Nel villaggio di Neve Shalom Wahat al-Salam, novanta famiglie, metà ebree e metà arabe, vivono in armonia nonostante il clima di tensione in Israele. Questa comunità intenzionale esiste da mezzo secolo e rappresenta un esempio di convivenza pacifica tra persone di culture diverse.
La scuola bilingue e binazionale del villaggio, nata con soli undici allievi, oggi ne conta 250, molti dei quali provengono da altre aree. “Il nostro sistema educativo si basa sul dialogo e sulla conoscenza reciproca,” spiega Nir Sharon, direttore della scuola e abitante del villaggio. Questa scuola bilingue e binazionale non solo insegna le lingue e le culture dei due popoli, ma promuove anche la comprensione e il rispetto reciproco.
Una scuola bilingue: sfide della convivenza
Samah Salaime, giornalista palestinese e attivista per i diritti delle donne, racconta le difficoltà che il villaggio deve affrontare, soprattutto dopo l’attacco del 7 ottobre. “L’atmosfera di odio è terrificante,” dice Samah. Tuttavia, il villaggio continua a riunirsi per condividere sofferenze e paure, cercando di mantenere vivi i valori di pace e non violenza.
Giulia Ceccutti, esperta dell’opera di Lalla Romano, sottolinea l’importanza di dare voce a narrazioni di pace. “Le opposte tifoserie non aiutano nessuno,” afferma. La pace è un concetto complesso che richiede tempo e impegno, ma è fondamentale per il benessere di entrambi i popoli.
Come pensi che le comunità come Neve Shalom Wahat al-Salam possano influenzare positivamente la pace nel mondo?