Donne vulcaniche come Valentina Spampinato, performer, conduttrice ed imprenditrice, mi fanno venire in mente i versi di Ligabue: “certe donne brillano”. Sul palcoscenico di Performer Italian cup, Valentina brilla di luce propria e porta l’entusiasmo di un progetto che crea opportunità e bellezza.
Il programma televisivo che è andato in onda nella fascia pomeridiana di RAI 2 il 17 e il 24 settembre è stato presentato da Valentina Spampinato e Garrison Rochelle, con la regia di Piero Pellizzieri.
Si tratta di un vero e proprio campionato italiano delle Arti Performative, con dei performer che oltre che artisti sono anche degli atleti, grazie al Metodo Pass, creato da Valentina Spampinato e fortemente sostenuto da un’equipe, di artisti, addetti ai lavori, medici, sportivi.
Una giuria ha giudicato le prove dei professionisti: Raffaele Paganini per la Danza, Peppe Vessicchio per il Canto, Diana Del Bufalo per la recitazione, Stefano Orfei per le Arti circensi e acrobatiche.
All’insegna della multidisciplinarità e della competizione sportiva, Valentina Spampinato ha creato il Metodo Pass, un metodo integrato in grado di far dialogare le arti come recitazione, canto, danza che verranno trattate come abilità sportive in modo da creare un percorso meritocratico. Il progetto è infatti organizzato dallo C.S.A.In., un ente di promozione sportiva riconosciuto dal C.O.N.I.
La nostra redazione ha avuto il piacere di intervistare Valentina Spampinato che ci ha raccontato qualcosa di più sul Metodo Pass.
Valentina Spampinato: il metodo PASS e l’arte dell’atleta-performer
Come nasce artisticamente Valentina Spampinato e come è nata l’idea del Metodo PASS?
Artisticamente ho fatto diversi percorsi formativi nel senso che sin da piccola ho avuto la difficoltà di mettermi delle etichette, non volevo fare solo la cantante, o solo l’attrice o solo la ballerina, in realtà il fatto di riuscire a fare tutto mi ha sempre attirato e ho seguito dei percorsi di studio multidisciplinari. Mi sono laureata in Conservatorio in canto, ho fatto dei percorsi universitari, mi sono diplomata come maestra coreografa e insegnante di ballo, ho studiato recitazione e teatro con la maestra Fioretta Maris. Sono nata performer nella testa e nella mentalità.
Sono siciliana e nasco a Catania ho incontrato le difficoltà di una terra che allora, in fase formativa non offriva le stesse opportunità che offrivano Milano e Roma, almeno quando io ero più giovane non c’erano delle Accademie nella mia Regione che permettessero di coltivare l’aspetto multidisciplinare. Ho sempre avuto questo sogno di rendere la mia terra autonoma e creare formazione.
Mi sono occupata della Direzione artistica di diverse Accademie di formazione e mi sono resa conto che c’era proprio un vuoto, una lacuna in quanto le singole materie non comunicavano tra loro. Da lì nasce il Metodo PASS, ossia un metodo integrativo. Solitamente nelle Accademie le materie si studiano separatamente, ma quando io artista vado in scena e devo ballare e cantare contemporaneamente, posso essere in difficoltà perché non mi hanno spiegato come far interagire le discipline. Come faccio a far interagire la respirazione post-diaframmatica che ho studiato col canto e la respirazione opposta che ho studiato per la danza? Lì nasce il metodo di studio Pass, metodo di studio integrativo che spiega come far comunicare danza, canto e recitazione tra di loro, attraverso un approccio di preparazione atletica.
Io l’ho ideato e sono stata appoggiata da un comitato tecnico didattico scientifico che fa capo a diverse personalità della medicina e dell’arte, il professor Gucciardo, il maestro Vessicchio per la musica, foniatri, vocal coach per il canto, che hanno, con la loro firma, avvalorato questo metodo ad approccio atletico. Noi è come se avessimo dichiarato che un artista può anche essere considerato anche un atleta, perché dimostriamo attraverso questo metodo integrativo, il percorso atletico che viene effettuato in fase formativa per far comunicare le materie tra di loro.
Da lì nasce F.I.P.A.S.S la Federazione Internazionale Performer Arti scenico sportive che in Italia è gestita tramite La C.S.A.In. del Coni, ma in realtà è presente in tre continenti e 36 Paesi al mondo. Nascono i campionati provinciali, regionali, nazionali. Il Campionato nazionale rilascia le medaglie oro, argento e bronzo delle performing arts e i migliori atleti contribuiscono a creare punteggio nella loro Regione, vengono chiamati all’interno del programma televisivo che sia l’anno scorso che quest’anno è andato in onda su RAI 2.
In questa tua ricerca a quali tradizioni culturali ti agganci?
Io mi aggancio molto alla tradizione greca, e al trasferimento del messaggio di Bellezza generata da diversi strumenti creativi. Avendo creato un movimento sportivo penso alle Olimpiadi. Mi piace pensare all’Arte e alla Bellezza come strumenti per salvare il mondo proprio come diceva Dostoievsky. “La Bellezza salverà il mondo!”.
L’importanza delle arti performative come competizioni sportive e come collocamento in ambito lavorativo. Quali sono le opportunità lavorative che si possono aprire per i giovani artisti?
Questa idea nasce proprio con la volontà di creare, una vetrina o un canale alternativo alle Major, alle agenzie, alle etichette discografiche. Per un giovane emergente spesso è difficile scardinare gli equilibri dei grandi sistemi. Il fatto di creare uno strumento meritocratico come quello del campionato per noi ha avuto un grande significato, anche con l’impatto dell’inserimento lavorativo. Anche il singolo ragazzo di una piccola provincia o un piccolo comune ha un’opportunità e un confronto sul palcoscenico. C’è infatti una suddivisione di fasce di età e di livello e chiunque ha la possibilità di avere un confronto meritocratico ed equo. Se l’artista, step by step supera le varie fasi e arriva a livello nazionale e viene quindi catapultato nel programma televisivo o a rappresentare l’Italia agli europei e ai mondiali, può entrare in contatto con diversi professionisti a livello mondiale. I nostri giudici sono dei grandi professionisti. Mentre votano devono attenzionare se c’è qualcuno che può essere interessante per un determinato progetto.
Abbiamo infatti una work room, una specie di ufficio di collocamento attraverso il quale i nostri giudici possono convocare i concorrenti per un colloquio e una conoscenza reciproca ed eventualmente proporre un contratto di lavoro. Molti ragazzi hanno avuto delle belle opportunità.
Parlami della valenza educativa del metodo Pass
Io sono fortemente animata da questo senso di responsabilità nel contribuire con il mio mestiere ad elevare l’animo dell’essere umano.
E’ risaputo che l’arte è un sostegno terapeutico in molti casi e non bisogna vietare a nessuno di studiarla. Magari si costituisce una classe per ragazzi che studiano a livello amatoriale. Il Metodo Pass non è indirizzato solo a chi vuole fare il performer, ma permette di guardare da punti di vista diversi le varie materie. Anche se io nella vita voglio fare solo il cantante, con lo studio della recitazione posso migliorare il canto perché posso andare a toccare corde che solo cantando non potrei toccare. Un attore attraverso lo studio della danza e dell’espressione corporea, può raggiungere un’armonia del corpo e riportarla sulla voce. Solo attraverso lo studio della recitazione, ciò sarebbe difficile. E’ necessario attivare una sensibilità energetica.
Molti esercizi proposti dal metodo Pass hanno un profondo studio di carica energetica, trattano l’energia interiore, il plesso solare e sono profondamente introspettivi. Sono delle nozioni base che migliorano la qualità di vita dell’essere umano.
Qual è stata l’emozione più bella che hai provato nel diffondere il metodo Pass?
Ne ho provate tante, ma c’è una in particolare che quotidianamente mi coccola e mi sostiene. Noi abbiamo un nostro motto “Siamo uniti in amore”. E’ una frase che presi in una preghiera anni fa e che feci mia. Me la sono tatuata e prima di quel momento non amavo i tatuaggi. L’ho riportato in questa grande famiglia. Ho avuto la fortuna di aver incontrato delle anime che hanno accolto totalmente la mia mission legata a questo progetto e si è creata una grande energia in questo gruppo di lavoro, tale da farci sentire una famiglia.
Mi emoziona vedere negli occhi del mio gruppo di lavoro, la resistenza, la forza, la costanza, l’esserci sempre nonostante le difficoltà. Il Covid ha fortemente penalizzato sia lo sport che lo spettacolo ed è stato grazie alla forza della nostra squadra che il nostro progetto è andato avanti.
Progetti futuri?
Stiamo già lavorando alla progettazione del prossimo programma televisivo, che l’anno prossimo avrà più puntate, all’Europeo, al Continentale Latino America e al Campionato del Mondo 2024. La nostra macchina lavorativa sta portando il progetto in tutto il mondo. Sto lavorando a un film di Natale con Garrison e al secondo volume del libro sul metodo PAS.
La nostra redazione ringrazia Valentina Spampinato