Simone Cristicchi, Direttore artistico del Teatro stabile d’Abruzzo è protagonista e voce recitante dell’evento dal titolo Ho sognato Celestino il giorno 19 maggio alle ore 17:30 in diretta streaming sul canale del Comune dell’Aquila, presso la Basilica Santa Maria di Collemaggio a L’Aquila. Si tratta di un testo scritto a quattro mani da Matteo Pelliti e Simone Cristicchi. La parte musicale è stata affidata al violinista Alessandro Quarta. L’ evento è stato prodotto dal Teatro Stabile d’Abruzzo.
Un recital che si svolge in occasione della ricorrenza dei 724 anni dalla scomparsa di Pietro da Morrone, il famoso Celestino V, citato da Dante Alighieri nell’Inferno. L’evento si colloca anche all’inizio della fine della fase del Lockdown dovuta al Covid19 e in concomitanza con la ripresa delle funzioni liturgiche. Si celebra inoltre la Perdonanza che a dicembre è stata dichiarata “patrimonio immateriale dell’umanità UNESCO”, emessa da Celestino V nel 1294 con la quale concesse l’indulgenza plenaria a chiunque fosse entrato nella Basilica per la Confessione. Donò inoltre alla città la prima Porta Santa e il primo Giubileo della storia.
Simone Cristicchi: La cerimonia della Perdonanza
Una cerimonia emblematica dal valore profondamente religioso e culturale poichè per la Chiesa il valore del Perdono apre le porte ai valori di solidarietà, riconciliazione e integrazione sociale necessari per la rinascita sociale e spirituale di una comunità.
La cerimonia prevede degli ingressi contingentati e la sola presenza degli organizzatori, delle Forze dell’ordine e di una delegazione di medici e infermieri dell’ospedale San Salvatore dell’Aquila. L’evento è preceduto da una riflessione del rettore della Basilica sulla figura del Santo Pontefice, Don Nunzio e il sindaco Pierluigi Biondi.
La cultura riparte da L’Aquila poichè come afferma il sindaco Pierluigi Biondi:
«La città dell’Aquila che, dal 19 aprile scorso, vive un trend positivo rispetto all’emergenza, tenendo a zero il numero dei contagi, in questo giorno compie un nuovo gesto miracoloso: torna a suonare la basilica, a raccontare le sue ferite e la sua resistenza al dolore. Lo fa attraverso la cultura, inaugurando modi nuovi di praticarla, e in completa sicurezza, con amore per le radici e tensione all’umanità tutta. Che dall’Aquila, già vittoriosa sulla distruzione, può ottenere modelli a cui ispirarsi. Il cammino per la candidatura a città italiana della cultura 2022, visto nel 2021 Parma potrà esprimere ciò che il coronavirus ha fermato quest’anno, riprende da qui».
Simone Cristicchi: il monologo
Durante la quarantena Cristicchi è apparso in qualche diretta Facebook leggendo alcuni suoi versi delicati che ritroviamo in questo monologo molto intenso. Egli immagina l’alba di un mondo nuovo. Descrive il nemico invisibile e crea un dibattito tra l’uomo e il virus che si diffonde con un soffio, con un semplice alitare cercando di sopravvivere. Dopo aver descritto la dimensione reale, Simone Cristicchi entra nella dimensione del sogno nel quale immagina di incontrare Papa Celestino V, o meglio l’eremita Pietro da Morrone.
Sintetizza la figura dell’eremita in tre parole: silenzio, perdono, semplicità. Nella situazione attuale anche l’umanità ha dovuto scegliere il silenzio dei propri appartamenti, come Celestino ha scelto il silenzio delle grotte dell’Abruzzo. Il silenzio si nutre così del rumore dei pensieri e delle riflessioni che si accavallano per definire non solo una nuova protezione, ma un nuovo percorso dell’umanità. Il perdono è il viatico dell’umanità che si rimette in discussione e riscopre un nuovo modo di rapportarsi con il creato e di essere solidale. E sul perdono Celestino crea la Bolla della Perdonanza il 29 settembre 1294. Infine la semplicità intesa come aderenza alla verità come trasparenza e corrispondenza tra parola e azione.
Il 13 dicembre 1294 Celestino fece “il gran rifiuto” con un gesto semplice. Si tolse i paramenti e indossò il saio da eremita. Ha rifiutato le lusinghe e i compromessi del potere per aderire profondamente alla preghiera evitando la corruzione. La reclusione forzata è stato un gesto di protezione. E’ stato semplice, ma efficace il gesto di Papa Francesco che nel marzo 2020 ha percorso le strade di una Roma deserta pregando per l’umanità.
La caverna di Celestino e i nostri appartamenti hanno un valore fortemente emblematico in quanto buttano giù le maschere e svelano le contraddizioni. L’umanità diventa tutto e il contrario di tutto: da un lato solidale e generosa, dall’altro egoista, aspra e disillusa. Ma ciò che conta è il cammino dell’umanità verso un futuro dal percorso insidioso, ma possibile. Il vero peccato dell’umanità è invece percorrere queste esperienze critiche con indifferenza e con assoluta cecità di fronte alla bellezza.
Alessandro Quarta esegue col violino alcuni suoi brani di repertorio tra i quali Adagio e fuga, prima sonata in Sol minore di Johann Sebastian Bach, alcuni brani di Paganini e accompagna al pianoforte due brani eseguiti da Cristicchi alla chitarra: L’uomo del mistero e Lo chiederemo agli alberi.
Una visione costruttiva e piena di speranza quella di Cristicchi e un augurio per una ripartenza serena e consapevole.
Caro lettore puoi trovare Ho sognato Celestino sulla pagina Facebook del Comune dell’Aquila