Per 4 serate è andato in scena al Tin – Teatro Instabile Napoli – il riadattamento teatrale dell’opera Shakespeariana La dodicesima notte con adattamento e regia di Gianmarco Cesario. Il suggestivo teatro ricavato nel sotterraneo di un palazzo storico al centro di Napoli era pieno in tutte e quattro le date e la giovane compagnia teatrale ha ricevuto applausi e apprezzamenti ad ogni replica.
La dodicesima notte è una commedia degli equivoci moderna, prodotta da Talentum Production con l’ Accademia Vesuviana del Teatro e Cinema e del Teatro Instabile Napoli, interpretata da Gianni Sallustro, che dirige il Tin da qualche anno, Nicla Tirozzi e gli attori dell’Accademia Vesuviana: Tommaso Sepe, Vincenzo Granato Lucia Saviano, Maria Crispo, Gennaro Zannelli, Alessandro Calo, Luigi Guerra, Davide Calo, Carlo Sepe, Noemi Iovino, Nancy Pia De Simone, Domenico Liguori, Salvatore Tufano.
![la dodicesima notte al tin di Napoli](https://arte.icrewplay.com/wp-content/uploads/2024/05/tin.jpg)
La Dodicesima notte di Shakespeare, la vicenda e l’adattamento
La trama narra di due fratelli gemelli, Viola e Sebastian, naufragati in Illiria. Ciascuno crede che l’altro sia morto nel naufragio. Viola , travestitasi da uomo con il nome di Cesario, riesce ad entrare al servizio del duca Orsino che è innamorato della nobildonna Olivia, che si innamorerà a sua volta di Cesario (Viola). Il travestimento della donna nell’uomo era un tipico tratto distintivo della penna di Shakespeare, ma nella versione attuale della commedia il protagonista assoluto è l’amore, che non esclude nessuno dei personaggi in scena, ognuno a modo suo.
Quello che a mio parere risulta un po’ forzato e fuori luogo è l’ammodernamento in chiave ironica della commedia con musiche danzerecce contemporanee, costumi e abbigliamento di epoche e stili eterogenei, trucco moderno e aggressivo per le donne e calzettoni e armi “antiche” per gli uomini, ma un linguaggio arcaico mantenuto a dispetto della modernità dei personaggi in scena. Alcuni monologhi forse si potevano asciugare, anche per evitare agli spettatori di restare quasi 2 ore seduti in postazioni un po’ precarie e in un luogo carino ma umido.
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