Nel primo secolo dopo Cristo Plinio il Vecchio affermava che “dall’Africa viene sempre qualcosa di nuovo” e in quest’ottica è stata promossa la mostra itinerante Wall eyes, looking at Italy and Africa. Il termine non è stato scelto per caso, wall eyes in inglese significa sguardo strabico e qui viene usato per indicare l’attenzione verso entrambi i continenti (l’Italia nello specifico per quanto riguarda il continente europeo). Partendo da Johannesbrug, è arrivata a Cape Town per poi concludere il “viaggio” a Roma all’Auditorium Parco della Musica dove l’esposizione sarà aperta fino al prossimo 29 gennaio (nella galleria in basso puoi vedere le foto di tutte e tre le mostre partendo dalla più recente a Roma per poi passare a Cape town e finire con Johannesburg ).
Giovani artisti italiani e africani a confronto
Al fine di promuovere una positiva contaminazione culturale 4 giovani talenti italiani sono stati invitati a realizzare delle opere mentre erano in Africa o appena rientrati da quel continente (ad esempio Gian Maria Tosatti che dopo aver trascorso tre mesi in Sud Africa ha presentato il dittico Void) mentre ad altri sei è stato chiesto di focalizzarsi su determinati temi socio-culturali italiani. Alla ricerca di una visione comune su alcuni temi anche sei artisti africani hanno presentato i loro lavori. Gli artisti che hanno partecipato al progetto sono: Lhola Amira, Rä di Martino, Silvia Giambrone, Jared Ginsburg, Rodan Kane Hart, Bronwyn Katz, Andrea Mastrovito, Elena Mazzi, Luigi Presicce, Marta Roberti, Marinella Senatore, Eugenio Tibaldi, Gian Maria Tosatti, Luca Trevisani, Jessica Webster, Neill Wright.
In Sud Africa la scelta dei luoghi espositivi non è stata casuale, Keyes Art Mile a Johannesburg e 6 Spin Street a Cape Town sono due spazi molto importanti a livello culturale e per rendere la cooperazione ancora più forte è stato chiesto a quattro importanti gallerie delle due città (Goodman, SMAC e Everard Read a Johannesburg, e la A4 Art Foundation a CapeTown) di prestare le opere di artisti africani.
Il tutto rientra nel programma Italia, culture, Africa, promosso dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e l’Istituto Italiano di Cultura di Pretoria ed è curato da Ilaria Bernardi. A completamento della mostra è stato pubblicato il catalogo edito da Prinp (Torino), contenente un saggio della curatrice stessa e schede di approfondimento delle opere esposte, unitamente al contributo dell’Ambasciatore d’Italia in Sud Africa, Paolo Cuculi e del direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Pretoria, Fabio Troisi.
La mostra è una bella occasione per avere una visione di due mondi lontani, uniti da uno “sguardo strabico“.
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