Christian Louboutin è il sogno di ogni donna che abbia la passione per le scarpe (e chi dice di non averla di sicuro mente!), le sue creazioni sono gioielli da mettere ai piedi, capolavori dal tacco 12 con la famosa suola rossa che celebrano l’eleganza e la femminilità. Parigi gli dedica una mostra per celebrare il trentennale della sua carriera. Dal 26 febbraio fino al 26 luglio 2020 al Palais de la Porte Dorée sarà possibile ammirare le sue creazioni, dagli esordi fino ai giorni nostri e i modelli nati dalle collaborazioni con personaggi celebri.
Le creazioni di Christian Louboutin in mostra al Palais de la Porte Dorée
La scelta del luogo non è casuale, Christian Louboutin vi passava davanti praticamente tutti i giorni per tornare a casa da scuola e, già affascinato sin da piccolo dal bello, ammirava incantanto questo capolavoro dell’Art decò. Le domeniche poi le trascorreva quasi sempre tra le sue sale e proprio lì, alla vista del cartello all’entrata con la scarpa stilizzata che invitava le signore a non calpestare con i tacchi i preziosi pavimenti a mosaico, nacque l’ispirazione per quello che diventerà il famosissimo modello Pigalle che porterà Louboutin nell’olimpo della moda.
La mostra è curata da Olivier Gabet, direttore del Museo delle Arti Decorative di Parigi e il titolo, come ha specificato lo stilista, “gioca sul concetto di esibizione e di esibizionismo perché mi piace dare un approccio più sovversivo alla mostra, nel quale esibendo le mie opere mi espongo in prima persona in maniera più intima“.
L’esibizione è divisa in dieci aree che ripercorrono la carriera atttaverso le fonti di ispirazione, le passioni, i punti di riferimento dello stilista e le collaborazioni con vari nomi del cinema e della moda (un nome su tutti, il visionario David Lynch). L’artista neozelandese Lisa Reihana ha creato per l’occasione un affresco digitale biografico mentre in un’altra sala sarà possibile ammirare le vetrate artistiche nate dalle sapienti mani dei mastri vetrai della Maison du Vitrail.
Ovviamente la prima sala è occupata da “I primi anni“, calzature antecedenti alla geniale trovata della suola rossa, ma sempre bellissime e il portfolio che mostrava agli stilisti dell’epoca, in un tuffo nel passato che mostra gli inizi di Louboutin. Da lì si passa alla “Sala del tesoro”, dove le vere appassionate potranno ammirare i pezzi più iconici della sua carriera e scoprire l’ispirazione che ha portato alla creazione di alcune di queste scarpe, insieme ai modelli creati per Yves Saint Laurent, con una particolare attenzione a quelli dell’ultima sfilata del 2002.
I designers inglesi Whitaker/Malem hanno curato la sala “Nudes” dove sono esposte le scarpe di questa specifica collezione nata a partire dal 2006 mentre nella sala “Atelier” ci sono gli strumenti del mestiere ed è possibile vedere come nasce una scarpa. Nel “Teatro Bhutanese” si scopre la passione di Christian Louboutin per il Bhutan, attraverso una struttura in legno contenente alcuni dei suoi gioielli più belli. La sala “Biography” contiene l’affresco digitale creato da Lisa Reihana di cui ho accennato sopra.
Attraverso il “Corridoio pop” Louboutin ci mostra come sia riuscito a trasformare il proprio nome in brand e da lì ci porta nella sala “Fetish” dove sono esposte le calzature create in collaborazione con David Lynch, modelli impossibili da portare, ma ricchi di fascino. Nell’ultima sala Christian Louboutin ci mostra gli artisti che l’hanno influenzato, in una sorta di “Museo immaginario“, insieme a oggetti del Museo delle arti dell’Africa e dell’Oceania e creazioni quali le porcellane Wedgwood e le particolari scatole di Joseph Cornell.
L’inaugurazione della mostra è stato uno degli eventi più attesi della settimana della moda parigina (la Francia non ha dovuto sospendere spettacoli ed eventi come invece abbiamo dovuto fare noi in Italia per l’emergenza Covid-19), presenziata da nomi del calibro di Monica Bellucci, Dita von Teese, Juliette Binoche e Fanny Ardant.
Una mostra incredibile, indicata non solo per fashion victims e appassionati di scarpe, ma anche per chi apprezza il bello, la creatività e il lavoro che c’è dietro per ottenere questi capolavori.