A dieci minuti dal Terminal 1 dell’aeroporto di Milano Malpensa, ha riaperto i padiglioni ai visitatori, il Parco e museo del volo “Volandia”, con i suoi 60.000 mq di area dedicata e perfettamente fruibile anche da chi , tra un volo è l’altro, ha un po’ di tempo da aspettare.
“Quando camminerete sulla terra dopo aver volato, guarderete il cielo perché là siete stati e là vorrete tornare.”
Così si esprimeva Leonardo Da Vinci nel ‘500, probabilmente intento nel mettere a punto un qualche prototipo, di cui ci ha lasciato ampia memoria attraverso i suoi disegni che finalmente permettesse all’uomo di eguagliare gli uccelli nella pratica del volo.
A “Volandia”, tra i padiglioni, si va a spasso nel tempo
Secoli e secoli sono dovuti passare per vedere finalmente realizzato quello che era, a tutti gli effetti, il sogno più grande del genio toscano del Rinascimento.
Infatti fu solo nei primissimi anni del XX secolo che, grazie ai fratelli Wright, si riuscì a vedere, sia pur per pochi secondi e con un sollevamento che oggi definiremmo risibile, un prototipo di aliante, spiccare un timido volo che le cronache dell’epoca quantificarono in un tempo di durata complessiva di dodici secondi, per un’ altitudine raggiunta di circa 40 metri.
Da qui, l’immancabile fascino del volo riuscì a richiamare a sé l’interesse di molti appassionati, fino ad arrivare all’ingegnere brasiliano Santos Dumont che, sebbene non avesse fatto studi specifici, riuscì a far decollare autonomamente i suoi prototipi e in presenza di pubblico. Per questo è considerato da una larga fetta della comunità scientifica internazionale, specie nel suo paese d’origine, il padre dell’aviazione.
Il primo aeromobile italiano fu assemblato dall’ingegnere e progettista bolognese Aristide Faccioli nel 1908.
Negli anni che seguirono, tali sensazionali scoperte furono usate quasi esclusivamente in ambito sportivo, come mezzo per la conquista di primati, per l’epoca assoluti quali, per citarne alcuni, il sorvolo delle Alpi o la traversata sul canale della Manica.
E’ con il conflitto bellico, ormai alle porte che le potenzialità dei primi aeromobili vengono impiegate ed affinate al fine di avere strategicamente ricognizioni complete di vaste aree, altrimenti impossibili da verificare. Solo successivamente i piloti degli affascinanti biplani, vennero muniti di bombe a mano che inizialmente venivano lanciate fisicamente dagli stessi e da questa esperienza, in un secondo momento, gli aeromobili furono dotati di armamentario adatto allo sgancio indipendente di ordigni.
L’idea di un possibile utilizzo come mezzo di trasporto, maturò nel successivo periodo di pace, quando anche le strutture degli aeromobili cambiarono, dovendo, le industrie aeronautiche, potenziare altri aspetti delle macchine volanti, quali la robustezza che si sostituiva alla precedente necessità di maneggevolezza e capienza per poter accogliere quanti più passeggeri possibile.
Di nuovo a seguire, un altro conflitto mondiale, ne potenzia ulteriormente certe caratteristiche strutturali, fino ad arrivare ai successivi anni ’30 con il fiorire di una vera e propria industria del trasporto aereo, tra alti e bassi, mai più arrestatasi fino ad oggi.
“Volandia” racconta tutto questo e ti accompagna a vederlo con i tuoi occhi
Il visitatore ha la possibilità di vedere, proprio nel primo padiglione, tutta la parte storica, non attraverso una narrazione, ma ammirando dal vivo molti modelli di vecchi aerei, con la possibilità di confrontarne visivamente peculiarità ed evoluzione strutturale.
Interessante la ricostruzione delle “Officine Caproni”, prima ditta aeronautica italiana, che dà al visitatore l’idea di calcare di nuovo quell’atmosfera dei primi del ‘900, quando volare era ancora un sogno per pochi e di rivivere, sempre nell’area adibita, il primo volo del bimotore Caproni Ca1, ammirandone l’unico esemplare al mondo, che il 27 maggio 1910, fece il suo primo volo sulla brughiera di Malpensa.
Ed infine, Volandia offre l’irresistibile esperienza del simulatore di volo, fruibile da grandi e piccini, dal fascino irresistibile che per qualche minuto riesce a trasmettere l’ebrezza di vestire i panni di un vero pilota di linea, momento irrinunciabile della visita.
Per ogni ulteriore approfondimento, circa le misure di contenimento sociale che hanno ridimensionato il numero di accessi giornalieri, si consiglia di visionare il sito del parco museo del volo Volandia al fine di programmare al meglio la visita.
Buon volo.