Il Museo Accorsi-Ometto di Torino, che ha inaugurato la fase del post lockdown dal 18 giugno, ha ricevuto in questi giorni le prime 8 sculture delle 11 che andranno a comporre la mostra Novecento in Cortile a cura di Bruto Pomodoro. L’esposizione avrà luogo dall’8 luglio e proseguirà fino all’11 ottobre 2020.
Novecento in Cortile è un omaggio agli scultori del Novecento e dei primi anni del 2000: Arman, Paolo Borghi, Giò Pomodoro, Riccardo Cordero, Igor Mitoraj e Ivan Theimer. Le sculture sono in bronzo, acciaio e terracotta.
Possiamo ammirare le dimensioni monumentali di Mercurio, realizzata dal francese Arman, esponente del Nouveau Rèalisme. Il marchigiano Giò Pomodoro presenta Tensione verticale, opera realizzata tra il 1963 e il 1964, e Sole deposto del 1982. Le due opere sono dei bronzi patinati collegati da un percorso che va dal vuoto alla conquista dell’energia, rappresentata dall’archetipo del sole.
Paolo Borghi rivisita il patrimonio classico e la mitologia con Cavalcata interrotta, un’opera in terracotta del 1990. Asteroide di Riccardo Cordero, un acciaio satinato dalla forma astratta e plastica realizzata nel 2017; Icaro alato, realizzata nel 2000 e Luci di Nara pietrificata del 2014, due grandi opere in bronzo di Igor Mitoraj che pur legandosi alla classicità, presentano delle fratture che simboleggiano la perdita di identità dell’uomo contemporaneo.
Ivan Theimer presenta 4 sculture in bronzo collegate tra di loro dalla rivisitazione del mito e dal rapporto tra uomo e animale: Tobiolo (1999), Tartaruga con montagna (2004), Medusa (2005) e Arione con delfino (2008).
Il Museo Accorsi-Ometto attraverso Novecento in cortile ospita quindi il percorso dell’umanità in bilico tra la bellezza del passato e l’incognita del futuro, alla ricerca di un dialogo con il tempo, lo spazio e gli elementi. Un’umanità frammentata, ma alla continua ricerca dell’unità e della completezza.
Una ripartenza in piena regola per il Museo Accorsi-Ometto che nasce dal sogno di regalare bellezza.
Storia del Museo Accorsi-Ometto e nascita della Fondazione
L’evento Novecento in cortile è in piena sintonia con la vocazione del Museo e in linea con un momento storico che si carica di profondi significati per procedere verso la rinascita dopo un tempo sospeso.
Il museo è composto da 27 sale e oltre tremila opere d’arte, fra quadri, ceramiche, mobili, cristalli e arazzi. La Fondazione nasce da un amore incondizionato per la bellezza e una febbrile attività di ricerca del bello da parte del suo fondatore Pietro Accorsi, classe 1891, che dall’età di 18 anni, mosso dal gusto, dal talento e dall’intuito artistico cominciò ad acquistare, grazie a un prestito, vari oggetti di prestigio.
Nel 1935 Accorsi acquista la collezione Trivulzio Belgioioso di Milano con il benestare del Museo Palazzo Madama di Torino e l’appoggio di Umberto di Savoia che allora era Principe di Piemonte. Mussolini manda un’ingiunzione all’antiquario chiedendo di non spostare la raccolta, ma Accorsi riesce molto abilmente a contrattare e ad ottenere Il Ritratto d’uomo di Antonello da Messina e la seconda parte delle Très belles heures del duca di Berry, miniate da Jan Van Eyck.
Verso la fine degli anni 60 del Novecento, Pietro Accorsi incontra altri illustri personaggi come Giovanni Agnelli e Werner Abegg, coltivando il sogno di creare una Fondazione. Ma come i grandi sognatori, rimane solo, poichè Agnelli deve seguire le sue fabbriche e Abegg torna in Svizzera. Il 14 maggio 1975, grazie alla collaborazione e alla consulenza dell’Avvocato Paolo Emilio Ferreri, nasce la Fondazione il cui primo consiglio di amministrazione era formato oltre che da Accorsi anche da Giulio Ometto.
Giulio Ometto che, nonostante gli studi tecnici, nutriva un profondo amore per l’arte, incontra Pietro Accorsi nel 1963, nel corso di una mostra dedicata al Barocco piemontese. Nasce così un sodalizio che dura ben 19 anni. Dal 1983 Ometto è Presidente a vita della Fondazione, si occupa del restauro di Palazzo Accorsi e nel 1999 apre al pubblico il Museo di Arti Decorative.
A proposito di tale eredità, Ometto, scomparso nel 2019, sosteneva:
“Accorsi mi lasciò, alla sua scomparsa, il compito di predisporre un museo che potesse ospitare le sue collezioni d’arte; lo volle come un atto d’amore per la sua città. Oggi è una casa museo arredata secondo il suo ed il mio gusto”.
Caro Icrewer, se visiti Torino non perdere l’interessante mostra Novecento in Cortile, che ti dà anche l’occasione di guardare con i tuoi occhi i tesori artistici contenuti all’interno di Palazzo Accorsi. Niente è più profondo e sincero di un’opera realizzata inseguendo un sogno e una passione.