L’ imponente murale dello street artist Antonino Perrotta che, ultimato, ha ricoperto una superficie di circa 170 metri-quadri, questa sera verrà inaugurato e consegnato ufficialmente ai cittadini del piccolo borgo lucano di Vietri di Potenza e idealmente a quanti, anche solo di passaggio, avranno modo di soffermarsi a guardarlo e fare proprie le riflessioni che la visione dello stesso ispira.
Il murale, nato come progetto nell’ambito del festival di arte urbana OSA Around che prevede la realizzazione di quattro opere artistiche, è stato realizzato in una settimana, ma è stato tutto calcolato affinché fosse pronto per l’inaugurazione proprio alla data di oggi, anniversario della strage di Palermo di via D’Amelio dove persero la vita il Giudice Borsellino e la sua scorta.
L’iniziativa dal nome “i muri della legalità” prevede inoltre che la realizzazione dell’ultimo murale sia il 23 maggio 2021, giorno di un altro importante anniversario, quello dell’attentato al Giudice Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e gli Agenti della scorta proprio ad ideale chiusura di un percorso che ha il suo filo conduttore nella legalità.
Una ferita ancora sanguinante per l’Italia che sta dalla parte giusta alla quale il murale di Antonino Perrotta, in arte Attorrep rende omaggio questa sera alle 20:30, attraverso il simbolismo della data scelta e nei significati che vuole trasmettere, alla presenza dello stesso autore adamantino e di tutti i rappresentanti locali delle istituzioni, nonché di quanti vorranno partecipare.
Un murale per la legalità
Il murale di via Dante a Vietri di Potenza, raffigura centralmente una bambina con le sue mollettine rosa belle ordinate, una sotto l’altra, a testimonianza di un gesto d’amore quotidiano, probabilmente di una mamma che le ha pettinato i capelli con cura e gliele ha appuntate come se stesse facendo la cosa più importante del mondo, facendola così anche sentire la persona più importante del mondo.
Un gesto nel perfetto anonimato delle mura domestiche, ma che certamente farà sentire la sua eco lontano attraverso la bambina che crescendo avrà modo di rammentare, con quanta attenzione è stata cresciuta e potrà riversare sul prossimo tale insegnamento acquisito non con le parole ma con l’esempio.
E infatti, la bambina del murale, seduta su un prato verde innaffia una piantina e l’insieme nella realizzazione dell’autore Antonino Perrotta, volutamente rompe i confini stessi della superficie entro cui il murale ha l’obbligo fisico di svilupparsi, quasi a liberare l’occhio di chi guarda, per proseguire nell’azione del guardare, direttamente nella collina che fa da sfondo, in una perfetta fusione tra l’opera e il paesaggio circostante, creando una continuità che si perde solo all’orizzonte per finire chissà dove.
Non manca l’innaffiatoio nel suo colore rosso acceso, e la bimba è immortalata proprio nell’azione dell’innaffiare, ancora un gesto semplice che riesce a fare anche una bambina, ma che vuole rammentare a tutti come dai piccoli gesti possa nascere a volte l’insperato.
Facciamo tutti la nostra parte iniziando dai piccoli gesti anche i più insignificanti
Si salva una pianta dall’arsura della terra con il semplice gesto rappresentato nel murale ma si educa anche una bambina e nel contempo una generazione intera all’uso di gesti appropriati verso il prossimo, la natura e lo stesso futuro che va naturalmente coltivato sia da chi potrà viverlo, sia da chi non potrà esserci e forse l’azione dell’innaffiare è compiuto indirettamente anche da quella mamma o chi per lei, ha amorevolmente sistemato quelle due mollettine rosa sulla testa della bimba, facendo semplicemente vedere come si fa a prendersi con semplicità cura di qualcosa a cui teniamo.
Da qui il rispetto che è legato a doppio, triplo filo alla legalità, baluardo da sempre e per sempre frapponibile tra l’Italia onesta e tutte le mafie nel loro substrato di connivenze malate, piccole e grandi, destinate a perire quando incontrano sul loro maleodorante cammino anche solo in lontananza, l’odore della legalità.
Oggi nel giorno di questo anniversario, ma tutti i giorni in una sorta di inarrestabile continuità, innaffiamo la mafia con l’acqua della legalità, così che le generazioni future possano serbarne il ricordo come esempio da non seguire mai e che abbiano a corollario della propria vita solo percorsi sani innaffiati dall’acqua della legalità.
Solo così faremo avanzare nella direzione giusta il testimone che ci hanno lasciato: Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Francesca Morvillo, Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Rocco Dicillo, Vincenzo Li Muli, Emanuela Loi, Antonio Montonato, Vito Schifani e Claudio Traina.