Un mistero nel mistero in piena regola intorno al quale al momento sembra davvero prematura ogni esternazione a meno che non si scelga consapevolmente di parlare tanto per essere una voce delle tante sull’argomento trend topic.
Noi rimarremo certamente sintonizzati su questo scampolo di mistero finora decisamente poco generoso di aggiornamenti ma visto l’argomento sono sicura che dei trenta bauli si tornerà a parlare e presto anche.
Continua dunque a seguirci con l’attenzione e la passione che hai sempre dimostrato dato che sei ancora tra i nostri affezionati lettori e percorreremo insieme il sentiero dei misteri dell’arte intorno a questi trenta bauli.