Il Comune di Ventotene ha aderito alla proposta della Commissaria Straordinaria di Governo Silvia Costa di realizzare a Ventotene “Una panchina per l’Europa” dedicata a David Sassoli, già Presidente dell’Unione Europea.
A Ventotene una panchina per David Sassoli
“L’iniziativa delle Panchine europee, lanciata nel 2021 dai Giovani Federalisti Europei, ha incontrato numerose adesioni in Italia: panchine realizzate da giovani volontari diventano il punto da cui inviare messaggi di sostegno all’Europa, grazie a fotografie e video che vengono poi lanciati sulla rete e condivisi sui social”, spiega una nota.
“David amava molto Ventotene – commenta Silvia Costa – e in occasione di un incontro con la cittadinanza che avevo organizzato nel 2021 nell’ambito del Progetto di recupero dell’ex Carcere di Santo Stefano, ci inviò un videomessaggio a conclusione del quale ci salutava con questa frase che potrebbe essere riprodotta sulla panchina: ‘E’ lì, a Ventotene, che abbiamo avuto uomini e donne che hanno immaginato per noi un futuro diverso‘”. L’ inaugurazione della panchina dedicata a Sassoli avverrà agli inizi di ottobre.
David Sassoli, una vita per il giornalismo
La sua carriera come giornalista televisivo ebbe inizio nel 1992, come inviato di cronaca nel TG3 dove ha seguito per molto tempo gli avvenimenti riguardanti mafia, Tangentopoli e le inchieste sulle stragi italiane. In quel periodo collaborò con i programmi di Michele Santoro Il rosso e il nero e Tempo reale.
Dal terzo canale RAI passa su Rai2, dove conduce la trasmissione pomeridiana Cronaca in diretta. Poi la svolta, nel 1998 passa su Rai1 per la conduzione di Prima – La cronaca prima di tutto, rotocalco quotidiano del TG1.
Nel 1999 entrò nella redazione del TG1 in qualità di inviato speciale, e in seguito ne divenne conduttore dell’edizione delle 13:30 e successivamente di quella delle 20. Con l’avvento della direzione di Gianni Riotta, nel 2007 Sassoli diventò vicedirettore del telegiornale, nonché dei settimanali di approfondimento Speciale TG1 e TV7. Nel 2004 venne eletto Presidente dell’Associazione Stampa Romana.
Dai tempi degli scout è stato sempre coinvolto da un profondo impegno civile, coniugando le grandi passioni della sua vita: il giornalismo e la politica. È stato prima vicepresidente e poi presidente del Parlamento europeo.
L’ingresso in politica
L’ingresso in politica di David Sassoli coincise con le elezioni del Parlamento europeo del 6 e 7 giugno 2009, quando il Partito Democratico lo candidò su proposta del segretario Dario Franceschini come capolista nella circoscrizione dell’Italia centrale.
Nel 2014 si ricandidò alle elezioni europee con il PD. Il 1º luglio 2014 venne eletto Vicepresidente del Parlamento europeo. Nel gennaio 2017 venne riconfermato Vicepresidente.
In questa legislatura fu l’autore di una legge di riforma ferroviaria. Lo scopo principale della riforma era l’apertura del mercato dell’alta velocità, permettendo a tutte le compagnie ferroviarie di partecipare alle gare sulle tratte dell’alta velocità in qualsiasi stato membro.
Nel corso della legislatura rivolse la propria attenzione alla politica euro-mediterranea e alle tematiche relative le materie di bilancio. Come Vicepresidente responsabile per la politica euro-mediterranea rappresentò il Parlamento europeo in più occasioni ufficiali, sviluppando e intensificando un dialogo con le istituzioni dei Paesi del Mediterraneo e del Medio Oriente.
Si ricandidò alle elezioni europee del 26 maggio 2019 con il PD, venendo nuovamente eletto. Il 3 luglio 2019 venne eletto Presidente del Parlamento europeo, il settimo italiano a ricoprire la carica.
Come primo atto della sua presidenza decise di rendere omaggio a tutte le vittime del terrorismo in Europa, visitando la stazione della metropolitana di Maalbeek, uno dei siti degli attentati di Bruxelles del 2016.
In occasione dell’emergenza COVID-19, dichiarò di auspicare un bilancio comunitario che investa sulla ricerca scientifica, evitando «tagli sulla vita degli europei».
Il 15 dicembre 2021, a un mese dalla scadenza del mandato, annunciò che non si sarebbe ricandidato alla presidenza del Parlamento europeo per “non dividere la maggioranza europeista”.