Il 24 luglio 1908, a Londra, si svolse una drammatica maratona olimpica che vide l’italiano Dorando Pietri tagliare per primo il traguardo, ma a causa dell’aiuto ricevuto dai giudici di gara, fu squalificato e perse la medaglia d’oro.
Era il 24 luglio 1908, durante i Giochi Olimpici di Londra, quando si disputò la maratona, una delle gare più attese. L’italiano Dorando Pietri, stremato dalla fatica, tagliò per primo il traguardo, ma era talmente esausto che fu sorretto e aiutato dai giudici di gara per superare gli ultimi metri.
Questa assistenza fu considerata una violazione del regolamento e, di conseguenza, Pietri fu squalificato e privato della medaglia d’oro, assegnata all’americano Johnny Hayes. Nonostante la squalifica, l’impresa di Dorando Pietri rimase impressa nella storia dei Giochi Olimpici e dello sport, diventando simbolo di coraggio, determinazione e spirito sportivo.
24 luglio 1908, Dorando Pietri tagliò per primo il traguardo
Nonostante la vittoria ufficiale andò all’americano Johnny Hayes, la sua impresa rimase leggendaria; Dorando Pietri, stremato, crollò più volte a terra a pochi metri dal traguardo e fu aiutato a rialzarsi e a proseguire dai giudici di gara. Questo traguardo, sostenuto dai giudici, suscitò polemiche e la squadra americana presentò ricorso.
La squalifica di Pietri portò alla vittoria di Johnny Hayes, ma la sua impresa, con l’arrivo epico, rimase nella storia, superando la cronaca della gara e diventando un mito. L’episodio contribuì a rendere la maratona una delle gare più popolari e seguite delle Olimpiadi.

Protagonista l’italiano Dorando Pietri
Re Edoardo VII dichiarò aperti i Giochi di Londra della IV Olimpiade dell’era moderna, suddivise tra primavera ed estate, le gare si sarebbero concluse il 31 ottobre al White City Stadium, appositamente costruito L’Italia partecipò con sessantotto atleti, tra questi Dorando Pietri. Il maratoneta si era preparato per mesi all’evento, guadagnandosi il posto nella squadra italiana grazie a un tempo di 2 ore e 38 minuti su 40km, un record del tutto italiano.
Vanno avanti i britannici e Pietri resta nelle retrovie sino a metà gara, quando ebbe inizio la sua irresistibile progressione che lo porterà a recuperare molte posizioni. Al trentaduesimo km è secondo, a 4 minuti dal leader della corsa, il sudafricano Charles Hefferon. Quando viene a sapere che il suo rivale è in crisi, Dorando Pietri aumenta il ritmo e lo raggiunge superandolo.
Manca poco all’arrivo, ma alle prese con il grande dispendio di energie (effettuato per rimontare), con la disidratazione dovuta al caldo, perde lucidità. Arrivato allo stadio, sbaglia strada, i giudici lo fanno tornare indietro ma lui cade a terra esanime. Si rialza con l’aiuto dei giudici… è stremato e fatica a reggersi in piedi, quando al traguardo mancano solo 200 metri.
Dorando Pietri cade quattro volte, venendo aiutato dai giudici a rialzarsi, barcollando raggiunge il traguardo sorretto da un giudice e un medico: chiude in 2 ore, 54 minuti e 46 secondi, impiega 10 minuti per gli ultimi 500 metri. Tagliato il traguardo, sviene e viene portato via in barella. Intanto la squadra americana presenta un reclamo, che viene prontamente accolto, portando alla squalifica dell’italiano, cancellato dall’ordine di arrivo della gara. Il dramma commuove la folla con le decine di migliaia di spettatori e, per compensarlo della mancata medaglia olimpica, la regina Alessandra lo premia con una coppa d’argento dorato.