Lego Braille Bricks: sono arrivati quest’anno in Italia e sono stati consegnati agli enti che si occupano di persone con disabilità visiva. La federazione nazionale delle Istituzioni Pro ciechi ha infatti consegnato qualche giorno fa 2 kit di mattoncini all’istituto statale Augusto Romagnoli, che si occupa da anni della formazione del personale specializzato nell’educazione dei minorati della vista.
L’azienda danese ha da sempre prestato una grande attenzione all’aspetto ludico ed educativo dei suoi prodotti, sulla base del concetto fondamentale dell’apprendimento mediante il gioco. Giocare con i mattoncini Lego in generale significa sviluppare la creatività, il pensiero critico, ma anche ragionare per risolvere un determinato problema e dal momento che il bimbo progetta la costruzione di un progetto con i famosi mattoncini, anche lo spirito collaborativo e di squadra. Fondamentali anche i requisiti topologici e la numerazione.
Lego Braille bricks: imparare il Braille attraverso il gioco
Caro Icrewer, prima di parlarti dei Lego Braille Bricks, ti do una breve infarinatura su Louis Braille e la letto-scrittura Braille, utilizzata dai non vedenti che hanno un adeguato sviluppo cognitivo.
Chi ha inventato l’alfabeto Braille e come nasce? Louis Braille nasce a Coupvray, 4 gennaio 1809 e muore a Parigi il 6 gennaio 1852. Era il figlio di un sellaio, ma mentre giocava nella bottega del padre si ferì, molto probabilmente con un punteruolo, all’occhio sinistro, poi l’infezione si estese anche all’occhio destro e il bambino diventò cieco.
Louis Braille, inventore del metodo di Letto-scrittura Braille
All’epoca i ragazzi non vedenti o entravano in Istituti specializzati per ragazzi ciechi, dove venivano maltrattati, ma comunque imparavano ad essere autonomi, oppure venivano emarginati. Il giovane Louis vinse una borsa di studio e fu ammesso presso l’Institution des Jeunes Aveugles (Istituto per giovani ciechi) a Parigi.
Qui imparò a suonare l’organo durante le cerimonie religiose e imparò a leggere con il metodo Valentin Haüy che consisteva nel leggere attraverso il tatto i caratteri della stampa in nero, ma messi in risalto da un filo di rame posto sull’altro lato del foglio. Questo metodo aveva però il limite di non poter essere utilizzato per apprendere la scrittura.
Nel 1821 conobbe un militare, Charles Barbier de la Serre, che fece visita al suo istituto e che descrisse un metodo basato su dodici punti per scrivere messaggi in rilievo, metodo da lui proposto alle forze armate per i dispacci notturni. Così Braille, che nel 1827 diventò insegnante presso il suo stesso istituto, inventò il metodo basato su sei punti che porta ancora il suo cognome: Braille e che più tardi estese anche alla matematica e alla musica.
Questo metodo permetteva sia di leggere che di scrivere. Ma come era strutturato?
Esso consiste in simboli formati da un massimo di sei punti, disposti su un casellario 3 x 2 e con ciascuna casella solitamente della grandezza di circa 3 × 2 millimetri o più. Tali punti possono essere impressi con un punteruolo su fogli di carta spessa o di plastica, oppure essere riprodotti a rilievo su superfici plastiche o metalliche.
Per identificare ciascuno dei sei punti della matrice 3 × 2, si procede nel modo seguente:
- punto 1 – punto in alto a sinistra
- punto 2 – punto centrale a sinistra
- punto 3 – punto in basso a sinistra
- punto 4 – punto in alto a destra
- punto 5 – punto centrale a destra
- punto 6 – punto in basso a destra
Nella fase di pre-lettura e pre-scrittura i bambini apprendono i requisiti topologici e i concetti di alto, basso, centro e quelli relativi alla lateralizzazione, ossia destra e sinistra. Il casellario Romagnoli è ad esempio un sussidio che permette ai bambini di giocare e posizionare i bastoncini colorati all’interno del casellario.
Lo studente nella fase di apprendimento della lettura e della scrittura si aiuta con una tavoletta e un punteruolo, necessario per incidere i punti su un foglio, poi in seguito con la dattilobraille. La difficoltà maggiore nell’apprendimento del braille è che lettura e scrittura hanno un carattere speculare. Si impara a scrivere da destra verso sinistra e poi si legge da sinistra verso destra. Per apprendere questa abilità è necessario sviluppare un’ottima manualità e la coordinazione della mano destra con la sinistra, poichè non appena il bambino ha scritto deve girare il foglio per poter leggere nel verso opposto. Con la dattilobraille invece viene utilizzato solo il verso della lettura.
Ritorniamo ai Lego Braille bricks
Ma passiamo ora ai mattoncini Lego Braille breaks. Essi si suddividono in Pre-braille Bricks e Braille Breaks. Le attività di Pre-braille rivolte ai bambini di circa 5 anni quindi in fase di prealfabetizzazione, si dividono in attività di manipolazione, orientamento e scoperta del casellino.
Per i bambini di 6 anni invece esistono attività che vanno alla scoperta dei singoli caratteri, sia lettere che numeri, l’assemblamento dei caratteri per formare delle parole e la numerazione.
Puoi trovare eventuali schemi sul sito della Lego Braille Bricks.
Per la distribuzione gratuita dei Kit ti puoi rivolgere alla Federazione Prociechi .
I principali beneficiari sono:
- Centri di Consulenza Tiflodidattica
- Uffici territoriali dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti
- Istituzioni a lei federate
- Istituzioni pubbliche e private che operano nel settore della disabilità e dell’inclusione sociale
- Reparti pediatrici ospedalieri, istituzioni sanitarie e ambulatori pediatrici
- Partecipanti a manifestazioni itineranti di promozione culturale promosse dalla Federazione o dalle sue istituzioni federate
Come nasce il progetto Lego Braille Bricks? ( “LEGO® Braille Bricks”)
Il progetto nasce dal 2011 dalla Lego Foundations e Lego Group, ma è soprattutto frutto della collaborazione di varie associazioni di Non vedenti e ipovedenti. Tale progetto, lanciato poi nel 2019, nasce all’insegna della sostenibilità e dell’inclusività e si è inizialmente diffuso in Brasile, Danimarca, Francia, Germania, Norvegia, Regno Unito e Stati Uniti.
E’ arrivato in questi giorni da noi in Italia e si diffonderà in Australia, Austria, Belgio, Canada, Finlandia, Irlanda, Nuova Zelanda, Portogallo, Spagna, Svezia, Svizzera e Paesi Bassi.
David Clark, director of services at the Royal National Institute of Blind People e collaboratore della Lego Foundations afferma:
«Il Braille è uno strumento importante, in particolare per i giovani con problemi alla vista. Questa ingegnosa novità apre un mondo tutto nuovo di apprendimento ludico che insegna ai bambini il Braille, coinvolgendo anche i loro compagni di classe in modo divertente e interattivo».
Un metodo divertente ed inclusivo per aiutare i bimbi non vedenti e ipovedenti non solo ad imparare a leggere e a scrivere, ma anche a relazionarsi con i compagni.
Noi di Arte.icrewplay.com non dimentichiamo mai che uno dei principi fondamentali dell’educazione dei bimbiè soprattutto basato sullo sviluppo della creatività.