Van Gogh voleva essere riconosciuto come il pittore dei girasoli. Bisogna ammettere che ci è riuscito perfettamente. A tal proposito Amsterdam in collaborazione con il Van Gogh Museum ha illuminato la città, prendendo ispirazione e tenendo a mente la celebre serie del maestro.
Perché proprio i girasoli?
Proprio come altri pittori che lavoravano all’epoca, Van Gogh realizzava nature morte floreali. Fu una scelta insolita quella dei girasoli. Molti suoi artisti contemporanei li consideravano, infatti, fiori grossolani e poco eleganti. È proprio questo aspetto che li ha resi interessanti agli occhi di Van Gogh.
Perché il giallo? Perché per l’artista non solo è un colore che allude alla felicità, ma anche perché era il colore della Provenza. Per dipingere i suoi fiori utilizzò tre tonalità di giallo – tre gialli cromati, il giallo ocra e il verde veronese e nient’altro – dimostrando con ciò come fosse possibile elaborare un’immagine con variazioni di uno stesso colore.
Cosa significavano i Girasoli per Van Gogh?
Il girasole è mio – dichiarò una volta Van Gogh, dimostrando come per il pittore questi fiori avessero un significato profondo. Gauguin definì i dipinti completamente Vincent. Si tratta di una serie di dipinti ad olio su tela realizzati tra il 1888 e il 1889 e sono oggi tra le sue opere più apprezzate e riconoscibili dal pubblico.
La serie dei Girasoli in vaso (quella più famosa) nasce durante la permanenza del pittore ad Arles (1888) in attesa dell’amico Paul Gauguin. Dipinse diverse nature morte di girasoli con cui decorò la camera degli ospiti. Ci sto lavorando ogni mattina, dall’alba in avanti, in quanto i fiori si avvizziscono così rapidamente – le parole di Van Gogh al fratello Theo.
Tramite una lettera che l’artista scrisse al fratello Theo veniamo a conoscenza di una curiosità circa la realizzazione delle tele.
I girasoli, infatti, presenti nei dipinti possono variare di numero e se ne possono trovare 14 o 15 per dipinto. Questa numerologia gli è particolarmente cara e ha un significato ben preciso: si tratterebbe della somma dei 12 apostoli più 2 persone, suo fratello Theo e Gauguin. Nella variante di 15, Van Gogh si inserisce fra i personaggi i già citati.
Girasoli – cinque versioni sparse per il mondo
Esistono cinque versioni dell’opera, in mostra nei musei e nelle gallerie di tutto il mondo: alla National Gallery di Londra, al Van Gogh Museum di Amsterdam, alla Neue Pinakothek di Monaco, al Philadelphia Museum of Art e al Sompo Museum di Tokyo.
Le tele conservate alla galleria di Monaco di Baviera e alla National Gallery sono da considerarsi i dipinti più importanti dell’intera serie, perché furono gli unici che Van Gogh considerò abbastanza validi da appenderli firmandoli Vincent.
Oltre a queste cinque famose versioni ne dipinse altre due di cui una è presente in collazione privata, mentre l’altro quadro è stato perso durante la Seconda guerra mondiale.
Girasoli del Van Gogh Museum di Amsterdam
Van Gogh dipinse questa versione dei Girasoli a gennaio del 1889 durante il suo soggiorno ad Arles, un mese dopo l’improvvisa rottura della sua convivenza con Gauguin.
Una ricerca condotta sul capolavoro del Van Gogh Museum ha portato alla luce nuove informazioni sulle condizioni del dipinto e sui materiali utilizzati.
L’opera – considerata la sua fragilità – è stata prestata solo sei volte nei 46 anni di storia del museo. L’ultima volta risale al 2014, quando il dipinto fu dato in prestito alla National Gallery di Londra per essere esposto insieme alla versione di Girasoli della collezione inglese.
Girasoli del Van Gogh Museum di Amsterdam: composizione
I Girasoli di Amsterdam sono stati dipinti su un particolare rotolo di lino. Ci sono più strati di vernice sulla tela, tutti aggiunti in un secondo momento e non dallo stesso Van Gogh. Si tratta di strati sporchi e ingialliti che non possono essere rimossi perché in alcuni punti risultano mescolati alla pittura originaria.