E’ stata annunciata la riapertura dell’antico Arsenale di Amalfi. L’evento sarà inaugurato da un grande protagonista dell’arte contemporanea: William Kentridge. L’artista sudafricano celebrerà la memoria di quel luogo con l’installazione More Sweetly Play the Dance, visibile al pubblico dal 3 settembre al 2 dicembre 2020 e a cura di Galleria Lia Rumma.
L’installazione: More Sweetly Play The Dance
William Kentridge (Johannesburg, 1955) ha realizzato un’installazione video, già commissionata nel 2015 da EYE Filmmuseum di Amsterdam, nella quale si assiste a una danza rituale e macabra. L’opera, intitolata More Sweetly Play the Dance, è un racconto per immagini e suoni di temi quali la morte, la malattia, e temi socio-politici della contemporaneità.
Il lavoro si presenta su otto grandi schermi, quasi 40 metri, che avvolge e coinvolge lo spettatore. Un rituale che si apre con una danza macabra, da destra verso sinistra, che introduce un corteo funebre, simile ad un funerale jazz di New Orleans. Un racconto che ci porta in viaggi mitici, una raccolta di storie o un esodo di sfollati. Il racconto a cui siamo invitati, non solo avvolge, ma entra dentro l’animo dello spettatore, turbandolo e spingendolo a riflettere.
La carovana disegnata da Kentridge, scorre su uno sfondo di volti abbozzati e sagome di scheletri, guidata da una banda di ottoni e composta da una lunga sequenza di degenti zoppicanti e appoggiati a flebo, sacerdoti ornati con fiori funebri, colonne di individui che trascinano sacchi, oggetti e cadaveri.
Il lavoro del maestro Kentridge porta nell’antico Arsenale di Amalfi forti e crudi temi, tipici della sua poetica: la morte, l’incedere della vita, la violenza e la prevaricazione nella società. Questa danza macabra racchiude balli e rituali africani, ma è anche molto vicino ai culti panici e magnogreci.
More Sweetly Play the Dance ha una lunga storia. E’ stata commissionata nel 2015 dall’Eye Filmmuseum di Amsterdam. Nel 2018 una proiezione di 40 metri inaugurava il Museum of Art and Design nella Freedom Tower di Miami. Nel 2017, l’installazione nel nuovo Zeitz Museum of Contemporary Art di Cape Town.
Amalfi e Oltre
Affidare l’apertura dell’antico Arsenale di Amalfi alla mostra di William Kentridge, è l’occasione per riportare l’arte contemporanea in questo luogo e di collegarsi idealmente alle tre edizioni della Rassegna Internazionale di Pittura di Amalfi che qui Marcello Rumma promosse e organizzò, fra il 1966 e il 1968.
L’installazione di Kentridge è il terzo appuntamento del progetto Amalfi e Oltre, voluto dalla Regione Campania e attuato da Scabec. Il lavoro del maestro sudafricano segue il convegno Progettare la Memoria: Strategie del digitale promosso in collaborazione con l’Università di Salerno e la mostra I sei anni di Marcello Rumma 1965-1970 inaugurata nel 2019 al Museo Madre di Napoli, a cura di Gabriele Guercio, con Andrea Viliani. La mostra di Kentridge segna la riapertura dell’Arsenale di Amalfi, collegandosi idealmente alle tre rassegne che in questo luogo Marcello Rumma promosse e organizzò, fra il 1966 e il 1968.
L’antico Arsenale di Amalfi è la sede storica della mostra evento Arte Povera più Azioni Povere curata da Germano Celant. La mostra è stata importantissima per il percorso storico dell’arte italiana. Grazie all’evento del 1968, l’arte italiana entrò con i suoi linguaggi d’avanguardia nel panorama internazionale, con un movimento che ancora oggi è riferimento centrale per lo studio e la creatività.
Chi era Marcello Rumma?
Marcello Rumma (Salerno, 1942-1970) era un giovane imprenditore culturale che nella Salerno della fine degli Anni Sessanta commissionava mostre a giovani critici come Renato Barilli, Filiberto Menna, Alberto Boatto e Germano Celant. Figlio dei proprietari del Collegio Arturo Colautti di Salerno, ha pubblicato libri di Marcel Duchamp e Michelangelo Pistoletto e aveva una collezione, condivisa con la moglie Lia, che riuniva opere di Dan Flavin, Lucio Fontana, Pino Pascali e Robert Rauschenberg.
Amante dell’arte, Marcello Rumma colleziona le opere che raccoglie con la moglie, nell’antico Arsenale di Amalfi. Nel magnifico edificio medievale, nel 1966, viene installata la mostra Aspetti del ritorno alle cose stesse, curata da Renato Barilli, che analizzava il rapporto tra le immagini e i loro referenti concreti. Il secondo capitolo della Rassegna d’Arte Internazionale di Amalfi è affidato ad Alberto Boatto e Filiberto Menna, che curano L’impatto percettivo: un’indagine sulla percezione attraverso le opere di alcuni artisti Op e Pop, presentati in Italia per la prima volta insieme, come Robert Indiana, Ellsworth Kelly e Frank Stella, accanto ad artisti europei come Victor Vasarely, Pietro Dorazio ed Enrico Castellani.
La terza mostra, aperta all’inizio di ottobre del 1968, è Arte Povera più Azioni Povere, curata da Germano Celant: una sorta di laboratorio aperto con le opere del gruppo poverista quasi al completo, insieme alle azioni di undici artisti, tra i quali Paolo Icaro, Pietro Lista, Gino Marotta, Riccardo Camoni e Carmine Ableo.
Nel 1968 Rumma fonda la casa editrice Rumma Editore che pubblica, per la prima volta in Italia, fondamentali testi di arte, teatro, cinema, letteratura, filosofia che esplorano i temi più attuali nella cultura contemporanea: Ontologia e storia in Edmund Husserl (1968); Chiave della poesia di Jean Paulhan (1969); Filosofia del surrealismo di Ferdinand Alquié (1969); Oasi della gioia, idee per una ontologia del gioco di Eugen Fink (1969); Storia e futurologia di Ossip K. Flechtheim (1969); Marchand du Sel di Marcel Duchamp (1969); L’uomo nero, il lato insopportabile di Michelangelo Pistoletto (1970); Il cinema dell’Utopia di Paolo Bertetto (1970).
L’antico Arsenale di Amalfi è un luogo affascinante, che si affaccia su una delle scogliere più belle d’Italia: la Costiera Amalfitana. Non perdete l’occasione di visitare la mostra e le tante meraviglie che offre il paesaggio costiero, che fa parte del Patrimonio Mondiale UNESCO.