Il momento religioso della Velactio Crucis che vediamo applicata in questi giorni, a seconda del rito dalla quinta domenica di Quaresima o da quella delle Palme, affonda le proprie radici fin dal IX secolo d.C.
Nella Settimana Santa, momento liturgico di forte coinvolgimento, il rito della Velazio Crucis voleva imprimere nell’animo del fedele che si avvicinava al momento di penitenza, unico rispetto alle confessioni elargite durante l’anno, un forte senso di sacralità.
Solo così i fedeli, privati del sostegno visivo dell’immagine sacra, avrebbero potuto concentrare i loro pensieri esclusivamente sulla purificazione delle loro anime.
La Velactio Crucis, segna esattamente l’inizio della fase culmine della Pasqua dando di fatto inizio alla settimana santa.
Seppur con le caratteristiche di un rito, la Velazio Crucis è perfettamente contemplata nelle norme del Diritto Canonico che ne determina momenti e caratteristiche.
Il missale romano, rivisitato nel 2002, la Velazio Crucis è così definita:
Usus cooperiendi cruces et imagines per ecclesiam ab hac dominica servari potest, de iudicio Conferentiae Episcoporum. Cruces velatae remanent usque ad expletam celebrationem Passionis Domini, feria VI Hebdomadae sanctae, imagines vero usque ad initium Vigiliae paschalis
Fu nel 1700 che il Caeremoniale Episcoporum determinò e per la prima volta la durata che avrebbe dovuto avere la Velatio Crucis, norma che però non è contemplata nel Messale Romano originale del 1570, ma che in successive edizioni compare dopo il testo della messa di sabato della quarta settimana di Quaresima:
Finita la Messa e prima dei Vespri si coprono le croci e le immagini in tutta la chiesa, e rimangono coperte, le Croci fino a quando il celebrante non abbia terminato l’adorazione della Croce il Venerdì Santo, le immagini fino all’intonazione dell’Inno Angelico il Sabato Santo
Le successive modifiche della liturgia della Settimana Santa introdotte dal papa Pio XII, tale testo è stato modificato, anche se leggermente, nell’ultima edizione datata 1962 del Messale Romano tridentino:
Expleta Missa, cooperiuntur cruces et imagines per ecclesiam; quae coopertae manent, cruces quidem usque ad expletam per celebrantem Crucis adorationem in feria VI in Passione et Morte Domini, imagines vero usque ad intonatum hymnum angelicum in Missa Vigiliae paschalis
Nella lettera più recente circolare Paschalis sollemnitatis del 16 giugno 1988, la Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti ha infine ricordato la relativa norma citando il testo contenuto nelle edizioni del Messale Romano pubblicate dopo il Concilio ecumenico Vaticano II.
Nel Rito Ambrosiano, come accade per altre ricorrenze, tale regola, se così possiamo chiamarla, differisce nella tempistica dell’applicazione, essa infatti è estesa a tutto il periodo quaresimale, con le stesse modalità.
Velazio Crucis, rito avvolto di mistero