Il Castello del Buonconsiglio di Trento propone una nuova mostra per la sua riapertura: Gli apostoli ritrovati. Capolavori dall’antica residenza dei Principi vescovi.
Sarà possibile visitarla dal 22 gennaio fino al 5 aprile 2021 dal lunedì al venerdì dalle ore 9.30 alle ore 17.
Gli apostoli ritrovati: due sculture secentesche in bronzo in mostra al Castello del Buonconsiglio di Trento
L’esposizione, a cura di Giuseppe Sava, è organizzata grazie alla collaborazione tra il museo e la Soprintendenza dei Beni Culturali e racconta la storia del fortunato ritrovamento.
La storia degli apostoli inizia nel Seicento, epoca in cui sono realizzati probabilmente su commissione del Principe vescovo e conservati fino al 1803 nella sua dimora al Castello. L’autore è Nicolò Roccataglia che opera per Madruzzo, Principe vescovo nei primi anni del Seicento.
Dopo le spoliazioni avvenute nell’Ottocento alcuni dei più importanti pezzi, fino ad allora nella residenza del Principe vescovo, entrano a far parte della più importante raccolta d’arte della provincia, la collezione di Villa Consolati.
Tra questi otto statuette in bronzo dorato che nei primi anni del Novecento, grazie alla disponibilità della famiglia Consolati, tornano in parte presso il Castello del Buonconsiglio.
Le ultime testimonianze sulle statuette degli apostoli si hanno agli inizi del Novecento: alcune riprodotte in un dipinto di Annunziata Consolati e protagoniste di un servizio fotografico conservato nell’archivio fotografico del museo.
Successivamente se ne perdono le tracce fino ad oggi, recentemente apparse sul mercato antiquario milanese solo due di esse. Si tratta degli apostoli Paolo e Filippo, uniche testimoni della serie di otto ritornate presso il castello.
L’allestimento dell’esposizione prevede altre opere dell’artista Nicolò Roccataglia come la croce processionale commissionata dalla comunità di Nago.
Il Castello del Buonconsiglio e la mostra dedicata agli apostoli ritrovati sono visitabili dal lunedì al venerdì dalle ore 9.30 alle ore 17 previo appuntamento sul sito ufficiale oppure telefonando al numero 0461 492811, dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 13.00.
Il castello propone anche brevi video sui suoi canali social in cui i curatori raccontano curiosità e storie sulle statuette, appuntamenti digitali intitolati A tu per tu.
Il Castello del Buonconsiglio di Trento è uno dei maggiori complessi monumentali del Trentino-Alto Adige, dal XIII al XVIII secolo residenza dei Principi vescovi di Trento.
Edificato con funzioni difensive sopra un rilievo roccioso, è il risultato di una plurisecolare aggregazione edilizia diventata uno dei più grandi complessi fortificati delle Alpi.
Ubicato in centro città, in posizione leggermente elevata, è circondato da una cinta muraria e composto da una serie di edifici di epoche diverse: Castelvecchio di gusto romanico è la parte più antica con una imponente torre di forma cilindrica, Torre Aquila di fine Trecento-inizio Quattrocento si trova all’estremità meridionale del complesso e conserva uno dei più importanti cicli pittorici a tema profano del tardo Medioevo, il Magno Palazzo realizzato nel Cinquecento nelle forme del Rinascimento italiano su commissione del Principe vescovo Clesio che conserva un ciclo pittorico manierista, la barocca Giunta Albertina realizzata a fine Seicento.
Nel 1796, in seguito all’invasione delle truppe napoleoniche, l’ultimo principe vescovo si rifugia in Val di Non ed in seguito il Castello del Buonconsiglio diventa caserma militare austriaca.
Nel 1918 il castello diventa proprietà dello Stato italiano per poi passare alla provincia autonoma di Trento nel 1974.
Oggi i diversi ambienti ospitano collezioni d’arte archeologica, antica, medievale, moderna e contemporanea e, dal 1992, forma una rete di esposizioni artistiche su tutto il territorio trentino in altri tre castelli: il Castello di Stenico, Castel Beseno e Castel Thun attualmente non ancora aperti al pubblico.
Visitare la mostra Gli Apostoli ritrovati è anche una occasione per ammirare la storia del patrimonio artistico Trentino dagli albori fino ai giorni nostri.