la DAD, famigerata Didattica a distanza, ha destato polemiche, perplessità, dubbi e domande talvolta senza risposta. Il 16 maggio scorso la ministra Azzolina ha dichiarato che si dovranno valutare gli alunni, rigorosamente con i voti numerici, come di consueto.
Prima di questa ennesima svolta della Ministra dell’Istruzione, molti insegnanti si sono interrogati, durante i consigli di classe con Meet o nelle chat, sui criteri da usare per dare una valutazione agli studenti, in questa situazione difficile e certamente non consueta.
La Didattica a distanza e le sue difficoltà
Nel frattempo, i genitori si sono fatti carico di tutto il lavoro scolastico trovandosi alle prese con stampe, foto di compiti, invio mail, in un nebuloso smart working che è molto working, ma poco smart. Le connessioni poco affidabili, i PC condivisi, le stanze in comune in uno spazio domestico che non sempre è sinonimo di tranquillità, concentrazione e stimolo sono i punti cardine sui quali la scuola a distanza si è dovuta confrontare. Ci sono alunni che hanno dichiarato nella loro mente la fine della scuola e hanno chiuso i libri fino al prossimo anno scolastico. Alcuni si trovano in difficoltà economica e non hanno portatili o computer fissi in buono stato.
Questa realtà si concretizza in un voto? In un numero? Qual è il significato di un numero ai fini educativi e di formazione di uno studente? Voto sui compiti svolti a casa con qualcuno pronto ad aiutare, temi copiati, ricerche velocemente rielaborate dal web, esercizi svolti con la complicità del fratello o di un genitore? Sono questi i dubbi che attanagliano docenti e non solo. Ricordiamoci che la situazione è stata anomala e lo è tuttora, almeno per quanto riguarda le scuole, visto che sono state le uniche strutture a rimanere ancora chiuse.
Didattica a distanza: La valutazione del passato e la riflessione sul presente
Del resto, sarebbe buona cosa considerare la didattica a distanza sotto un altro punto di vista, sotto un’altra prospettiva. Forse è tempo di raccogliere il passato con tutto il buono e il brutto, analizzarlo, come fosse un topo da laboratorio e cercare di trovare una risposta per il futuro della scuola. Potrebbero esserci anche alternative che ora magari non vediamo. Una riflessione, dopo tutto queste stimolazioni mediatiche, dopo tutta questa baraonda provocata da eventi che non dipendono da noi, potrebbe essere: che cosa possiamo realmente fare per migliorare la scuola, l’istruzione e tutto ciò che ne deriva? Quali misure potremmo adottare concretamente per migliorare e rendere attiva la scuola? Che tipo di sogni possiamo realizzare per trasformarli in obiettivi?
Gli insegnanti hanno una grande responsabilità, il loro compito nella valutazione online è arduo e molto delicato. Le polemiche ci saranno sempre, perciò di fatto bisognerà agire in maniera tale da non essere troppo punitivi, ma nemmeno troppo superficiali, dando un serio riscontro all’attività svolta in questi mesi di lockdown.
Il ragazzo e l’alunno in generale, dalle primarie alle superiori, dovrebbe essere il protagonista indiscusso, ma in questa situazione di Didattica a distanza, è chiaro che tutto ciò che prevede l’interazione, lo scambio fra docente e discente è venuto a mancare, causando degli squilibri, ma anche offrendo delle alternative. Con un pochino di tempo, le cose lentamente si stabilizzeranno e come per tutti i cambiamenti, sarà dura all’inizio, ma anche stimolante e magari divertente poi.
Caro lettore, noi di Icrewplay arte e cultura torneremo certamente sull’argomento della Didattica a distanza dando spazio alla creatività di Insegnanti e studenti in una situazione critica.