2020: anno bisesto, anno funesto! Ed è proprio vero che modi di dire e proverbi della tradizione popolare non sbagliano mai. Oggi ci troviamo di fronte la chiusura di due teatri storici: il Salone Margherita e il Teatro dell’Angelo.
Il 2020 ci ha fatto un regalo, di cui ne avremmo fatto volentieri a meno: il Covid 19. Un coronavirus che ci ha portato via la libertà di poter camminare tranquillamente per strada, ma che prima ancora ha portato via anche le persone a noi più care. Ma questa pandemia non si ferma ed è il mondo dello spettacolo e dell’arte a risentirne sempre di più.
La chiusura del Salone Margherita e del Teatro dell’Angelo
Roma tristemente sta vivendo e affrontando la chiusura di due storici teatri: stanno infatti per chiudere i battenti il Salone Margherita e il Teatro dell’Angelo.
Il Salone Margherita, lo storico teatro di via Due Macelli, aperto nel 1898 e reso celebre dai famosissimi spettacoli di varietà e di cabaret, in particolare dalla compagnia del Bagaglino, che vi si sono sempre tenuti, ha fatto calare definitivamente il sipario lo scorso 30 settembre, a causa della crisi del coronavirus e delle pressioni della Banca d’Italia, proprietà dello stabile, che da tempo faceva pressioni sulla società Cinema teatrale Marino & C., fondata nel 1920 e da sempre concessionaria della gestione delle attività teatrali: la Banca vorrebbe infatti vendere l’immobile.
Il secondo è il Teatro dell’Angelo, battezzato e inaugurato da Vittorio Gassman nel 1995, nel quartiere Prati in via Simone de Saint Bon. Il palcoscenico del Teatro dell’Angelo ha ospitato grandi artisti, come Milena Vukotic, Gigi Proietti, Nicola Piovani ed Elena Sofia Ricci.
Il Teatro è chiuso da mesi a causa di lavori di ristrutturazione in corso, ripresi dopo la fine del lockdown. Dai cartelli installati sul cantiere pare che il teatro sia destinato a essere trasformato in un supermercato, come voluto dalla società proprietaria, Menni srl, che è titolare di diversi noti supermarket. Le attività sono cessate con la stagione 2017/2018: il teatro non era infatti più in grado di sostenere i costi dell’affitto.
Gli appelli per evitare la chiusura
Il titolare della società Cinema teatrale Marino & C., Nevio Schiavone ha dichiarato all’Ansa:
Non è davvero più possibile continuare in questo contesto, alla continua pressione da parte dell’Istituto di via Nazionale che da 2 anni preme per riavere il teatro allo scopo di venderlo e quindi non ci ha concesso il rinnovo del contratto d’affitto, si è aggiunta la tragedia della pandemia.
Lasciamo consapevoli ed orgogliosi di aver dato nuova linfa vitale in questi ultimi otto anni al Salone e nella consapevolezza che comunque Bankitalia manterrà il teatro come un gioiello e lo farà vivere concedendolo alle produzioni con contratti transitori, in attesa di un acquirente che non si è ancora mai palesato pur se in vendita da oltre 10 anni. Anzi ci candidiamo sin da subito per poter continuare ad offrire ogni anno al nostro pubblico gli spettacoli ideati scritti e diretti dal maestro Pier Francesco Pingitore.
Il regista Pingitore, dal suo canto, afferma che “il solo pensare che il Margherita possa non riaprire i battenti mi sembra inconcepibile. Sarebbe un’offesa grave alla cultura, allo spettacolo, alla sensibilità degli spettatori. Un’istituzione come la Banca d’Italia non può, e certamente non vorrà, chiudere in faccia al pubblico le porte di un luogo così caro ed amato, incastonato con il suo splendore architettonico e decorativo nel corpo vivo di Roma”.
Diversi gli appelli per non far morire il Salone Margherita, a cominciare da quello lanciato dalla soubrette Valeria Marini, che ha dichiarato:
Non lasciate morire il Salone Margherita”, ha dichiarato, “un gioiello liberty, unico in Europa, il teatro che ha ospitato spettacoli seguiti da milioni di persone. Un’icona, un luogo di culto. Deve continuare a esistere. Grazie al ministro Franceschini il Salone Margherita potrà continuare ad essere utilizzato solo per spettacoli teatrali e non potrà avere nessun altra ’destinazione d’uso’. Spero che la Banca d’Italia, l’attuale proprietaria, si metta una mano sul cuore, per trovare insieme, lo ripeto, il modo di riaprire il Bagaglino.
Anche il comico Fabrizio Maturani, alias Martufello, dichiara “certo che il Salone non potrà essere sottratto al pubblico romano, né vietato agli artisti che per tante stagioni lo hanno tenuto vivo. Faccia la Banca d’Italia quei lavori che certamente servono al decoro del Teatro. Ma poi lo gestisca consentendo che vi svolgano il proprio lavoro le compagnie teatrali, in primis la nostra. E imponendo all’eventuale compratore il mantenimento della destinazione d’uso teatrale del locale”.
Destino ancora più infausto quello del Teatro dell’Angelo, che nasce negli anni Trenta come pista da ballo molto frequentata dal quartiere, poi lo spazio divenne un archivio, quindi un magazzino e gradualmente finì nell’abbandono. A metà degli anni Novanta, Bedi Moratti, attrice e figlia dello storico presidente dell’Inter degli anni Sessanta, Angelo Moratti, decide di farci un teatro.
Il Teatro è forte di un’apprezzata e partecipata stagione di prosa in grado di richiamare sempre grandi nomi, e di una scuola di teatro con corsi anche per bambini. Purtroppo il Teatro del quartiere Prati si prepara a diventare un centro commerciale.
Del caso si sta interessando il Codacons, che potrebbe dare il via a una battaglia per salvare il teatro. Anche se le possibilità sono molto ridotte. Intanto è stata anche lanciata una petizione per evitare la chiusura del teatro.
Avvenimenti tristi che si ripetono lungo la penisola italiana, Ma solo combattendo insieme e rispettando le norme dei diversi decreti potremmo ritornare a vivere quei luoghi abbandonati a causa del coronavirus.